WANDERLUST _ ANDALUSIA cap.1
Siviglia 7 ottobre.
Sono convinto che prima di andare in vacanza siano necessari
almeno un paio di giorni di ferie. Passare dalla scrivania dell’ufficio al
posto sull’aereo non è sano.
O forse semplicemente si eviterebbe di dimenticare gli
occhiali. Penso che il mio ricordo dell’Andalusia sarà un ricordo leggermente
fuori fuoco, dai contorni non ben distinti, sfumato come le foto romantiche che
facevamo da ragazzi alle fidanzate (plurale generico, a me basterebbe il
singolare).
Siamo partiti da Bergamo con il bus Orio Shuttle per
Malpensa. Viaggio comodo e (sarebbe stato) tranquillo. Se non ci fosse stata
una mamma che per buona parte del viaggio ha cercato di convincere il figlio
(alla ricerca di indipendenza economica) a lasciare il lavoro di barista che lo
manda a dormire tardi e gli sconvolge i cicli circadiani (o qualunque parola
che gli assomigli, qualunque cosa voglia dire), facendolo deperire, mentre il suo
tono di voce (della mamma) faceva deperire la mia pazienza. Fortunatamente
anche la pazienza del figlio probabilmente è deperita e in qualche modo la
telefonata di è conclusa con un “fatti anche la spremuta” (poi la mamma ha telefonato
al padre, molto più brevemente) e noi siamo arrivati a Malpensa.
Accade sempre una cosa strana al gate (questa volta eravamo
tra i primi). Invece di aprire l’imbarco quando l’aereo è pronto per
accoglierti, facendo defluire così in modo veloce la coda, fanno passare le
persone per bloccarle per almeno una decina di minuti subito dopo, in uno
spazio molto più stretto e scomodo (e in piedi) del precedente, in attesa che
dall’aereo diano il via libera. Credo che non ci voglia una scienza per capire
che è una procedura stupida. Ma immutabile.
Il viaggio con FR è stato senza lode (di sicuro) ma
oggettivamente anche senza infamia.
Sbarcati a Siviglia abbiamo subito trovato la fermata della
TUSSAM, linea EA e siamo partiti per il centro.
Abbiamo facilmente identificato i luoghi e così siamo scesi
alla fermata giusta vicino al Ponte Isabel II e ci siamo diretti verso il
nostro B&B Alfaferia 59 nell’omonima via a Triana.
Il primo colpo d’occhio è positivo, la città appare vivace.
Individuato il B&B, entrati siamo stati accolti con calore
da Rosa e da Carlo che chi ha dato preziose indicazioni che in parte hanno
confermato e in parte migliorato la mia programmazione dell’itinerario
preparato per visitare questa città.
Abbiamo seguito subito una indicazione di Carlo su dove
andare a cenare. A poche decine di metri dal B&B abbiamo cenato senza
attesa, pur non avendo prenotato, nel locale Golandrinas dove al piano terra si
servivano vino e piatti al bancone, mentre al piano rialzato e in un locale
dall’altra parte della via si cena seduti al tavolo.
Tutto in una apparente confusione che lasciava un po’
stupiti e con un libello di decibel delle conversazioni che rendeva incomprensibile
come ci si capisse.
Noi abbiamo preso un piatto “punta de solomillo” che andava
per la maggiore, meritatamente, e un “malva canutera” (alla fine tonno), più
ordinario.
Uscendo abbiamo passeggiato sul Paseo Betis ( da dove si
vede Siviglia illuminata, cosa non possibile sul paseo sull’altro lato del
Guadalquivir) in una calda sera d’estate
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