domenica 30 aprile 2023

WANDERLUST_ NEW YORK CITY la sorprendente _ cap.3.1 _ B/N

  WANDERLUST_ NEW YORK CITY la sorprendente _ cap.3.1 _ B/N

Ancora un intermezzo nel racconto con qualche fotografia in bianco e nero. Lo smartphone che consente di fare migliaia di foto apparentemente gratuite (in realtà anche tutte le foto che facciamo, che archiviamo, che pubblichiamo, hanno un costo e un impatto), permette di variare dalla solita foto e sperimentare, senza abilità e senza competenze, in forme e stili differenti. A me piace, di molti luoghi, provare a impostare il filtro bianco e nero. E' uno stile che, sia in ambienti cittadini sia nel ritratto di persone, sia in forme più astratte, mi affascina molto. Quando ero giovane e si fotografava con le pellicole, voleva dire andare in gito con due macchine fotografiche. E poi i più bravi le sviluppavano a casa occupando magari il bagno di casa. Non l'ho mai fatto, come non ho fatto un sacco di cose che ora non potrò più fare. E mi sfogo quindi grazie alla abilità degli ingegneri che collaborano con il signor Samsung. Gli esiti sono ovviamente banali, ma mi tolgo queste piccole soddisfazioni.












sabato 29 aprile 2023

WANDERLUST_ NEW YORK CITY la sorprendente _ cap.3.1 Brooklyn

 WANDERLUST_ NEW YORK CITY la sorprendente _ cap.3.1 Brooklyn

Brooklyn, Sweatleaf Coffee. Martedì 18 aprile

Siamo a Brooklyn e ci siamo fermati a bere un caffè in questo locale che è anche una torrefazione. Le foto di Antonella renderanno giustizia di che posto bellissimo sia. Il miglior posto per il ... no, non sarebbe giusto. Probabilmente il caffè è buonissimo, quello di Antonella è buono, e probabilmente ha ragione Francesco Costa nel dire che quello che ci propinano nei nostri bar è un qualcosa di bruciato. Ma tra un bicchiere di un quarto di litro di caffè americano liscio e la nostra moka...

Ma non fa nulla, il posto è delizioso, molto accogliente, con una arredamento caldo e confortevole, che crea una bella atmosfera. 

Pieno di persone che bevono questi enormi caffè e lavorano al computer, leggono, smanettano sullo smartphone, come l'anziana signora che ho a fianco... ah ma è Antonella!!!

Siamo appena passati da una farmacia per prendere pastiglia contro il mal d'aria per Antonella che è stata male (non accadeva da tempo) all'andata. Siamo stati consigliati da una simpatica signora che ha capito subito il problema nonostante il mio balbuziente inglese e ci ha chiesto da dove venissimo. Ohhhh! L'Italia!!! Un posto immaginifico e lontanissimo.

Brooklyn, la parte che stiamo facendo noi, assomiglia molto a midtown di Manhattan, senza vedere sullo sfondo i grattacieli, infatti le case sono basse, massimo tre piani, con le scale antincendio che mi fanno impazzire. E' abbastanza presto e i sacchi dell'immondizia che non sono in zone di raccolta ma in fila sul marciapiede di fronte a ogni civico sono ancora da raccogliere. Abbiamo dato un'occhiata, sembra esserci un principio di raccolta differenziata, ma apparentemente timida. 

Certo che scrivere il diario sul quaderno scrivendo con la stilografica , in mezzo a tanti device,  sorseggiando a piccole dosi l'infinito caffè americano fa molto figo, ma sinceramente per ora ho finito le cose da scrivere e non saprei che altro dirvi. E allora vi saluto.





















venerdì 28 aprile 2023

giovedì 27 aprile 2023

WANDERLUST_ NEW YORK CITY la sorprendente _ cap.3 _Memorial 911 _ IL MEMORIALE DELL'11 SETTEMBRE

 WANDERLUST_ NEW YORK CITY la sorprendente _ cap.3 _Memorial 911 _ IL MEMORIALE DELL'11 SETTEMBRE

New York, in hotel, martedì mattina, 18 aprile

Oggi ci dedicheremo a Brroklyn e la giornata dovrebbe concludersi con l'attraversamento del mitico ponte diretti verso Manhattan.

