sabato 25 giugno 2022

WANDERLUST _ USA, IL WEST ... QUELLO FAR 😉 cap 21 terza parte - FINE DEL DIARIO

   WANDERLUST _ USA, IL WEST ... QUELLO FAR 😉  

cap 21 terza parte

In volo

Tornati a Los Angeles abbiamo lasciato l'auto e ci siamo recati all'albergo scelto perché vicino alla Sixt e vicino alla stazione della Metro della 7th da dove oggi siamo partiti per andare verso Union Station per prendere il Flyaway per l'aeroporto.

E' tutto finito, beh, mancano ancora h9,31 su questo volo e ha tutto il tempo per cadere, e poi ancora un paio di ore  domani. Ma, sperando che vada tutto bene, è solo tempo tecnico di rientro. 

Questo viaggio è finito. 

4500 km in auto

150 km a piedi

4 Stati. 

3 città

8 parchi tra nazionali e navajo.

Ho iniziato questo diario scrivendo: " purché non sia ... un week end lungo a Los Angeles".

Non lo è stato

E' stato straordinario.

America the beautiful.












venerdì 24 giugno 2022

WANDERLUST _ USA, IL WEST ... QUELLO FAR 😉 cap 21 seconda parte

  WANDERLUST _ USA, IL WEST ... QUELLO FAR 😉  

cap 21 seconda parte

In volo

Il giorno dopo, ancora una volta molto presto il mattino, siamo slaiti al Sequoia NP per rendere un veloce ma meritato omaggio al Generale Shermann, la sequoia di maggior volume al mondo. Un albero maestoso e ricchissimo. La strada per la Foresta dei Giganti si inerpica tortuosa per molti chilometri. Coprendo un notevole dislivello in relativamente poca strada. Si arriva a circa 7000 piedi (calcolo 2.100 metri) e assicuro che di primo mattino fa freddo. Noi che ci eravamo anche portati gli indumenti tecnici ci siamo ben guardati dall'usarli, lasciandoli intonsi in valigia. Per fortuna Antonella ha comprato un piumino leggero ma caldo. Io ho messo un maglione in più, ma - dopo aver girato Santa Monica e Coronado con i pantaloni lunghi - al Sequoia ero nel bosco con i pantaloni corti. "Che maschio!" avranno pensato vedendomi sfidare i rigori del freddo, al riparo dei loro pantaloni bei caldi, con le gambette all'aria.

"Che idiota" ho pensato io.

 

E sono sicuro che l'ha pensato anche Antonella.

 

La visita al Sequoia NP è stata breve, come forse anche per altri luoghi che abbiamo visitato dedicando loro meno tempo di quanto realmente meritassero.

 

Però dovevamo essere a Los Angeles per le 17. (siamo in realtà arrivati poco dopo le 15, ma ovviamente non sai mai cosa puoi trovare lungo la strada)

 

Quando stavamo salendo le tortuose rampe della strada verso la Giant Forest, ed eravamo ancora una volta soli, mi ero un po' preoccupanto che, inoltrandoci da soli nel pur breve tratto di percorso nel bosco verso il Generale Shermann, potessimo trovare qualche orso che con una presenza umana più numerosa e rumorosa forse avrebbe scelto altri luoghi.

 

Fortunatamente non eravamo soli e non abbiamo incontrato orsi.

 

 

 

 

Prima di lasciare il Sequoia ci siamo concessi una breve deviazione per passare e ripassare sotto il tronco di sequoia caduto attraverso la strada  e scavato in modo che fosse un piccolo tunnel per auto (tale era la circoferenza del tronco da poter consentire una tale operazione).

