domenica 28 agosto 2016

PROVINCE CHE NON SI INCONTRANO MAI WANDERLUST. L'INFINITO VIAGGIARE, LA MAI DOMA CURIOSITA'_13

PROVINCE CHE NON SI INCONTRANO MAI
WANDERLUST. L'INFINITO VIAGGIARE, LA MAI DOMA CURIOSITA'_13


Quello che più colpisce parlando con la gente di un paese come questo (K.tratta del Rwanda) è la loro mentalità profondamente provinciale. Il nostro mondo, in apparenza globale, in fin dei conti non è che un pianeta di migliaia e migliaia delle più svariate province che non si incontrano mai. Girare il mondo significa passare da una provincia all'altra, ognuna delle quali è una solitaria stella che brilla per proprio conto. Per la maggior parte delle persone che vi abitano il mondo reale finisce sulla soglia di casa, al limite del villaggio, tutt'al più al confine della vallata. Il mondo che sta oltre è irreale, insignificante e addirittura inutile, mentre quello che hanno sottomano e sotto gli occhi assurge alle dimensioni di un grande cosmo oscurante tutto il resto. Spesso gli abitanti di un luogo e chi viene da lontano hanno difficoltà a trovare un linguaggio comune, poiché ognuno di loro guarda il posto da un'ottica diversa; chi viene da fuori usa un grandangolare, che rimpicciolisce l'immagine ma allarga l'orizzonte, mentre la persona del posto ha sempre usato il teleobiettivo, se non addirittura il telescopio, che ingigantisce i minimi dettagli.

R.Kapuscinski – Conferenza sul Rwanda (Ebano)

sabato 27 agosto 2016

SENZA UNA SCOPO PRECISO WANDERLUST. L'INFINITO VIAGGIARE, LA MAI DOMA CURIOSITA'_12

SENZA UNA SCOPO PRECISO
WANDERLUST. L'INFINITO VIAGGIARE, LA MAI DOMA CURIOSITA'_12

"Sono venuto a Kumasi senza uno scopo preciso. Di solito si pensa che sia sempre bene avere uno scopo preciso, nel senso di prefiggersi un obiettivo e perseguirlo. D'altro canto però, è una situazione che impone fatalmente dei paraocchi, perchè si finisce per vedere solo il proprio scopo. E invece la marcia in più offerta da una visione quanto mai ampia e profonda può rivelarsi molto interessante e importante. Entrare in un mondo nuovo è come entrare in un mistero, che può nascondere un'infinità di labirinti, di recessi, di enigmi e di incognite."
Ryszard Kapusinski - Ebano

martedì 23 agosto 2016

IL GRANDE GELO_WANDERLUST. L'INFI NITO VIAGGIARE, LA MAI DOMA CURIOSITA'_11

IL GRANDE GELO_WANDERLUST. L'INFI NITO VIAGGIARE, LA MAI DOMA CURIOSITA'_11

Ryszard Kapuscinski. IMPERIUM_ Scavalcando le pozzanghere

“IL GRANDE GELO, spiega (Tanja, una ragazzina di Jakutsk- Siberia), si riconosce dal fatto che nell’aria sta sospesa una nebbia chiara e brillante. Passandoci in mezzo, la persona via apre un corridoio. Un corridoio che ha la forma esatta di chi ci passa e che resta lì, immobile nella nebbia anche dopo che te ne sei andato. Un uomo grande e grosso apre un corridoio grosso, un bambino ne apre uno piccolo. Tanja, che è magra, forma un corridoio stretto ma abbastanza altro per la sua età, non per nulla è la più alta della classe. La mattina in strada, osservando i corridoi, Tanja capisce se le sue compagne siano già andate a scuola: qui tutte riconoscono al volo i corridoi di amiche e vicine.

Ecco un corridoio largo, basso, dalla linea netta e decisa: segno che è già passata Klavdia Matveevna, direttrice della scuola.

Le mattine in cui non si vedono in giro corridoi di altezza corrispondente agli scolari delle elementari, significa che il freddo è troppo intenso, la scuola è chiusa e i bambini stanno a casa.