Riprendendo in questi pochi minuti l'intera giornata di ieri, come dicevo, nel primo tratto siamo scesi verso Downtown a piedi lungo la 5th Av che incrociamo dalla 56th E proprio di fronte alla Trump Tower (dove ho la tentazione di entrare e utilizzare i bagni che ho letto sono piuttosto pomposi).

Abbiamo incontrato sulla sinistra la famosa cattedrale di st. Patrick interamente addobbata con fiori ( freschi e anche finti).

Non capiamo se è una consuetudine o se questo addobbo è dovuto alla recente festa di san Patrizio.

Della bella, indubbiamente, e ricca, senza essere nauseante, cattedrale mi ha colpito una scultura in legno intitolata "lasciate che gli oppressi vadano liberi", ingenua ma anche realistica e un po' commovente rappresentazione della moltitudine degli oppressi da diversi poteri. (avete visto le foto nel capitolo 1)

All'altezza del "vecchio amico" Empire abbiamo svoltato verso Bryant Park per andare alla Public LIbrary, ma era ancora chiusa, e allora ci siamo arresi rinunciando ad utilizzare i mezzi pubblici di superficie e rifugiandosi nella Metropolitana per dirigersi verso il Memoriale degli attentati dell'11 settembre 2001. (con il fatto che qui dicono 9/11 mi verrà da confondermi con le date) - le foto nella parte dedicata del capitolo 1.

Si arriva vicini alla cappella di st.Paul che ha al suo esterno un piccolo ma bel cimitero e che nel pomeriggio ci riserverà qualche sorpresa.

Che dire del complesso del memoriale?

Ultimamente ho visto la foto di una ragazza che si mette in posa ridendo sui binari di Auschwitz Birkenau e viene in mente il monito della Senatrice a Vita Liliana Segre che invita a visitare i campi di sterminio anche un po' affamati, senza aver fatto colazione, come per fare un tentativo di immedesimazione nel contesto. Anche se credo che quelli che assurgono agli (!) onori mediatici siano casi limite che appunto sono carne sanguinante per gli appetiti dei lupi dei media, e devo dire che per esempio ad Hiroshima e Nagasaki non ho visto atteggiamenti men che rispettosi, il rischio che questi posti diventino una meta cool del turismo di massa (con dentro noi due, non facciamo i woke, gli snob più di quello che siamo) e quindi perdano l'approccio quasi di pellegrinaggio laico esiste.

L'area del 9/11 in centro alla città al centro del mondo ha sicuramente difficoltà a diventare un luogo laicamente sacro, ma mi sembra di aver colto un sentimento generale di profondo rispetto, aiutati dalla minuziosa attenzione al particolare che la retorica patriottica americana stimola e richiede. Certamente consente più partecipazione empatica il fiore infilato in una lettera del nome di una vittima sul bordo delle vasche commemorative che molto altro più enfatico. Però mi ha colpito, commosso e turbato la precisa, sentita, partecipata volontà di ricordare una per una ogni vittima di quegli attentati. E non possono non metterla in paragone, per comprendere come l'ingiustizia e le disuguaglianza non sia solo in vita ma anche in morte, con la notizia sentita oggi tornando a casa alla radio: 50 morti in un naufragio in un viaggio della speranza (non solo per la tragedia del migrare, quanto per il rimanere, anche da morti, dei "perfetti sconosciuti", come titola il suo film l'amico Mattia Colombo). O come pure lo rimarranno i 44 civili uccisi in Burkina Faso che leggo sul meritevole Internazionale del 14 aprile. E mi ha fatto capire quanto sia importante, fondamentale, per conservare la nostra dignità di fortunati, il lavoro di Cristina Cattaneo con il suo Labanof.

(oggi foto del Central Park, meta di una breve visita)