giovedì 10 marzo 2016

2016. DIARIO DI VIAGGIO IN ARGENTINA con Cile, Brasile e Paraguay. cap. 3 Note, sec. parte

2016. DIARIO DI VIAGGIO IN ARGENTINA con Cile, Brasile e Paraguay. cap. 3 Note, sec. parte

 Note: 

La Boca è un quartiere abbastanza malfamato. Una volta su un bus, avendo detto all'autista per pagare il biglietto che intendevano recarci verso la Boca, una signora, prima di scendere ci ha detto, in francese per cercare di farsi capire e poi a gesti evidenti, di fare molta attenzione allo zaino.
Ovviamente noi non ci siamo avventurati nel quartiere, rimanendo sulla parte turistica (un po' triste) dei ristoranti con tango o delle ragazze e ragazzi vestiti da tanguéri che si fanno fotografare a pagamento.
Il “Caminito vero e proprio non ha ristoranti e quindi è più piacevole e vero. E' una via molto breve con le case colorate di diversi colori e i pittori che vendono le loro opere







Boca Juniors. Abbiamo passeggiato da s. Telmo alla Boca (Caminito) una domenica nella quale il Boca Juniors giovava in casa. Sin da ore prima della partite torme di tifosi con la maglietta del Boca (il 90% credo con il numero di 10 di Carlitos, un mito da quelle parti), passeggiavano o cominciavano a far scaldare le braci per preparare il cibo. Decine di poliziotti sudavano su autobus in tenuta antisommossa.




















Puerto Madero è una zona ricca, gli appartamenti che danno sul canale dove sono ormeggiate la Corbeta Uruguay e la Fragata Sarmiento e dove svetta il Puente de la Mujer (rappresenta due che ballano il tango, non un ago da sarta...mah) sono costosissimi e tutto, secondo Celia, è costoso. A lei non piace, come lascia dei dubbi l'origine della ricchezza di molti abitanti di Puerto Madero.



 






mercoledì 9 marzo 2016

2016. DIARIO DI VIAGGIO IN ARGENTINA con Cile, Brasile e Paraguay. cap. 3 _ NOTE

note al capitolo 3

le foto dello Zanjon




la "casa minima" presso lo Zanjon


Nota 1: Il mercato di s. Telmo è un pregevolissimo mercato coperto. Tanto appaiono anonimi gli ingressi, quasi da non distinguerli da succedere di negozi e garage dove parcheggiare le auto, tanto è vivace, colorato, ricco di merce alimentare e di antiquariato (ho acquistato tre targhe che ritengo interessanti e molte altre le ho lasciate). E' stato costruito nel 1897 da Juan Antonio Buschiazzo, architetto di origine italiana che ha progettato anche il Cementerio de la Recoleta.
 



















Nota 2: Atletico Club. Fu un centro di detenzione dove furono fatti sparire per essere torturati e uccisi parecchi oppositori ai dittatori ai tempi della “Guerra Sucia”.




