Tra tutti i posti visitati nostra breve vacanza in Francia, quello che più mi ha delusio (meglio: che meno mi ha ben impressionato) è stata la Camargue.
Sicuramente ha influito sulla propensione a vedere con occhio benevolo il contesto l’aver sfortunatamente scelto un pessimo albergo (dirò il nome a chi me lo chiederà, avendo dato una valutazione di 3.3 su Booking ho ricevuto dal proprietario una mail al limite dell’insulto).
Non si tratta del fatto che fosse un albergo modesto, questo lo sapevamo, ma quanto l’approssimazione con cui era stato arraffazzonato, chiaramente esprimente la convinzione che tanto i turisti sarebbero arrivati con la stessa facilità con cui le trote di allevamento abboccano. E questo a me urta.
Saintes Maries de la mer aveva il dubbio fascino di una località di mare in disarmo pre invernale, metà chiusa e metà con ristoranti dal menù tutto uguale (paella e/o frutti di mare). Noi siamo andati per due sera a mangiare panini e sandwiches in un improbabile ma simpaticissimo barettino un po’ (molto) scalcagnato nel quale la cameriera dal sorriso freschisimo accudiva anche al piccolo bambino che si era portata al lavoro.
La D570 è un succedersi continuo di PROMENADE A CHAVEL, serializzazione di una offerta turistica che, per diffidenza e esperienza, mi da l’idea di essere inversamente proporzionale alla qualità e direttamente proporzionale al prezzo alto.
Le saline di SALIN de GIRAUD sono introvabili.
Il Parco Ornitologico tutto sommato è stato abbastanza noioso.
Non so, forse la Camargue merita una seconda possibilità, ci sarà chi l’ha visitata in momenti migliori e può raccontarla diversamente. Forse una seconda possibilità gliela daremo, con il tempo.
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