WANDERLUST: CIPRO: BREVE VIAGGIO AUTUNNALE 10.2
Consiglio, a chi visitasse Lefkosia, di non mancare il Museo nazionale della lotta di liberazione, in plateia Archiepiskopou Kyprianou (praticamente dietro il sontuoso palazzo dell'Arcivescovo dove potete ammirare le auto di rappresentanza di Makarios). Contrariamente a quanto scrive la non stupenda Lonely dedicata a Cipro - non usate solo quella per organizzare una visita all'isola - il museo vale la pena. Ci sono immagini un po' forti ma è sempre emozionante imparare la storia dei popoli che lottano per la propria indipendenza. E' certamente un peccato che non ci sia stata armonia tra greco ciprioti e turco ciprioti, ma la dominazione britannica non era certo la soluzione.
Abbiamo visitato il museo e poi abbiamo lasciato Lefkosia. Curiosando sulla formazione della linea Verde, guardando la cartina, avevo visto che essa in determinati posti si ampliava fino a comprendere ampie parti di territorio che non appartenevano a Cipro o alla zona di occupazione turca. Ho visto che ci sono dei paesi completamente compresi nella zona intermedia (che è chiamata Buffer Zone). Uno di questi, visitabile senza alcun problema è Pyla.. Dirigendoci verso Sud non abbiamo quindi mancato di visitare questo paese dove ciprioti greci e ciprioti turchi vivono assieme, sotto l'amministrazione ONU. All'ingresso del paese (noi siamo entrati dalla parte Cipriota) due bidoni dipinti di bianco segnano l'inizio della Buffer Zone - dopo quei bidoni si vedono per strada auto con le targhe di Cipro Nord, di Cipro e dell'ONU (un posto bellissimo per uno come me!). Nel paese a poca distanza dalla Chiesa ortodossa si vede il minareto della moschea. Nella piazza principale, vicino agli Uffici ONU, un ristorante greco apre quasi di fronte a un ristorante turco..
Abbiamo preso una limonata nel bar del paese e poi ci siamo diretti verso il bellissimo B&B di Maroni e quella sera, l'ultima a Cipro, ci siamo concessi un "esagerato" Meze di carne.
GRATTANDO IL GHIACCIO: In questo blog cerco di raccontare i nostri viaggi con l'ambizione di grattare un po' il ghiaccio, su cui scivoliamo abitualmente come turisti, facendo una piccola fatica: quella di sforzarsi di "leggere" (con i miei limitati strumenti culturali) le società nelle quali viviamo per pochi giorni WANDERLUST: desiderio di viaggiare, di fare di nuove esperienze, vedere nuovi posti e vivere la libertà e l'emozione di essere stranieri.
domenica 26 gennaio 2020
WANDERLUST_CIPRO: BREVE VIAGGIO AUTUNNALE_ 10.1
WANDERLUST_CIPRO: BREVE VIAGGIO AUTUNNALE_ 10.1
Ormai il viaggio è alle ultime battute. Questa mattina lasciamo Lefkosia, ma prima di andarcene, nella mattinata seguiamo l'itinerario che ci propone la guida costeggiando la linea verde. Vogliamo vedere con i nostri occhi (un po' di curiosità trash, forse sì) la separazione fisica tra le due città, tra lo stato Cipriota e la parte di Cipro che sulla cartine che vediamo da questa parte è chiamata "zona sotto la occupazione turca" e che dall'altra parte è chiamata Repubblica di Cipro Nord. La linea verde, abbiamo imparato, è precedente alla invasione turca che ha preso lo spunto dal tentativo di colpo di Stato organizzato dagli agonizzanti colonnelli greci.
Percorriamo le strade di confine, trovando le zone dove i fusti usati per i petrolio fungono da barriera. In alcuni casi vediamo che ci sono militari a presidiare. In altri invece nessuno. Attorno alla linea verde la vita ferve, passiamo a fianco di numerose botteghe artigianali, le barriere confinarie sono utilizzate come base di parcheggio. Spesso dietro le barriere si vedono le case abbandonate. Poiché facciamo il giro il mattino piuttosto presto, non c'è gente in giro. Prendiamo una stretta via che si dirama dalla strada principale e in fondo sbuchiamo, senza alcuna limitazione, di fronte a una buffer zone, con case diroccate, una moto con una targa consunta, terreni pieni di macerie. Probabilmente siamo sul punto più vicino e più aperto sulla "terra di nessuno" che ci è capitato di vedere in questo viaggio.
