martedì 9 dicembre 2025

15. WANDERLUST: JE ME SOUVIENS. TRA I COLORI D’AUTUNNO IN QUEBEC CON SGUARDO CURIOSO

 15. WANDERLUST: JE ME SOUVIENS. TRA I COLORI D’AUTUNNO IN QUEBEC CON SGUARDO CURIOSO

44. in poco tempo dal nostro hotel si sale verso i bastioni delle mura storiche di Quebec City da dove si può accedere a La Citadelle, una fortificazione militare attiva, sito storico e residenza del Governatore Generale.

45. In verità occorre dire la Governatrice Generale (si tratta della signora Mary Simon, diplomatica e leade Inuit. E' la prima persona indigena a rappresentare la Corona Britannica in Canada. Nel corso della nostra visita guidata siamo stati raggiunti da un poliziotto che ha chiesto alla Guida di fermare il nostro procedere per far passare il breve corteo di automobili che ha portato la Governatrice alla sua residenza

 46. Oltre La Citadelle si estendono i grandi Piani di Abramo, un vasto parco urbano che con dispiacere non abbiamo visitato salvo uno sguardo troppo veloce dai margini. Quell'Abramo che ci viene in mente non è l'Abramo a cui si riferissce il nome del grande parco. Sembra che il nome faccia riferimento a un pilota e pescatore scozzese, Abraham Martin che ricevette questi appezzamenti di terreno dalla Compagnie de la Nouvelle France. per dare l'idea delle dimensioni, in inverno con la neve ricavano 14 km di piste da fondo di diversi livelli, tutte gratuite. Quando torneremo a Quebec City non mancheremo di girarli. Anche perchè la città ai bordi di Piani di Abramo, che abbiamo percorso in auto per entrare e uscire da Quebec City appare elegantissima

47. Tra i posti visitati che abbiamo maggiormente apprezzato è da annoverarsi il Parlamento provinciale del Quebec dove si riunisce l'Assemblea Nazionale del Quebec. Visitarlo è facilissmo, ci si presenta all'ora di apertura, si passa velocemente il controllo di sicurezza e si prende il badge al front office prima dell'ingresso nelle sale della struttura. Quando ci siamo presentati abbiamo avuto in principio un po' di difficoltà a comprendere ciò che ci stava dicendo la signorina allo sportello. E allora lei si è messa a parlare più lentamente in modo che potessimo comprendere bene. Lo abbiamo molto apprezzato e prima di andare nel salutarla la abbiamo ringraziata per la cortesia dimostrata così spontaneamente, facendo capire che avevamo colto il suo gesto e lo apprezzavamo.



48. Ho una passione per le aule parlamentari, con una visione un po' idealistica di luoghi legislativi, dove si fanno le leggi ottendo quelle migliori possibili con il contributo comune e dove le opposizioni esprimendosi liberamente contengono la volontà soverchiante della maggioranza contrastando, emendando, cercando di modificare o opponendosi fino all'ostruzionismo le sue proposte sulla base del concetto del bene comune




49 Nel palazzo del Parlamento del Quebec, adornato sulla facciata principale con le statue delle grandi personalità, non ricordo di aver trovato un cartello con scritte in inglese.

50 Il murale di Quebec City, dipinto nel 1999 da Francois Charon è una enorme rappresentazione (1.000 metri quadrati) della città attraverso figure di persone famose e momenti iconici. Lo abbiamo scoperto rientrando la sera verso la Terrasse Dufferin (e lo rivedremo alla luce del sole l'ultimo giorno) 

51. L'albergo Chateau Frontenac non può essere ignorato! Domina lo skyline di Quebec city praticamente da qualunque parte (forse solo dai Piani di Abramo con la Citadelle in mezzo si può riuscire a non vederlo. Imponente e maestoso, è uno spettacolo anche solo vederlo dall'esterno. Dal nostro piccolo Hotel lo vedevamo affacciandoci sul balcone alla nostra sinistra e il colpo d'occhio non era mai stancante. I momenti migliori la sera con il buio o la mattina quando le orde di turisti, soprattutto quelli portati dalle navi da crociera non avevano ancora invaso la città e la Terrasse.





