domenica 25 settembre 2016

GRATTANDO IL GHIACCIO_L'IDEA DI UNA VENEZIA... 17_18.9.16 quinta parte (2)

GRATTANDO IL GHIACCIO_L'IDEA DI UNA VENEZIA... 17_18.9.16 quinta parte (2)
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GRATTANDO IL GHIACCIO_ L'IDEA DI UNA VENEZIA ... 17/18.9.16 quinta parte (1)

GRATTANDO IL GHIACCIO_ L'IDEA DI UNA VENEZIA ... 17/18.9.16 
 (continua) quinta parte (1)


Penso torneremo a Venezia, cercando ancora i canali e le calli più periferiche, in inverno, per vederle con la nebbia o la neve.

Forse per gli abitanti l'aspetto pratico (i fastidi dell'umidità e del ghiaccio) toglie ogni suggestione romantica (non deve essere facile vivere a Venezia, soprattutto se anziani, anche se in realtà abbiamo conosciuto un arzillo signore di 93 anni a campo del Moro- uno degli angoli più belli e suggestivi - che si lamentava delle barche a motore che hanno sostituito quelle a remi piuttosto che dell'infinità di ponti che doveva attraversare per muoversi). Per il turista immagino che una Venezia che si intravede tra la nebbia o ammantata di bianco sia una suggestione straordinaria. La giornata della cultura ebraica ci ha portato a visitare il Ghetto.

La comunità ebraica a Venezia è estremamente ridotta. Ho chiesto quanti fossero e la signora che guidava la visita a una delle Sinagoghe aperte mi ha detto che sono in 450.

Poche persone e forse anche per questo la giornata mi è sembrata organizzata un po' sottotono.

Abbiamo visitato le tre Sinagoghe aperte, di cui una con la Torah nell'Arca, ben illustrata da una signora preparata che ha pure giustificato il ruolo secondario ( e relegato in un apposito recente chiamato Matroneo) delle donne mascherandolo come un privilegio (la maternità) come abitualmente fanno tutte le religioni maschiliste ed escludenti (le donne servono solo per filiare, alla fine; ha commentato salace Antonella)

Non abbiamo partecipato alla conferenza e alla lectio magistralis, e forse questo ha penalizzato la nostra partecipazione alla giornata della cultura ebraica. Ma occorre anche dire che il museo del Ghetto non appare molto curato, le persone addette sul posto (anche all'ufficio turistico ebraico) non brillavano per simpatia e non creavano empatia (salvo la signora citata).

Abbiamo comprato ottimi dolcetti kosher alla panetteria Volpe che abbiamo gustato a casa con Giulia e Marco.

Complessivamente, anche se ci aspettavamo di più in termini di profondità, la visita al Ghetto è stata una tappa bella e positiva, grazie anche alla lettura precedente propedeutica che ha consentito un aumento di conoscenza di una realtà prossima e lontana contemporaneamente.(continua)

















sabato 24 settembre 2016

venerdì 23 settembre 2016

GRATTANDO IL GHIACCIO_ L'IDEA DI UNA VENEZIA... 17/18.9.2016 _quarta parte

GRATTANDO IL GHIACCIO_L'IDEA DI UNA VENEZIA... 17/18.9.2016_ quarta parte

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Il cimitero di Venezia non è monumentale. Non è quindi un museo a cielo aperto come Milano. Il fascino risiede soprattutto nell'arrivo su vaporetto (con un costo spaventoso) e dall'odore di mare che si sente, senza vederlo dietro le mura, quando si percorrono i corridoi più esterni dei recinti periferici.

Sono sepolte alcune figure di rilievo della storia culturale - anche contraddittorie - come Pound, Broskij, Stravinskij. E' sepolto il grande H.H., il "mago "Helenio Herrera.

Una statua è particolarmente toccante, rappresenta una giovane distesa morente, suicida per amore. Una nobile russa , Sophie Kailensky, che si tolse la vita due giorni dopo essere giunta in città. Molte tombe, in particolare nei recinti Greco ed Evangelico, sono disastrate. all'ingresso si può prendere una pessima mappa che indica dove sono rintraccibili le tombe di maggiore richiamo turistico (la mappa è piuttosto arrafazzonata, però sul muro immediatamente a destra ddell'inclesso nell'emiciclo potete trovare un poster a colori molto meglio dettagliato, indicante anche le statue di maggior pregio. . Preparatevi con una biro o lo smartphone se siete tecnologici per fotografare il manifesto - non so se sia scaricabile dal sito della società del comune. Quel giorno adetti del comune stavano raccogliendo interviste di soddisfazione cliente e ne ho approfittato per manifestare la mia delusione per la mappa con cui avevo girato (e trovato a fatica le tombe) il cimitero, invitando ad utilizzare il poster per produrre una mappa adeguata.


Lo stato di abbandono e di incuria di molte eccede anche l'abbandono dei parenti e rappresenta, in bizzarra ma non strana contraddizione, sia un esempio di trasandatezza, sia un senso di fascino di decadenza che si lega a una immagine, magari stereotipata della città. Un bello anomalo e tragico, che affascina. Noi abbiamo usato come parziale guida per il cimitero il libro di Valeria Paniccia "Passeggiate sui prati dell'eternità". Bel libro che ci ha fatto anche conoscere Cesarina Vighy, della quale abbiamo inutilmente cercato la tomba (nel libro diceva che aveva disposto di essere sepolta a Venezia). (continua)