A volte si vedono dei corridoi irregolari che si interrompono di colpo. Significa, e qui Tanja abbassa la voce, che un ubriaco è inciampato e caduto. Con il grande gelo molti ubriachi muoiono congelati, e in quel caso i loro corridoi sembrano un vicolo cieco.”

mercoledì 17 agosto 2016

PARTIRE E’ ANCHE UN LASCIARSI ANDARE_ WANDERLUST. L'INFINITO VIAGGIARE, LA MAI DOMA CURIOSITA'_10

PARTIRE E’ ANCHE UN LASCIARSI ANDARE_ WANDERLUST. L'INFINITO VIAGGIARE, LA MAI DOMA CURIOSITA'_10

CLAUDIO MAGRIS
L’INFINITO VIAGGIARE


Ad ogni viaggio, ad ogni partenza, alcuni sensi si acuiscono e altri si ottundono. Ad assopirsi sono le antenne della sospettosa e ansiosa sorveglianza quotidiana, di solito pronte a registrare i segnali di tutto ciò che può minacciare l’ordine e il dominio del piccolo mondo in nostro potere; partire è anche un lasciarsi andare, mollare la zavorra, socchiudere gli occhi come quando si guarda il sole, pigliare quel che viene. Si risveglia la percezione dei colori, degli odori, della superficie liscia o ruvida delle cose, di dettagli anche insignificanti. Una città si rivela pure nel riverbero delle sue nuvole, nella qualità della sua luce, nell’indugiare dei suoi tramonti o nel precipitare del suo buio

martedì 16 agosto 2016

VIAGGIARE E' UNA SCUOLA DI UMILTA'_ WANDERLUST. L'INFINITO VIAGGIARE, LA MAI DOMA CURIOSITA'_9

VIAGGIARE E' UNA SCUOLA DI UMILTA'_ WANDERLUST. L'INFINITO VIAGGIARE, LA MAI DOMA CURIOSITA'_9

Devo citare ancora Magris (l'Infinito Viaggiare) , ma non è colpa mia. E' colpa di questo maestro triestino, che con tranquilla umiltà, sussurrando sulle pagine dei suoi libri, mi colpisce con parole pacate, parche e mai urlate.

2003: "La Cina è vicina?"

"La globalizzazione rende sempre più indispensabile l'istituzione di un canone culturale comune, l'elaborazione di un nucleo di conoscenze e valori fondanti per tutti, al di là di ogni frontiera di civiltà
(...)
Oggi più che mai vivere significa viaggiare; la condizione spirituale dell'uomo come viaggiatore, di cui parla la teologia, è anche una situazione concreta per masse sempre più vaste di persone. sempre più incerto, nelle vertiginose trasformazioni del vivere, appare il ritorno - materiale e sentimentale - a se stessi. L'Ulisse odierno non assomiglia a quello omerico o joyciano, che alla fine ritorna a casa, bensì piuttosto a quello dantesco che si perde nell'illimitato o a quello del li-sao di Chu-Yuan, una peripezia ulissiaca cinese, che alla fine vede dall'alto il suo villaggio ma non può tornarci.
(...)
Viaggiare è una scuola di umiltà; fa toccare con mano i limiti della propria comprensione, la precarietà degli schemi e degli strumenti con cui una persona o una cultura presumono di capire o giudicare un'altra."

venerdì 12 agosto 2016

UN VIAGGIO SENZA UN PERCORSO_ WANDERLUST. L'INFINITO VIAGGIARE, LA MAI DOMA CURIOSITA'_8

UN VIAGGIO SENZA UN PERCORSO_ WANDERLUST. L'INFINITO VIAGGIARE, LA MAI DOMA CURIOSITA'_8

UN VIAGGIO SENZA UN PERCORSO... E' UNA SCUOLA DI PERCEZIONE
Una scienza che non ho mai completamente imparato (purtroppo) ... però...

Ancora la saggezza di Claudio Magris dal suo L'INFINITO VIAGGIARE

Un viaggio senza un percorso e senza mete obbligate (...) è una scuola di percezione, spiega paziente Paolo Bozzi, maestro di questa scienza che insegna non come è fatto il mondo, ma come i nostri senso lo afferrano. Percepire richiede tempo, lentezza, la liberà dell'ozio che permette di soffermarsi su un effetto di rifrazione della luce o su un carnoso fiore di oleandro; richiede di non essere assillati dalla fretta né da un risultato da raggiungere, ma di poter scialacquare il tempo, lasciarlo andare o buttarlo via come una fetta d'anguria appena assaggiata, che si getta con noncuranza, perché di anguria, bella rossa e grande, ce n'é ancora tanta, e basterà per macchiare la camicia con il sugo che schizza tra i denti.