Ormai il viaggio è alle ultime battute. Questa mattina lasciamo Lefkosia, ma prima di andarcene, nella mattinata seguiamo l'itinerario che ci propone la guida costeggiando la linea verde. Vogliamo vedere con i nostri occhi (un po' di curiosità trash, forse sì) la separazione fisica tra le due città, tra lo stato Cipriota e la parte di Cipro che sulla cartine che vediamo da questa parte è chiamata "zona sotto la occupazione turca" e che dall'altra parte è chiamata Repubblica di Cipro Nord. La linea verde, abbiamo imparato, è precedente alla invasione turca che ha preso lo spunto dal tentativo di colpo di Stato organizzato dagli agonizzanti colonnelli greci.
Percorriamo le strade di confine, trovando le zone dove i fusti usati per i petrolio fungono da barriera. In alcuni casi vediamo che ci sono militari a presidiare. In altri invece nessuno. Attorno alla linea verde la vita ferve, passiamo a fianco di numerose botteghe artigianali, le barriere confinarie sono utilizzate come base di parcheggio. Spesso dietro le barriere si vedono le case abbandonate. Poiché facciamo il giro il mattino piuttosto presto, non c'è gente in giro. Prendiamo una stretta via che si dirama dalla strada principale e in fondo sbuchiamo, senza alcuna limitazione, di fronte a una buffer zone, con case diroccate, una moto con una targa consunta, terreni pieni di macerie. Probabilmente siamo sul punto più vicino e più aperto sulla "terra di nessuno" che ci è capitato di vedere in questo viaggio.
sabato 18 gennaio 2020
WANDERLUST _CIPRO: BREVE VIAGGIO AUTUNNALE _ 9.3
WANDERLUST _CIPRO: BREVE VIAGGIO AUTUNNALE _ 9.3
In poco tempo la folla di turisti scompare mentre ci inoltriamo, seguendo approssimativamente l'itinerario proposto dalla guida, in Lefkosia Nord. Giriamo liberi, senza cercare monumenti particolare, cercando di osservare questa città divisa (che ci solletica una poco elegante ma concreta curiosità) come poche ormai ne esistono nel mondo. Riusciamo a scorgere qualche sprazzo di "Linea verde", vediamo case aggettanti, la guida ci informa che è un abbinamento dello stile dei Lusignano con quello ottomano. In effetti ricordo che queste case con parte dei locali sporgenti rispetto al perimetro terreno della casa ci aveva colpito già a Istanbul nella prima visita qualche decenni or sono.
Nel corso di questa piacevole passeggiata nel corso della quale abbiamo percorso strade secondaria vedendo cortili e officine, abbiamo avuto la possibilità di vedere la ex Cattedrale di santa Caterina (ora Moschea Haydarpasha) e il bellissimo palazzo di Giustizia del periodo coloniale (costruito dagli inglesi sulle fondamenta di un palazzo dei Lusignano) e a quanto abbiamo visto ancora in funzione. Una annotazione se qualcuno dovesse leggere queste righe. Nella piazza adiacente, piazza Ataturk, caratterizzata da una colonna Veneziana, si mangia all'aperto sandwiches e hamburger. Se riuscite evitatelo. A parte il servizio carente, è proprio il gusto e la qualità degli hamburger che suggeriscono di cercare altri luoghi dove pranzare.
Dopo pranzo, e dopo esserci beccati un bel temporale (avendo fatto la scelta strategica di lasciare gli indumenti per la pioggia all'asciutto... in valigia) siamo andati a vedere la bella chiesa (nel convento) degli Armeni, nel quartiere di Arabahmet ( avendolo visitato sotto il temporale eravamo più intenti a correre da un riparo all'altro cercando di evitare le enormi pozzanghere piuttosto che ad ammirare le case). La Chiesa degli Armeni vale la visita.