martedì 8 marzo 2016

2016. DIARIO DI VIAGGIO IN ARGENTINA con Cile, Brasile e Paraguay. cap. 3

2016. DIARIO DI VIAGGIO IN ARGENTINA con Cile, Brasile e Paraguay. cap. 3



Domenica 14 febbraio. Cafe Dorrego in plaza Dorrego. S. Telmo. BA
Non ho molto da scrivere ma non potevo fare a meno di farmi immortalare mentre scrivo seduto al caffè, come un vero argentino. Abbiamo dormito molto bene. Ci siamo svegliati riposati e ora siamo pronti a conquistare BA. S. Telmo è una quartiere che ricorda, negli odori e in una certa precarietà e approssimazione urbanistica, le città del sud. Siamo usciti presto. Fa già notevolmente caldo. Ovviamente uscendo dall'appartamento dovevamo girare a destra e... quindi... siamo andati a sinistra per un po'...e poi siamo tornati indietro. Il problema di leggere le cartine per me, con Antonella al fianco che è sostanzialmente inutile ;-) e con i doppi occhiali da cambiare sempre tra di loro, sta diventando pesante.
Domenica 14 febbraio. In the earth of s. Telmo. Sera.
Siamo qui nel nostro appartamento, in pigiama dopo una doccia che ha riconciliato i nostri muscoli con la vita e una cena a base di prosciutto e pane a fette.
Siamo combattuti tra l'ipotesi di andare direttamente a dormire oppure di andare al bar all'angolo a bere un “cortado con leche”. A proposito. Oggi abbiamo assaggiato il “dulche con leche”. Quella crema dolcissima che gli argentini usano in molti accostamenti culinari. Boh, dirò, in dosi minime non è cattiva, anzi. Invece abbiamo preso la sala chimichurri.
Alla domenica, per quella parte di sud est di BA che abbiamo visto, metà dei portenos vende qualcosa, dell'altra metà, salvo che per il mangiare a tutte le ore, non molti comperano. Accanto alla Feiria de s.Telmo, con le bancarelle storiche autorizzate esponenti targhe numerate, si sviluppano chilometri di altre bancarelle, artisti da strada, persone che portano avanti una economia informale e a volte apparentemente di sussistenza (ho visto una donna vendere caramelle sfuse).

Non ho avuto la sensazione di pericolo in nessun posto, però il cameriere del ristorante dove abbiamo pranzato con Empanadas, ad Antonella che aveva messo la macchina fotografica dietro la sedia, l'ha fatta mettere davanti sul tavolo. (da Havanna i tavoli hanno un gancio a moschettone sotto il piano dove agganciare le tracolle delle borse).
Torniamo a questa mattina, al caffè Dorrego. Ambiente stupendo, non c'è che dire. Io ho preso, fermatemi se l'ho già detto, un Submarino e Antonella un cappuccino che, ha scoperto, lo fanno speziato e che ha stoicamente ugualmente bevuto.

Direi che una volta la colazione al Caffè Dorrego è obbligatoria. Sulla seconda ci pensiamo. Quando ho chiesto il conto, il cameriere , convinto che non avrei capito il suo spagnolo, ha preso il portatovaglioli del tavolo vicino, e sul primo tovagliolo ha scritto il conto. ARS 120 (circa 8 euro). Direi che non è poco. Abbiamo pagato l'ambiente e il fatto di apparire come turisti( chi direbbe mai che uno con il gilet ricoperto di bandiere e stemmi di stati e città, possa essere un turista!).
Temiamo che l'Argentina sia un paese nel quale sia difficile pagare con la carta di credito. Ricordo che in Islanda abbiamo pagato due caffè con la carta di credito. Dobbiamo stare attenti a tenere in tasca una forte riserva di contanti. Prima di pranzo siamo andati a vedere lo Zanjon. Si tratta di un muso di architettura storica di BA. Una vecchia casa signorile abbandonata quando una epidemia di febbre gialla ha colpito il quartiere. I ricchi sono emigrati verso posti più salubri. I poveri, febbre gialla o di altro colore, sono rimasti e hanno occupato l'immobile. Gli abitanti dello stesso sono passati da 6 a 125 e le condizioni igieniche sono peggiorate esponenzialmente. Dopo un po' di anni è stato deciso che poiché questi poveri vivevano male, dovevano essere scacciati (mi ricorda soluzioni prese anche ai nostri giorni in zone molto vicine a noi). La casa vuota è andata in decadenza finchè il governo della città di BA l'ha acquistata e trasformata in un mus3o. Abbiamo fatto una visita guidata, veloce e in spagnolo estremamente comprensibile.






















 