Non l'ho imparata questa scienza, ma prendo lezioni e faccio i compiti, come contando con le dita o sillabando le parole.
Da giovane scandivo le giornate di ferie con gli orari programmati da quando ero ancora a casa prima di partire, ora da vecchi Antonella ed io ci culliamo nell'illusione che quello che non facciamo, potremo farlo nel futuro, e ci godiamo di più quel poco che facciamo, visitiamo, vediamo, o osserviamo seduti a un bar o su una panchina. Non che mi manchi l'ansia da "prestazione turistica", ma l'età e il senile minor vigore  mi obbligano ad essere più pacato viaggiatore (fortunatamente la curiosità aumenta invece di diminuire) che infervorato turista. E così anche Antonella viaggia più rilassata!

giovedì 11 agosto 2016

TALVOLTA I LUOGHI PARLANO_ WANDERLUST. L'INFINITO VIAGGIARE, LA MAI DOMA CURIOSITA'_7

WANDERLUST. L'INFINITO VIAGGIARE, LA MAI DOMA CURIOSITA'_7
TALVOLTA I LUOGHI PARLANO, TALORA TACCIONO. MA E’ IL VIAGGIATORE CHE ASCOLTA O E’ SORDO.
Io dico: talvolta ci limitiamo a scivolare sul ghiaccio, talvolta grattiamo il ghiaccio e un po’ di terra la troviamo

Claudio Magris “L'infinito viaggiare”

Talvolta i luoghi parlano, talvolta tacciono, hanno le loro epifanie e le loro chiusure. Come ogni incontro, pure quello con il luoghi- e con chi ci vive- è avventuroso, ricco di promesse e di rischi. Alcuni luoghi, Venezia o Praga, parlano anche al viaggiatore più distratto e ignaro con l'evidenza stessa del loro apparire e della vita che vi si svolge. Altri si affidano a un'eloquenza indiretta, seducono solo chi li attraversa conoscendo ciò che è avvenuto fra quegli alberi o in quelle strade: la stanza in cui è morto Kafka, a Kierling, dice tante cose ma solo a chi sa che tra quelle pareti ha vissuto le sue ultime ore Kafka e guarda anche le crepe sui muri in questa luce. Altri luoghi si chiudono in un opaco segreto e l'incontro fallisce; pure il viaggio, come ogni avventura, è esposto alla sconfitta all'aridità. Ciò avviene perché il viaggiatore- per ignoranza, per superbia, per accidia-non trova la chiave per entrare in quel mondo, il vocabolario e la grammatica per capire quella lingua e decifrare quella cultura.



Ancora una volta la asciutta prosa di Magris, in poche parole, coglie il nocciolo della questione, di cosa differenzia il viaggiatore (anche quello che è un po’ sordo) dal turista.

Un aneddoto: ricordo l’emozione profondissima provata quando vidi, per la prima e per ora unica volta, le rovine della città di Troia in Turchia. Un ammasso di pietre non particolarmente conservate, ma per me era il terreno calpestato da Ettore e Ulisse, camminavo sui sentieri della storia e del mito. Ero commosso. La stessa sensazione provata altre volte, come quando visitai con Marco gli uffici sotterranei dove Churchill guidò la vittoriosa resistenza britannica contro la Germania quando l’Impero Britannico rimase solo ad opporsi alle armate naziste e quando vidi il Palazzo delle Esposizioni a Hiroshima con Antonella o girammo insieme attorno all’obelisco in Plaza del Mayo a Buenos Aires. Quei luoghi ci parlavano della grandezza e dell’abiezione del genere umano. Li sentivamo parlare. Capivamo ciò che ci dicevano. Forse solo in quei rari momenti, ma almeno in quelli mi sentivo un viaggiatore.

martedì 9 agosto 2016

WANDERLUST. L'INFINITO VIAGGIARE, LA MAI DOMA CURIOSITA'_6

WANDERLUST. L'INFINITO VIAGGIARE, LA MAI DOMA CURIOSITA'_6

MENTRE IL DESTINO...

