WANDERLUST _ NEW YORK CITY la sorprendente _ cap.1
16 APRILE
Ancora una volta sono seduto al gate in attesa di un volo.
Questa volta ci attende un aereo Emirates che ci porterà (speriamo) al JFK di
New York.
Dopo almeno 25 anni torniamo a visitare questa città unica e
iconica.
Per la seconda volta di seguito, ad un anno di distanza, la
nostra meta sono gli USA. L’anno scorto fu la West Coast (nella pagina a fianco
del libricino dove sto scrivendo gli appunti ci sono le ultime parole del diario
del viaggio precedente).
L’anno scorso fu un viaggio più impegnativo e fu
fortunatamente straordinario. Abbiamo molte aspettative anche da questo breve
break a New York.
Credo che non sia un mistero che sto aspettando con ansia, ormai,
il momento nel quale diverrò padrone del mio tempo (lo sto dicendo anche alla
gatta ormai). Desidero poter disporre dei miei giorni spero in buona salute e a
lungo, ma sono consapevole che non siamo padroni del nostro destino, possiamo
cercate di aiutarci conducendo uno stile di vita attento, aiutati del benessere
che l’essere nati dalla parte giusta del pianeta, e con il colore della pelle
giusta ci consente
Non ci dimentichiamo che quanto noi spenderemo per goderci 5
giorni nella Grande Mela, per qualcuno è il costo del viaggio della speranza,
consegnato ai trafficanti che rimangono nell’ombra e al sicuro (spesso non al
timone di improvvisati vascelli) e non trovati sull’intero globo terracqueo,
per essere mandato in balia delle onde, delle intemperie, della ostilità a
volte cattiva se si sopravvive al mare.
E’ una consapevolezza che ci spinge a cercare di vivere bene
e con moderazione e a compiere giornalmente il nostro dovere di cittadini
europei senza impattare eccessivamente sull’equilibrio ecologico, e a non
procrastinare a un incerto tempo futuro quel poco di bello che possiamo
cogliere oggi. E bello è sicuramente viaggiare (anche se contradditorio ecologicamente
– non ho idea di cosa impatti il nostro A380), e questo, nei nostri limiti
(compreso quello di non essere liberi dal dovere del lavoro), cerchiamo di
coglierlo.
E allora: New York.
Ancora 45 minuti e cominceranno le operazioni di imbarco.
Fino ad ora è andato tutto bene; controlli di sicurezza e
doganali passati con precisa facilità.
NEW YORK Lunedì’ mattina. Carnegie Hotel. 17 aprile
Pronti
Sono le 7.15 e abbiamo già fatto colazione. Ci sembra un po’
presto per immergerci in NYC.
E approfittiamo anche per caricare i telefoni (notizia
notizia!!! Abbiamo portato i convertitori tra le prese Usa ed Europa e
riusciamo a caricare i device senza passare la prima mattina alla ricerca dell’ennesimo
convertitore da comperare).
Ieri tutte le procedure sono state semplici e veloci.
Abbiamo dovuto aspettare più tempo in attesa dei bagagli che nel passaggio
doganale (dove abbiamo trovato un giovane e simpaticissimo agente) per entrare
negli USA. Il viaggio è stato oggettivamente lungo e Antonella non è stata
bene. Fortunatamente in un aere strapieno, nella nostra area soprattutto di famiglie
ebree con tantissimi bambini, il terzo posto della nostra fila era libero e Antonella
ha potuto sdraiarsi. Non se so sia una mia impressione errata, mi sembrava
migliore il servizio Emirates di qualche anno fa. Anche il cibo, ben lontano
dall’essere ottimo.
Recuperati i bagagli abbiamo preso l’Air Train verso Jamaica
acquistando la Metrocard con 10 passaggi. Ne useremo 4 ma abbiamo pagato $25 al
posto di $8,50 x 4 che a occhio fa $35.
La cosa strana e che quando ho cercato di ricaricare questa Metrocard
con l’abbonamento settimanale non siamo riusciti. Senza por problemi abbiamo
preso due nuove Metrocard ($33) per una settimana.
Il viaggio sulla E fino a 7av. è stato tranquillo. Certo la
Metro non è lucente e splendida, non ha i vagoni nuovi di Milano, ma con l’accortezza
di non entrare mai in vagoni dove già non ci sono molte persone e con molta
attenzione, possiamo sperare di non incontrare problemi.
Uscita in 7av e percorsi i tre blocchi fino alla 56th abbiamo
visto qualche piccolo gruppo di homeless, tutta un’altra cosa però rispetto a
LA, e aree dove la sera vengono messi i sacchi per la raccolta rifiuti anche un
po’ degradate. I sacchi sono messi sul bordo del marciapiede creando una
successione continua.
Il telefono è quasi carico.
Bene. E’ ora di partire.
st.Patrick's |
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5 av |
Rockfeller Center |
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