domenica 23 novembre 2025

14. WANDERLUST: JE ME SOUVIENS. TRA I COLORI D’AUTUNNO IN QUEBEC CON SGUARDO CURIOSO

14. WANDERLUST: JE ME SOUVIENS. TRA I COLORI D’AUTUNNO IN QUEBEC CON SGUARDO CURIOSO



40. Quebec City ci è apparsa come una città che si divide, aiutata dai dislivelli, in zone diverse ben individuabili. Molte di queste, nella parte più antica, molto piacevoli ancorché a volte un po' sovraccaricate di commercio non sempre di qualità, che viste prima dell'arrivo di masse di turisti (che snob che siamo, non siamo turisti noi stessi?) sono molto più piacevoli. Tra le tante aree sicuramente svetta il famoso hotel Chateau Frontenac (imponente, bellissimo) che apre sulla Terrasse Dufferin, spettacolare percorso pedonale di Vieux Quebec affacciato sulla città bassa e sul san Lorenzo. Noi abbiamo scelto un vecchio hotel (non il Frontenac!) -la casa gialla con le tre bandiere-  sulla terrazza, e dal secondo giorno, quando abbiamo fatto l'upgrade, ci siamo goduti splendide colazioni sul balconcino che affacciava su una terrazza ancora libera da persone illuminati dal sole che sorgeva dietro Lévis


41. La città bassa di può raggiungere con l'esosa funicolare (presa una volta solo per provarla), oppure con un percorso pedonale che si snoda con scalinate e ripide vie.






42. Il punto centrale della Vecchia Città Bassa è Place Royale dove sorge la Eglise Notre Dame de Victoire, la più antica chiesa in pietra del Nord America, edificata nel punto dove Samuel de Champlain aveva stabilito la sua "habitacion". Ancora nella piazza abbiamo potuto visitare una esposizione (dopo aver pranzato nella cafeteria al piano terra) molto interessante in due piani, una proposta da Isaac Cordai (spagnolo) e una da Martin Bureau






43. Antonella mi fa notare che in genere qui in Canada ancora prima di chiederti "cosa vuoi?", ti chiedono "come stai?" La domanda mi giunge così inaspettata che spesso non la sento o comprendo e quindi nel mio non rispondere ho timore di passare per maleducato. Devo cambiare registro e prestare attenzione a questo cordiale modo di approccio.


domenica 16 novembre 2025

13. WANDERLUST: JE ME SOUVIENS. TRA I COLORI D’AUTUNNO IN QUEBEC CON SGUARDO CURIOSO

13. WANDERLUST: JE ME SOUVIENS. TRA I COLORI D’AUTUNNO IN QUEBEC CON SGUARDO CURIOSO

34. Lasciata la Heskell Free Library si dirigiamo senza altre visite notevoli, ma non considerare notevole il paesaggio nel quale siamo immersi sarebbe veramente stupido, verso la nostra destinazione vicino al Mont Megantic dove il giorno seguente abbiamo previsto una piccola escursione nella foresta.


35. Alloggiamo per una notte solo presso Domaine la Foret Enchantée, una splendida struttura che è contemporanemante Hotel, Glamping, campeggio, area per camper. Immersi nella natura, senza inquinamento luminoso, un cielo stellato come raramente nella nostra pianura a più livelli inquinata abbiamo possibilità di vedere. Purtroppo per una serie di motivi (anche il fatto che in bassa stagione per cenare siamo andati fino a Piepolis - in un bel locale dove abbiamo cenato bene con la solita atmosfera accogliente e amichevole dei ristoranti canadesi) non abbiamo approfittato della vasca idromassaggio riscaldata all'esterno della nostra camera dove la proprietaria ci ha invitato ad immergerci per guardare il cielo stellato. Quando torneremo in zona ci organizzeremo per fermarci un paio di giorni e approfittare di tutta l'offerta. Lasciamo un consiglio a chi passa nei Cantoni dell'Est. 




36. Per il resto crediamo che le parole siano inutili, lasciamo parlare la natura immortalata in fotografie che non rendono la bellezza che i nostri occhi hanno visto










37. Ma non possiamo far a meno di notare come l'attenzione alle persone, segno di civiltà, sia moneta comune in Canada, ovunque.