Era tempo di tornare, abbiamo scelto di uscire dalle Mura veneziane per dirigerci verso il Ledra Palace Hotel Check Point dove avremmo avuto la possibilità di percorrere circa mezzo chilometro di "Buffer Zone" e di visitare la Home for Cooperation, un centro comunitario che ospita molti progetti di ONG che mirano a favorire la pace e il dialogo tra le comunità greco-cipriota e quella turco-cipriota. Prima di raggiungere il Ledra Palace Check Point siamo passati davanti a una bellissima libreria /bar ( o bar/libreria) pieno di gattini (tutta Cipro è piena di gatti). Il passaggio lungo la Buffer Zone ha parzialmente soddisfatto la nostra truce curiosità (e mi ha consentito di fare foto un po' di nascosto con il brivido del proibito) di vedere la terra di nessuno con le case abbandonate e in rovina. Non è bello, ma sinceramente occorre ammettere che a Cipro si vuol vedere anche questo. La sosta per bere qualcosa nella Home for Cooperation è stata piacevole, il posto è confortevole e sicuramente "strano" inserito in quel contesto che testimonia costantemente la divisione politica, etnica e religiosa dell'Isola. Rientrati in Cipro siamo tornati, con una lunga camminata, al nostro hotel.
In poco tempo la folla di turisti scompare mentre ci inoltriamo, seguendo approssimativamente l'itinerario proposto dalla guida, in Lefkosia Nord. Giriamo liberi, senza cercare monumenti particolare, cercando di osservare questa città divisa (che ci solletica una poco elegante ma concreta curiosità) come poche ormai ne esistono nel mondo. Riusciamo a scorgere qualche sprazzo di "Linea verde", vediamo case aggettanti, la guida ci informa che è un abbinamento dello stile dei Lusignano con quello ottomano. In effetti ricordo che queste case con parte dei locali sporgenti rispetto al perimetro terreno della casa ci aveva colpito già a Istanbul nella prima visita qualche decenni or sono.
Nel corso di questa piacevole passeggiata nel corso della quale abbiamo percorso strade secondaria vedendo cortili e officine, abbiamo avuto la possibilità di vedere la ex Cattedrale di santa Caterina (ora Moschea Haydarpasha) e il bellissimo palazzo di Giustizia del periodo coloniale (costruito dagli inglesi sulle fondamenta di un palazzo dei Lusignano) e a quanto abbiamo visto ancora in funzione. Una annotazione se qualcuno dovesse leggere queste righe. Nella piazza adiacente, piazza Ataturk, caratterizzata da una colonna Veneziana, si mangia all'aperto sandwiches e hamburger. Se riuscite evitatelo. A parte il servizio carente, è proprio il gusto e la qualità degli hamburger che suggeriscono di cercare altri luoghi dove pranzare.
Dopo pranzo, e dopo esserci beccati un bel temporale (avendo fatto la scelta strategica di lasciare gli indumenti per la pioggia all'asciutto... in valigia) siamo andati a vedere la bella chiesa (nel convento) degli Armeni, nel quartiere di Arabahmet ( avendolo visitato sotto il temporale eravamo più intenti a correre da un riparo all'altro cercando di evitare le enormi pozzanghere piuttosto che ad ammirare le case). La Chiesa degli Armeni vale la visita.
Era tempo di tornare, abbiamo scelto di uscire dalle Mura veneziane per dirigerci verso il Ledra Palace Hotel Check Point dove avremmo avuto la possibilità di percorrere circa mezzo chilometro di "Buffer Zone" e di visitare la Home for Cooperation, un centro comunitario che ospita molti progetti di ONG che mirano a favorire la pace e il dialogo tra le comunità greco-cipriota e quella turco-cipriota. Prima di raggiungere il Ledra Palace Check Point siamo passati davanti a una bellissima libreria /bar ( o bar/libreria) pieno di gattini (tutta Cipro è piena di gatti). Il passaggio lungo la Buffer Zone ha parzialmente soddisfatto la nostra truce curiosità (e mi ha consentito di fare foto un po' di nascosto con il brivido del proibito) di vedere la terra di nessuno con le case abbandonate e in rovina. Non è bello, ma sinceramente occorre ammettere che a Cipro si vuol vedere anche questo. La sosta per bere qualcosa nella Home for Cooperation è stata piacevole, il posto è confortevole e sicuramente "strano" inserito in quel contesto che testimonia costantemente la divisione politica, etnica e religiosa dell'Isola. Rientrati in Cipro siamo tornati, con una lunga camminata, al nostro hotel.
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