Sabato 17 Settembre. (seconda parte)
Sul Frecciarossa per Venezia.
Ore 7.45
Non ho neppure quella attenzione, che a volte diventa culto, per la salma, i resti. Ricordo, decenni or sono, una polemica, non so se frutto di una bufala, con la Mercedes che avrebbe usato i cadaveri per i crash test in vece dei meno performanti manichini.
Io scrissi, o ebbi intenzione di farlo, alla Mercedes, per offrire il mio cadavere in uso, chiedendo solo un pagamento anticipato, in vita, in natura, sotto forma di una Mercedes, ovviamente!
Darei volentieri il mio cadavere, oltre che per l'espianto degli organi, in uso alla scienza se non fosse che già da vivo questo corpaccione é tanto bolso e fuori forma da sembrare poco utile.
Non desidero ne funerale, se non fosse l'occasione ormai rara per far garrire al vento qualche bandiera rossa e far risuonare le note de l'Internazionale, né loculo al cimitero.
Forse proprio per contrasto il cimitero mi suscita sentimenti di stupore e simpatia.
Stupore per come nella storia dell'umanità il culto dei morti sia una costante e un fortissimo segno di identificazione, nella diversità dei riti e dei miti connessi.
Simpatia per il meccanismo che si crea tra il dolore per la perdita e per il conseguente vuoto di consuetudine di/con una persona e l'indentificazione di un luogo pubblico dove l'esternazione di questo dolore è condivisa
Il mio disincanto non mi fa disconoscere l'importanza del riconoscimento della dignità di ogni persona anche nella morte e di quanto devastante e umiliante per tutto il genere umano sia la miriade di morti non riconosciuti, non pianti, siano essi lungo le piste desertiche dell'emigrazione, in fondo al mare, nelle fosse comuni scavare dalle dittature.
Grande onore, per citare un caso, va all'Italia che ha deciso di recuperare e riconoscere i 700 morti dell'ultimo grande naufragio di migranti.
Ringrazio chi polemizza sui costi per aiutare, così, la mia traballante autostima, nel riconoscermi diverso la quelli, a risollevarsi. (fine seconda parte-continua)
Io scrissi, o ebbi intenzione di farlo, alla Mercedes, per offrire il mio cadavere in uso, chiedendo solo un pagamento anticipato, in vita, in natura, sotto forma di una Mercedes, ovviamente!
Darei volentieri il mio cadavere, oltre che per l'espianto degli organi, in uso alla scienza se non fosse che già da vivo questo corpaccione é tanto bolso e fuori forma da sembrare poco utile.
Non desidero ne funerale, se non fosse l'occasione ormai rara per far garrire al vento qualche bandiera rossa e far risuonare le note de l'Internazionale, né loculo al cimitero.
Forse proprio per contrasto il cimitero mi suscita sentimenti di stupore e simpatia.
Stupore per come nella storia dell'umanità il culto dei morti sia una costante e un fortissimo segno di identificazione, nella diversità dei riti e dei miti connessi.
Simpatia per il meccanismo che si crea tra il dolore per la perdita e per il conseguente vuoto di consuetudine di/con una persona e l'indentificazione di un luogo pubblico dove l'esternazione di questo dolore è condivisa
Il mio disincanto non mi fa disconoscere l'importanza del riconoscimento della dignità di ogni persona anche nella morte e di quanto devastante e umiliante per tutto il genere umano sia la miriade di morti non riconosciuti, non pianti, siano essi lungo le piste desertiche dell'emigrazione, in fondo al mare, nelle fosse comuni scavare dalle dittature.
Grande onore, per citare un caso, va all'Italia che ha deciso di recuperare e riconoscere i 700 morti dell'ultimo grande naufragio di migranti.
Ringrazio chi polemizza sui costi per aiutare, così, la mia traballante autostima, nel riconoscermi diverso la quelli, a risollevarsi. (fine seconda parte-continua)
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