38. Lasciamo il Mont Megantic e ci dirigiamo verso Quebec city (sembra sia aumentato il traffico)








giovedì 13 novembre 2025

12. WANDERLUST: JE ME SOUVIENS. TRA I COLORI D’AUTUNNO IN QUEBEC CON SGUARDO CURIOSO

  12. WANDERLUST: JE ME SOUVIENS. TRA I COLORI D’AUTUNNO IN QUEBEC CON SGUARDO CURIOSO

 28. Arrivare fino a Stanstead ha comportato una deviazione non breve, ma ne è valsa la pena. La Bibliothéque Haskell è una biblioteca binazionale, posta a cavallo del confine tra Stati Uniti e Canada. Peccato aver potuto visitare questi luoghi in questi tempi grigi. Probabilmente fino a poco più di un anno fa sarebbe stato possibile andare in Vermont per entrare dall'ingresso principale. Ora si deve entrare da Church Street in un ingresso per soli Canadesi e uscire dalla stessa parte. C'è stato un momento di ansia arrivando perché la strada (credo federale) 55 punta diritto alla dogana e io già cominciavo a chiedermi dove avessi sbagliato e come spiegare al doganiere che avrei dovuto tornare indietro, quando a meno di 200 metri dal confine a destra abbiamo visto la strada verso Stanstead centro per dirigerci verso la biblioteca

29. La biblioteca è molto bella e accogliente ed è piacevole visitarla, oltre la curiosità esotica di essere posta a cavallo di un confine rettilineo

29 Questo confine taglia i locali della biblioteca con una riga nera, a sinistra nella foto si è negli Stati Uniti e a destra in Canada. A me, non lo nascondo (e non nascondo la contraddizione con il mio internazionalismo), queste situazioni affascinano tantissimo. La libera circolazione in Europa e l'Euro sono conquiste stupende, ma il gusto di avere un portafoglio con più tasche per conservare le diverse banconote nei tour europei, girare con la calcolatrice in mano per convertire i prezzi visti nei negozi e i controlli doganali sono una nostalgia puramente idealizzata che non rinnego. 

30. Non abbiamo quindi mancato di farci fare una fotografia dal gentile bibliotecario con noi in posa in due Stati diversi, io negli Stati Uniti e Antonella in Canada (in questi giorni la scelta di Antonella è sicuramente migliore, ma entrambi speriamo che il buio finisca prima di essere troppo vecchi e poter tornare in uno Stato che amiamo) 

31. Fuori dalla biblioteca siamo andati sul confine che è rappresentato dai vasi di fiori e dai massi bianchi. Passava una coppia in Vermont e ho chiesto loro (solo per sentirmelo dire): "Scusate signori, voi siete negli USA; giusto? In Vermont" e lui mi ha risposto " Sì, ma non venire di qui che ti arrestano" facendomi il segno delle manette. "Non tema, gli ho rispoto ridendo, non ho la minima intenzione" E ci siamo salutati in allegria. Non ho avuto occasione, ma mi piacerebbe vedere foto di come era il confine prima di quest'anno.

32. Sono piccole innocue manie che stuzzicano la mia curiosità queste anomalie geografico/politiche. Penso che andare a cercarle potrebbe essere una delle attività possibili nei prossimi anni, pochi o (spero) tanti di tempo libero. 

33. Se tornerà la ragione e scalzerà l'ideologia feroce e aggressiva dai luoghi del potere tra non troppi anni (ma io sono pessimista, penso che l'era della ferocia e della prevaricazione durerà a lungo perché sta correndo sull'onda del consenso), torneremo a Stanstead (tanto tornare in Canada vale sempre la pena) per entrare dall'ingresso principale


domenica 9 novembre 2025

11. WANDERLUST: JE ME SOUVIENS. TRA I COLORI D’AUTUNNO IN QUEBEC CON SGUARDO CURIOSO

 11. WANDERLUST: JE ME SOUVIENS. TRA I COLORI D’AUTUNNO IN QUEBEC CON SGUARDO CURIOSO

21. Pranziamo con i formaggi della Fromagerie des Cantons e una baguette (del resto con che altro pane in Quebec?) a Farnham sulle rive del fiume in un piccolo spiazzo erboso e attrezzato chiamato Place du Phénix sulla riva destra del fiume Yamaska. Il sole rende la giornata tersa ma non caldissima, c'è un bel vento, ma è piacevole fermarsi in centro alla cittadina e trovare un luogo così, reso semplicemente confortevole da poche attrezzature ben tenute (ma, spiace dirlo, il bagno chimico era inutilizzabile).  I formaggi erano molto gustosi, probabilmente per chi come noi viene da terre che producono miriadi di formaggi straordinari non motivo di stupore per una scoperta eccezionale, ma considerato quello che spesso abbiamo trovato al Nord (Francia esclua) sicuramente una eccellenza.

