Mi sono segnato, sull'itinerario, la visita a Cabanyal come una delle tappe da fare nel primo giorno di visita della città. Un quartiere vicino al mare, periferico e popolare, vecchio villaggio popolare considerato un bene di interesse culturale. Molto intrigante. In Cabanyal, come avevo letto sulla Lonely, un locale per pranzare ha attirato la mia attenzione. "la Pascuala", attivo dal poco dopo l'inizio del secolo.
Allora, dopo aver visto lo spettacolo con i delfini all'Oceanografico ( di cui parlerò in un prossimo post), con une breve passeggiata ci siamo diretti a prendere il 19 che ci ha portato in Cabanyal. Siamo scesi all'incrocio tra carrer del Mediterrani e la via percorso dal bus, carrer del dr. Llunch, e poi passeggiando e guardando le colorate case del quartiere (rilucenti grazie a quella luce tersa che spesso illumina i posti vicino al mare - a noi ricordava la luce di Puerto Madryn nel nord della Patagonia) siamo arrivati nel posto dove la Lonely ci indicava esserci la trattoria che cercavamo, in carrer d'Eugenia Vines. Ma quando siamo arrivati sul posto, le serrande abbassate e la mancanza di insegne ci ha fatto precipitare il cuore. Gli smoccolamenti che avevo iniziato a pronunciare si sono rivelati un linguaggio universale, infatti un signore ci ha chiesto se fossimo alla ricerca de "la Pascuala", e ci ha indicato dove ora si trova... in carrer dr. Llunch, due fermate del bus successive a quella dove siamo scesi. L'esterno è abbastanza anonimo, l'interno abbastanza caotico e per nulla pretenzioso, l'accoglienza (Pepe, che funziona come un direttore di sala ed è impegnato a baciare e abbracciare gli ospiti che lasciano il locale - e il fatto che gli ospiti lo baciano è buon segno per la qualità del cibo- ci ha detto di attendere e sembrava che si fosse dimenticato di noi, e per non smentire la nostra opinione, forse per un attimo si è veramente dimenticato di noi)- beh, l'accoglienza l'ho descritta, e il personale non si ferma un attimo e spilucca tra un servizio e l'altro. Un locale fantastico, insomma, verace e frequentato da valenciani. E quando ci siamo seduti e abbiamo ordinato i panini super senza sapere quanto fossero super, e questi sono arrivati, abbiamo capito di essere capitati in un posto speciale (e abbiamo anche capito perchè alcuni commensali avevano i contenitori tupperware sul tavolo e la funzione del rotolo di carta di alluminio sempre a portata di mano).
Abbiamo pranzato con gustosissimi panini (la metà incartati e portati in B&B per la cena) e ottimi calamari, bevendo, i miei compagni di viaggio, sangria (io acqua); ci siamo deliziati gli occhi con padelle di paella che passavano continuamente verso gli altri tavoli. Tanto che abbiamo deciso, visto anche il conto assolutamente popolare e inatteso considerata la quantità di cibo, di prenotare per il giorno dopo una paella de mariscos (abbiamo scelto pesce anche se la paella valenciana è di carne) con antipasto di cozze e calamari e torta finale. Anche il giorno successivo è stato un godimento (ovviamente con un costo accettabilmente adeguato).
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