Claudio Magris. "L'infinito viaggiare"

Mentre il destino  preparava quell'inquadratura, noi quattro passavamo giorni felici fatti di niente, di risate, di vagabondaggi, di coscienziose visite a palazzi, chiese, caffè e osterie, di amabili disguidi ed equivoci, di tempo bevuto a fondo senza assilli da fuggire né mete da raggiungere, tempo buttato spensieratamente come la moneta nel cappello di un mendicante, come se non esistesse alcuna necessità, come se il mondo bislacco e godibile fosse sempre a portata di mano e la morte, nel gioco dell'oca, avesse dovuto fare un bel salto indietro, sino quasi a perderci di vista. Tutto quel che capitava era benvenuto, occasione di riso e di abbandono, come nelle gite scolastiche in cui più il programma va a catafascio, più ci si diverte.
Eravamo tutti, nella nostra esistenza consueta, dannati dall'ossessione del lavoro, ma in quei giorni ci lasciavamo andare alla regalità del gratuito. Vivere in questo modo è un dono che gli déi fanno raramente e che bisogna meritarsi, perché per un'ora o una settimana di questo abbandono occorrono amore e amicizia, quella complicità istantanea che è frutto di vita, esperienze, sentimenti e valori appassionatamente condivisi. Bisogna saper percorrere insieme la strada verso il crack finale, facendo meno inchini possibili al Principe di questo mondo (...) oppure, se proprio insiste, facendogli la riverenza all'incontrario e mostrargli la schiena, si fa per dire, come Bertoldo.

sabato 6 agosto 2016

WANDERLUST. L'INFINITO VIAGGIARE, LA MAI DOMA CURIOSITA' _5

WANDERLUST. L'INFINITO VIAGGIARE, LA MAI DOMA CURIOSITA' _5

Finalmente rendo il giusto omaggio a Magris, al quale ho rubato il titolo di questa serie di post.

Claudio Magris. "L'infinito viaggiare"

Il viaggio dunque come persuasione. 
(...)
La persuasione: il possesso presente della propria vita, la capacità di vivere l'attimo, ogni attimo e non solo quelli privilegiati ed eccezionali, senza sacrificarlo al futuro, senza annientarlo nei progetti e nei programmi, senza considerarlo semplicemente un momento da far passare presto per raggiungere qualcosa d'altro.

venerdì 5 agosto 2016

WANDERLUST. L'INFINITO VIAGGIARE, LA MAI DOMA CURIOSITA' _4

WANDERLUST. L'INFINITO VIAGGIARE, LA MAI DOMA CURIOSITA' _4

Il suono dei nomi delle città.
Ho iniziato a leggere LA SOGNATRICE DI OSTENDA di  Eric-Emmanuel Schmitt stimolato dalla performance dell'amico Marco Cereda ieri sera alla Cascina Elav (nell'ambito dei giovedì dedicati alla lettura organizzati da Quintospazio di Debora Schillaci).
Trovo subito in prima pagina questo breve capoverso
"Tutto cominciò a Ostenda in un timido e fresco mese di marzo.
Avevo sempre sognato di andare a Ostenda.
Quando viaggio, prima che dal luogo stesso mi lascio sedurre dal suo nome. Le sillabe di cui è composto risuonano a distanza, nitide a migliaia di chilometri come se provenissero da sopra i campanili, e il loro suono ne evoca l'aspetto".

Qualcosa di simile mi accade quando penso a un viaggio. Nella lontana memoria mi ritorna in mente il suggestivo e affascinante nome di NORDKAPP , Capo Nord, la fine della rete stradale europea. Il nome, nel suo aspetto roccioso suggestionava la fantasia facendo prevedere ciò che veramente era, una roccia a precipizio sul mare e dopo il nulla fino all'Artico.
Per rimanere a tempi più recenti. quest'anno ho avuto il piacere di visitare una città che da sempre è risuonata mitica nella mia mente, sin da quando da giovane guardavo affascinato atlanti e cartine: USHUAIA.
Non solo perché è presentata come la città più meridionale del mondo (sono tutte caratteristiche, quelle ultimative, che mi attirano) ma anche per il nome così poco spagnolo. Le città argentine che conoscevo avevano tutte più o meno un nome spagnoleggiante (Buenos Aires, Cordoba, Rosario, Posadas...) Ushuaia aveva un nome esotico in una terra esotica in un continente per me esotico. Cosa di più. E come il personaggio di Schmitt, ho scelto Ushuaia per il suono (rimanendo poi estasiato per il resto)

WANDERLUST. L’INFINITO VIAGGIARE, LA MAI DOMA CURIOSITA’ _3

WANDERLUST. L’INFINITO VIAGGIARE, LA MAI DOMA CURIOSITA’ _3

QUEL TACCUINO PERFETTO DA SCEGLIERE PRIMA DI PARTIRE


Paolo Rumiz, inviato di Repubblica e gran viaggiatore quest’anno pubblica una serie di cinque articoli (di quelli, lo sappiamo, che i giornali pubblicano d’estate per avere abbastanza fogli da riempire con la pubblicità e che però se ben fatti sono piacevoli da leggere) contenenti suoi consigli per viaggiare leggeri. Ieri l’articolo del giorno era dedicato, nel titolo e nella parte finale, alla scelta del taccuino.

