WANDERLUST_ NEW YORK CITY la sorprendente _ cap.5.0
Rientrati a Manhattan dal bel tour Statua della Libertà / Ellis Island siamo andati a Sutton Park per vedere il Queensboro Bridge dalla panchina dalla quale l'hanno ammirato anche Woody Allen e Diane Keaton. Abbiamo chiesto a una gentile signora (che sembrava non conoscere Woody Allen) di farci una foto dalla stessa angolazione. Non ha capito subito, noi volevamo una foto che ci riprendesse di spalle con il ponte sullo sfondo, ma poi gentilmente, come molte delle persone incontrate, si è prestata, fermandosi poi un po' a chiacchierare sulla nostra provenienza e sul nostro viaggio.
Giovedì - Davanti al Flatiron Building
Che è in restaurazione. Maledizione. E' un peccato perché dagli scarsi ricordi della nostra visita di 25 anni fa, questo palazzo è uno dei più vividi e più cari.
Pazienza.
Siamo giunti a piedi dal nostro hotel sulla 56th (qui siamo sulla 23th per capire). E' sempre molto bello camminare per New York. E' veramente una città che non si ferma mai, neppure ai semafori rossi. Il continuo incrociarsi di auto, bus, camion, biciclette, pedoni in modo che è faticosamente regolamentato dai semafori e poliziotti (con un indice di mancato rispetto che dall'apice del ciclista - come in Italia dove sono sicuramente i meno rispettosi e più pericolosi - ai pedoni e infino alle auto che perlomeno rispettano i semafori e i pedoni in modo assoluto, salvo poi parcheggiare dove capita e con il motore acceso a lungo, soprattutto i noleggiatori con le loro stupende SUBURBAN grandi come minibus e che mi fanno impazzire - ma che non prenderei mai perchè hanno sicuramente un impatto ecologico fortissimo e io sono quel tipo di ecologista che deve privarsi, come mi prenderebbe in giro Elena Granata).
Tra un po' lasceremo questo piccolissimo parchetto dove tavolini e sedie sono a disposizione di chiunque e non solo di chi fa consumazioni ai bar della zona. E' come se, immaginiamo, in piazza Libertà a Trezzo tavolini e sedie sono a disposizione di tutti, e i bar della zona devono conquistarsi i clienti con le loro offerte. Ugualmente qui davanti al Flatiron questa bella area è circondata da baracchini mobili tipici della città ai quali volendo si va per prendere da bere o mangiare.
Ci dirigiamo verso un luogo che solletica le nostre aspettative, la High Line (e anche questo piacerà ad Elena Granata).
Mi accorgo che ci sono dei buchi in questi disordinato ricordo.
Ma è anche un effetto di questa città che ci sorprende. Stiamo trovando, ricordiamo però che siamo sempre persone che scivolando sul ghiaccio e fatichiamo a scavare per trovare terra fertile, il bello di questa città non solo nelle icone più famose. Un angolo come questo per esempio, così con un ritaglio di erba sintetica nel triangolo tra l'incrocio tra Broadway e la 5th av. dove appunto sorge il Flatiron.
Non cerve molto: sedie, tavolini liberi, bidoni per l'immondizia, furgoni per il caffé e i sandwiches e un bel sole come quello di oggi.
Sono piccoli luoghi che troviamo in diversi posti e che fanno accogliente (per il turista, non per i tanti che fanno i lavori più umili di servizio) questa città e la rendono ancor più affascinante.
Nessun commento:
Posta un commento