lunedì 7 marzo 2016

2016. DIARIO DI VIAGGIO IN ARGENTINA con Cile, Brasile e Paraguay. cap. 2

2016. DIARIO DI VIAGGIO IN ARGENTINA con Cile, Brasile e Paraguay. cap. 2

13 febbraio Sul volo IBERIA per BA

Che brutta impressione di decadenza che offre questa compagnia aerea. Siamo su un velivolo vecchio e un po' trasandato. Speriamo che la scarsa attenzione all'arredo dell'abitacolo non sia stata dedicata in ugual misura anche alla sicurezza e alla manutenzione.
Nei sedili dietro di me, sotto la coperta e il cuscino in dotazione, salendo, ho visto spuntare un coltello dimenticato dall'unico pranzo.
Lo schienale del mio sedile progressivamente si abbassa spinto dal mio peso – non indifferente ma non tale da giustificare il difetto meccanico.
Anche il personale di bordo, che pure si da' da fare , appare stanco.
Il volo è partito con 90 minuti di ritardo. In qualche modo sono riuscito ad avvertire TAXI EZEIZA e l'Airbnb del ritardo. Speriamo di non avere brutte sorprese a BA.
L'aeroporto Barajas è veramente grande, dal terminal di sbarco al gate di imbardo, utilizzando un trenino interno, abbiamo impiegato 60 minuti.

14 febbraio. Notte. In the heart of s. Telmo.


Siamo finalmente arrivati... La prima considerazione è che... l'Argentina è lontana. Il viaggio, occorre ammetterlo, è stata abbastanza pesante. Iberia sembra essere una compagnia in crisi. L'ottimo lavoro del personale di bordo non salva una sensazione di trascuratezza generale.
Però siamo arrivati.
Il passaggio doganale, con foto e impronta del pollice, è stato veloce e senza problemi. Abbiamo avuto qualche momento di panico perchè non riuscivamo a ricordare com'era fatta la valigia grande. Meglio, ricordandoci, mettere un nastrino sulla maniglia.
Taxi EZEIZA è stato efficiente. Ci aspettavano e ci hanno portato velocemente a destinazione. Nota: credo che avremo pochi problemi se parleremo italiano.
Arrivati all'alloggio “In the earth of san Telmo” (un Airbnb) abbiamo telefonato a Celia, una simpaticissima signora di origine italiana (zona Ancora ed Ascoli) nipote di emigranti. Ci ha presentato il piccolo ma funzionale e piacevole appartamento (e appare anche pulito, ma lo stiamo guardando essendo svegli da 24 ore, quindi non lucidissimi) e ha chiacchierato un po' con noi. Non so dire se sia lei espansiva o lo sono gli argentini in generale, ma ci siamo salutati appena visti con baci e abbracci. E ora, dopo una meritata doccia, a dormire
BA dall'Aereo

In the earth of s. Telmo

In the earth of s. Telmo

san Telmo

san Telmo

san Telmo

san Telmo

Celia, Antonella e Roberto


domenica 6 marzo 2016

2016. DIARIO DI VIAGGIO IN ARGENTINA con Cile, Brasile e Paraguay. cap.1





13 febbraio 2016. A bordo del volo Iberia.

Alla fine è giunta l'ora. Siamo partiti, ora siamo in volo verso Madrid e finalmente è giunto anche il momento della noia del volo

Per me il primo passaggio al varco del controllo assume sempre la sensazione di attraversare la cruna dell'ago.

Oggi si è svolto tutto benissimo e in fretta. Non abbiamo fatto fila all'imbarco, al varco siamo passati velocemente e siamo giunti al gate A12 che stavano ancora finendo di imbarcare il volo precedente (leggermente in anticipo, forse?).

Da ieri sera ogni cosa che facevo mi suggeriva il pensiero “è l'ultima volta...” E' l'ultima volta che, prima del ritorno è ovvio) dormo in questo letto, che ceno a questo tavolo, che mi lavo in questa doccia...

Fa un po' parte del mio sentire. Una delle mie paure è di un'andata senza ritorno. Andare in ospedale a morire sapendo che tornerò ma i più a casa a usare le mie cose. Anche da questo viaggio potrei non tornare (come ogni mattino quando vado al lavoro del resto). Ma, non lo so. E questo non vorrei mai saperlo. Ecco, io ateo, laico illuminista, che chiedo alla scienza risposte certe, che credo che la conoscenza umana non dovrebbe avere limiti, che non sono interessato a nessuna verità rivelata, su questo (sapere che vado a morire) voglio rimanere ignorante.

Ma stiamo partendo per un viaggio di piacere, forse meglio riporre in un angolo del mio affaticato cervello queste riflessioni e per tre settimane pensare a come godersi al meglio queste occasioni che il caso e l'oculata amministrazione famigliare di Antonella ci consentono.