22. Questo spazio è un triangolo di verde che si incunea tra la rue Principale, il fiume e il ponte rue St.Paul (alle spalle di Antonella). Con poco, ma con una certa fantasia e intenzione di fare comunità, un paio di "sedie canadesi" per guardare il fiume, un originale camino attorno al quale porre delle panchine in modo non lineare come al solito vediamo da noi, ed ecco che l'area diventa un luogo godibilissimo. Tavoli dovunque sia possibile, per mangiare, per giocare a carte, per appoggiare il computer o la cartina come abbiamo fatto noi. Panchine che si guardano per sedersi e chiacchierare, poltrone canadesi che, anche se assicurate al suolo, possono essere spostate. Più duttilità e meno rigidità anche nell'arredo urbano

23. Abbiamo poi visitato un altro ponte coperto, in modo più sobrio, senza scenette alla Clint/Meryl. Il ponte Freeport a Cowansville. Come si vede qualche inizio di foliage comincia ad essere goduto


24. Un cartello stradale che troveremo molto spesso in Quebec e che, nell'attraversamento dell'incrocio così governato, anche a quattro vie, mi ha sempre un po' messo in difficoltà (e probabilmente fatto agire da prepotente involontario - va beh, probabilmente gli altri avranno pensato, guarda quelli che vengono dall'Alberta come sono prepotenti!). Facendo una ricerca con AI ho trovato queste indicazioni: La regola fondamentale è la "first come, first served" (chi arriva prima passa per primo).
Chi si ferma per primo va per primo: a)Il primo veicolo che arriva a un arresto completo all'incrocio ha la precedenza.
b)Se due veicoli arrivano contemporaneamente: Il veicolo alla destra ha la precedenza.
c)Se due veicoli arrivano contemporaneamente di fronte: Entrambi possono procedere dritto contemporaneamente. d)Se uno deve girare a sinistra e l'altro va dritto, chi va dritto ha la precedenza. e)Chi gira a destra ha la precedenza su chi gira a sinistra.
f)Comunicazione: In caso di incertezza, è comune stabilire un contatto visivo o usare gesti delle mani per comunicare le intenzioni e cedere il passo.
Ecco, io temo di essere passato spesso direttamente alla lettera f), con una buona comprensione da parte dei quebecois incontrati

25. Lo ammetto, in questi casi anche nella vecchiaia torno un po' bambino. Non credo di farlo mai in Italia, forse neppure in Europa, ma quando sono nel continente Nord Americano non resisto (non resistiamo perché è coinvolta anche Antonella) nel fermarci a un fast food e prendere un bicchierone di caffé da bere mentre procediamo in auto (il massimo è poi farlo dopo aver rifornito l'auto di carburante, quest'anno abbiamo fatto un solo pieno e non siamo riusciti). Su, diciamocelo, fa un po' entrare nella scenografia di un film. Fa sembrare quasi buono il caffé e piacevole berlo da quel buchino nel coperchio, anche quando il primo sorso se non stai attento ti ustiona la bocca.

26. l'Abbazia di St. Benoit du Lac è molto bella, più vista dall'esterno che dall'interno, molto asciutto e moderno. Ma anche l'esterno un po' delude perchè per via della chiusura del parco della Abbazia, il lago praticamente è invisibile. Le immagini che si vedono sono prese con drone e quindi l'Abbazia si staglia sulla campagna circostante e sul lago con un colpo d'occhio tanto bello quando non godibile di persona quando si arriva. Non avendo alcun interesse religioso in relazione alla storia della Abbazia e di chi l'ha fondata, abbiamo trovato la visita meno interessante di quanto ci saremmo aspettati. Forse la parte più piacevole è stata la strada nei boschi fatta per arrivare


27. Ma il Quebec riesce a regalare sguardi e viste sempre gradevoli anche in piccoli angoli