Un piccolo momento di regressione infantile che diverte e che vale la pena di sperimentare

 

 

 

sabato 18 giugno 2022

WANDERLUST _ USA, IL WEST ... QUELLO FAR 😉 cap 21 prima parte

 WANDERLUST _ USA, IL WEST ... QUELLO FAR 😉  

cap 21 prima parte

4 maggio Aeroporto di Los Angeles

Fase ansia numero N superata. Abbiamo superato il check in e i controlli di polizia e siamo al gate 225 in attesa del nostro volo. Nell'attesa ( una certa attesa, siamo arrivati con sufficiente anticipo come piace a me, ma questa volta visto le code e la lentezza dei passaggi anche Antonella ha dovuto ammettere che avevo ragione). Continuo a ripercorrere le ultime tappe del nostro viaggio. Abbiamo lasciato Las Vegas di primo mattino. Ci aspettava una tappa di circa 800 km con la visita della Death Valley. Poco tempo dopo aver lasciato Las Vegas il Nulla - bellissimo e affascinante - ci ha circondato. Siamo entrati nella Death Valley con poche persone ancora in giro facendo decine di miglia senza incrociare nessuno.

 

E' stato un altro spettacolo straordinario che si sovrappone alle nostre ormai provate capacità di immagazzinare e memorizzate tanti straordinari paesaggio e emozionanti sensazioni che abbiamo provato in questo viaggio.

 

Siamo prima saliti al Dante's View da dove si può dare uno sguardo complessivo sulla depressione sottostante. A quella depressione, sul bacino salito di Badwater siamo arrivati dopo, in un orario nel quale il sole, già caldissimo, non cuoceva ancora i turisti. La luce nitida di un cielo solo in parte velato (e meno male che un po' era velato!) dettagliava i contorni.

 

 

La lunghissima strada verso Three Rivers ci ha fatto attraversare diversi paesaggi californiani. Poco dopo la Death Valley abbiamo attraversato paesi che sembravano quasi "fantasma". Molte case non curtate, una enorme discarica di auto abbandonate e rottamate (una vera scenografia da film). Una stazione di servizio dove ci siamo fernati a mangiare petti di pollo impanati e fritti, molto buoni. Sembra che in questo luogo (il paese dove ci siamo fermati è Thorne) fosse lo sfruttamento del lago salato la fonte di reddito. L'impressione (assolutamente superficiale) è che questa zona sia economicamente in forte crisi. Raggiunta la zona di Baskerville siamo entrati nella "California orto d'America". Centinaia di frutteti ci hanno accompagnato fino all'inizio della strada che prendendo quota ci avvicinava al Sequoia NP.

 

Alternato, o meglio inserito per una decina di miglia o più, al frutteto abbiamo costeggiato quello che ci è apparso essere un campo di sfruttamento petrolifero della COMCO con decine e decine di pompe di svariate dimensioni.

(riprendo dopo il decollo)

 

 

Attraversata questa varia, ma sicuramente meno drammaticamente bella, parte della California, ci siamo fermati al nostro "ranch" di Three Rivers, a poche miglia dal Sequoia, dove avevamo prenotato.

 

 

Diversamente dalle altre sistemazioni, questo Ranch era organizzato in una ventina di casette bifamiliari distribuite attorno a una piccola piscina. Luogo ameno ma piuttosto parco nella offerta di servizi (per dire: non provvedono alla colazione).

Per sgranchirci le gambe dopo un giorno praticamente chiusi in auto abbiamo preso il sentiero verso il fiume. Stavo camminando davanti quando Antonella mi chiama e mi chiede di voltarmi ma di stare fermo.  Avevo inavvertitamente superato un lungo serpente (non li conosco, non saprei dire se velenoso o no). Gli avevo letteralmente camminato sopra, mettendo il piede fortunatamente ad almeno mezzo metro oltre, senza averlo visto.

Il serpente era per metà sul sentiero, immobile, in attesa di capire cosa avessi intenzione di fare. 

Io avevo intenzione di stare fermo. Già credo una fortuna che non avessi appoggiato il piede dove era lui ( tra l'altro con pantaloncini corti e gamba muscolosa e tonica bella pronta per i suoi denti) provocando la sua reazione.

Ho chiesto ad Antonella se, in caso mi avesse morso, sarebbe stata pronta a succhiare il sangue infetto dalla ferita e sputarlo via come si vedeva nei Western. 

"Neanche per sogno" mi ha risposto. 

Bene, ma non benissimo.