Mi sono sentito coinvolto, come spero siano coinvolti tanti miei amici.


Ma il teorema più spiazzante riguarda il taccuino. Non esiste un tipo di block-notes buono per tutte le stagioni. La sua taglia è determinata dal tipo di viaggio. Spostamenti veloci richiedono pagine piccole dove annotare frasi fulminanti. Viaggi lenti ti lasciano tempo di riempire pagine spaziose con riflessioni articolate. Per afferrare la complessità del dialogo con un saggio della Montagna servirebbe un unico grande lenzuolo talmudico. Ora, siccome non esiste viaggio uguale a un altro, ecco che la scelta del block-notes va decisa sulla base della formula che segue.

Se T è la taglia del block-notes e V la velocità dello spostamento, ecco che T è inversamente proporzionale a V, dunque V e T, moltiplicati fra loro, devono dare sempre lo stesso numero. Il che ha sorprendenti effetti collaterali. Se sbagli taccuino, e lo prenderai troppo grande, il viaggio rallenterà per obbligarti a una visione più analitica. T aumenta e V diminuisce. Viceversa, se T è troppo piccola, sei costretto ad aumentare il valore di V. Esattamente come un fotografo che attraversa paesaggi immensi e che, sbadatamente, invece del grandangolo s’è portato per sbaglio un teleobiettivo. A quel punto non gli resta che rassegnarsi a un procedere guardingo nella speranza di catturare preziosi dettagli anziché il Tutto. A questo punto direte che sono matto. Forse avrete ragione. Ma il bello deve ancora venire.

giovedì 4 agosto 2016

WANDERLUST. L'INFINITO VIAGGIARE, LA MAI DOMA CURIOSITA' _ 2

WANDERLUST. L'INFINITO VIAGGIARE, LA MAI DOMA CURIOSITA' _ 2

Walt Whitman - Canto della Strada

A piedi e con cuore leggero m’avvio per libera strada,
In piena salute e fiducia, il mondo offertomi innanzi,
Il lungo sentiero marrone pronto a condurmi ove voglia.

D’ora in avanti non chiedo più buona fortuna, sono io la
buona fortuna,
D’ora in avanti non voglio più gemere, non più rimandare,
non ho più bisogno di nulla,
Finiti i lamenti al chiuso, le biblioteche, le querule critiche,
Forte e contento m’avvio per libera strada.

La terra, e tanto mi basta,
Le stelle non scendano più accosto,

So che stanno assai bene dove sono,
So che bastano a quelli che appartengono ad esse.


Song of the Open Road

AFOOT and light-hearted, I take to the open road,

Healthy, free, the world before me,
The long brown path before me, leading wherever I choose.

Henceforth I ask not good-fortune—I myself am good fortune;
Henceforth I whimper no more, postpone no more, need nothing,
Strong and content, I travel the open road.

The earth—that is sufficient;
I do not want the constellations any nearer;
I know they are very well where they are;
I know they suffice for those who belong to them.

mercoledì 3 agosto 2016

L'INFINITO VIAGGIARE, LA MAI DOMA CURIOSITA' _ 1

L'INFINITO VIAGGIARE, LA MAI DOMA CURIOSITA' _ 1

Rubo questo titolo (la prima parte, L'INFINITO VIAGGIARE) ad un libro di Claudio Magris che ho nella pigna di libri da leggere "immediatamente".
Sotto questo titolo vorrei trascrivere appunti e stralci di libri di grandi viaggiatori da godere come invito, come monito e come spinta a "viaggiare" con lo scopo di "grattare il ghiaccio per cercare terra fertile". E lo strumento del blog può essere un modo per condividere con altri amici i piaceri che la lettura di "diari" di altri viaggiatori può dare.
Apro il tomo dei "Meridiani" dedicati a Kapuscinski e trovo, immediatamente, come premessa e promessa di futuri godimenti, questa citazione di Fosco Maraini con il quale inizio volentieri questa carrellata

" Poter gettare ponti che scavalchino millenni, continenti, civiltà, raggiungere esseri umani che lingue, scritture, leggi, costumi, fedi diverse parrebbero dividere inesorabilmente da noi, e scoprire invece che ci sono similissimi - quasi dei fratelli- ecco un insigne piacere."

Quale miglior inizio!