Domenica 14 febbraio. Cafe Dorrego in
plaza Dorrego. S. Telmo. BA
Non ho molto da scrivere ma non potevo
fare a meno di farmi immortalare mentre scrivo seduto al caffè, come
un vero argentino. Abbiamo dormito molto bene. Ci siamo svegliati
riposati e ora siamo pronti a conquistare BA. S. Telmo è una
quartiere che ricorda, negli odori e in una certa precarietà e
approssimazione urbanistica, le città del sud. Siamo usciti presto.
Fa già notevolmente caldo. Ovviamente uscendo dall'appartamento
dovevamo girare a destra e... quindi... siamo andati a sinistra per
un po'...e poi siamo tornati indietro. Il problema di leggere le
cartine per me, con Antonella al fianco che è sostanzialmente
inutile ;-) e con i doppi occhiali da cambiare sempre tra di loro,
sta diventando pesante.
Domenica 14 febbraio. In the earth of s. Telmo. Sera.Siamo qui nel nostro appartamento, in pigiama dopo una doccia che ha riconciliato i nostri muscoli con la vita e una cena a base di prosciutto e pane a fette.
Siamo combattuti tra l'ipotesi di andare direttamente a dormire oppure di andare al bar all'angolo a bere un “cortado con leche”. A proposito. Oggi abbiamo assaggiato il “dulche con leche”. Quella crema dolcissima che gli argentini usano in molti accostamenti culinari. Boh, dirò, in dosi minime non è cattiva, anzi. Invece abbiamo preso la sala chimichurri.
Alla domenica, per quella parte di sud est di BA che abbiamo visto, metà dei portenos vende qualcosa, dell'altra metà, salvo che per il mangiare a tutte le ore, non molti comperano. Accanto alla Feiria de s.Telmo, con le bancarelle storiche autorizzate esponenti targhe numerate, si sviluppano chilometri di altre bancarelle, artisti da strada, persone che portano avanti una economia informale e a volte apparentemente di sussistenza (ho visto una donna vendere caramelle sfuse).
Non ho avuto la sensazione di pericolo in nessun posto, però il cameriere del ristorante dove abbiamo pranzato con Empanadas, ad Antonella che aveva messo la macchina fotografica dietro la sedia, l'ha fatta mettere davanti sul tavolo. (da Havanna i tavoli hanno un gancio a moschettone sotto il piano dove agganciare le tracolle delle borse).
Torniamo a questa mattina, al caffè Dorrego. Ambiente stupendo, non c'è che dire. Io ho preso, fermatemi se l'ho già detto, un Submarino e Antonella un cappuccino che, ha scoperto, lo fanno speziato e che ha stoicamente ugualmente bevuto.
Direi che una volta la colazione al Caffè Dorrego è obbligatoria. Sulla seconda ci pensiamo. Quando ho chiesto il conto, il cameriere , convinto che non avrei capito il suo spagnolo, ha preso il portatovaglioli del tavolo vicino, e sul primo tovagliolo ha scritto il conto. ARS 120 (circa 8 euro). Direi che non è poco. Abbiamo pagato l'ambiente e il fatto di apparire come turisti( chi direbbe mai che uno con il gilet ricoperto di bandiere e stemmi di stati e città, possa essere un turista!).
Temiamo che l'Argentina sia un paese nel quale sia difficile pagare con la carta di credito. Ricordo che in Islanda abbiamo pagato due caffè con la carta di credito. Dobbiamo stare attenti a tenere in tasca una forte riserva di contanti. Prima di pranzo siamo andati a vedere lo Zanjon. Si tratta di un muso di architettura storica di BA. Una vecchia casa signorile abbandonata quando una epidemia di febbre gialla ha colpito il quartiere. I ricchi sono emigrati verso posti più salubri. I poveri, febbre gialla o di altro colore, sono rimasti e hanno occupato l'immobile. Gli abitanti dello stesso sono passati da 6 a 125 e le condizioni igieniche sono peggiorate esponenzialmente. Dopo un po' di anni è stato deciso che poiché questi poveri vivevano male, dovevano essere scacciati (mi ricorda soluzioni prese anche ai nostri giorni in zone molto vicine a noi). La casa vuota è andata in decadenza finchè il governo della città di BA l'ha acquistata e trasformata in un mus3o. Abbiamo fatto una visita guidata, veloce e in spagnolo estremamente comprensibile.
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