domenica 19 novembre 2023

WANDERLUST _ ANDALUSIA cap. 5.0

 WANDERLUST _ ANDALUSIA cap. 5.0

Cordoba/Granada 12 ottobre

Sto scrivendo queste note in aeroporto a Siviglia. Siamo in leggero anticipo. Il gate per il volo non è ancora apparto sul display. Siamo seduti tra i passeggeri del volo per Tenerife. Magari riusciamo ad imbarcarci di nascosto. Ci pensiamo.

Torniamo a Cordoba. Abbiamo il bus Alsa per Granada alle 8.30 del mattino. Non è possibile fare colazione perché qui la colazione inizia proprio alle 8.30 (è abbiamo scoperto che è considerato anche molto presto come orario!)

Siamo d'accordo con il B&B che ci avrebbe preparato un sacchetto per sopperire alla colazione che abbiamo pagato e infatti la sera prima lo troviamo in camera. Piuttosto deludente. Un solo sacchetto (uno in due) con un po' di, almeno buona, frutta, due burrini e tre fette di pane complessivamente. Potevano fare molto meglio. Ovviamente non mancheremo di segnalarlo nella recensione.

Dire che non hanno saputo sfruttare l'occasione per dimostrarsi attenti nel sopperire a un servizio non offerto. Una mancanza che pregiudica un giudizio che complessivamente era lusinghiero.

Il taxi arriva puntuale e in pochi minuti ( e relativamente pochi euro, €11) ci porta in autostazione dove prendiamo il bus per Granada.

Mi sarei aspettato qualcosa di meglio dalle stazioni di autobus Alsa sia di Granada, sia di Cordoba, sia di Sevilla. Però se penso alla autostazione dei bus di Bergamo, non c'è paragone, vincono per distacco.

Il viaggio è stato comodo e puntuale, abbiamo attraversato distese di campi ondulati, terra secca, e poi infinite coltivazioni di ulivi (mi sembra che le buone olive spagnole siano di taglia piccola).

Arrivati a Granada abbiamo preso il bus 33 che ci doveva portare sulla Gran via Colon, presso la Cattedrale dietro la quale avremmo trovato il nostro B&B.

Ma è il 12 ottobre. E' festa nazionale spagnola e sulla Gran via sono previste sfilate e manifestazioni. La 33 modifica il percorso. Fortunatamente sono riuscito a seguirlo sulla cartina e in questo modo ho potuto individuare una fermata che era praticamente in asse, ma dalla parte opposta, rispetto a quella prevista  e che con poca strada a piedi ci ha consentito di raggiungere la Casa de los Reyes in Calle Laurel de Salta, il nostro modesto (tra i tre di gran lunga il più scarso - infatti lo abbiamo preso perché non si trovava altro a Granada in questi giorni) B&B, che poi è un BsenzaB perchè non prevede la colazione.

La nostra camera, un buco ricavato smezzando probabilmente una camera più ampia, al quarto piano, senza bollitore, era perlomeno pulita (forse la pulizia è l'unica nota di merito della struttura).

Insomma non una sistemazione ottimale, ma in centro, a pochissimi minuti dalla cattedrale, da Plaza Nueva, dall'ingresso al quartiere Albayzin e non lontano dall'Alhambra.

Il primo giro, in attesa di avere la camera, è servito per ambientarsi e orizzontarci. Abbiamo girato attorno alla Cattedrale, vedendo la chilometrica coda all'ingresso (alla fine non siamo entrati, limitandoci a vederla da fuori), abbiamo pranzato con un paio di Tapas (è vero, la prima Tapas è gratuita accompagnando la bevanda) e abbiamo fatto un giro in Albayzin individuando una Teteria (chiusa alla prima visita) tra quelle che abbiamo annotato.

Dopo aver preso possesso della macera abbiamo visitato il Monastero di san Geronimo e la vicina chiesa Barocca di San Juan de Dios, ordine ospedaliero.

Rispetto a quanto ho scritto in precedenza, e che continuo a pensare del Barocco, le spiegazioni delle (buone) audioguide della opulenta chiesa di s. Juan de Dios ci dicevano che il Barocco esprime un senso di umiltà. Se ho ben capito. Forse ho capito male, forse la mia sensazione non è chiara ma intuisce che la ricchezza ridonante e oppressiva del Barocco induce chi lo osserva a sentirsi piccolo e di conseguenza umile. 

Questa chiesa ha un retablo ( se retablo è la parola giusta per indicare le quinte dell'altare) imponente e strano, perché è composto da una serie di statue tridimensionali, come spettatori nei palchi del teatro (ma se ricordo bene è una composizione comune ad altre chiese), che mi hanno suggerito l'immagine di un calendario dell'avvento completamente aperto.

Il precedente monastero, più modesto, è reso più gradevole da un bel chiostro con alberi di arancio.

Completate queste visite siamo saliti nel quartiere di Albayzin dove abbiamo trovato aperta la Teteria Abaco Te. Da non perdere visitando Granada. Ho bevuto uno straordinario té marocchino con un brownie buonissimo, mentre Antonella ha preso un earl grey con torta. Questo posto è piccolo, spartano, su più livelli e sembra gestito da sole donne. Un ambiente simpatico, abbastanza informale, rilassato e senza narghilé. Anche se non sembra, il contorto incrociarsi di stradine, scale e salite di Albayzin al primo impatto disorienta, è in realtà facile da raggiungere, una volta memorizzati alcuni riferimenti e con una buona cartina cartacea. 

Già che eravamo ad Albayzin abbiamo girovagato per il quartiere, rinfrancati dall'ottimo té (quello marocchino è una delizia inarrivabile) cercando il Palazzo di Dar al Horra e il Carmen della fondazione Max Moreau ( entrambi chiusi. Spoiler: saltate pure la casa Dar al Horra a meno che non vi organizziate per vedere tutti e cinque i posti compresi nel biglietto cumulativo).

Piano piano siamo giunti al Mirador s. Nicolas che era stipato di persone che attendevano di vedere l'Alhambra illuminata dal sole del tramonto. In questo tardo pomeriggio ci siamo accontentati di vederla dalla via più in basso senza attendere che fosse illuminata. E siamo scesi verso il centro per cenare in un localino per nulla turistico sulla stessa via del nostro BsenzaB, gestito da una giovane donna di straordinaria simpatia, con piatti onesti e buoni. La prima sera abbiamo mangiato degli enormi hamburger con angus e uovo. E infine, dopo un ultimo giro in una Granada stracolma di persone, ci siamo diretti verso il nostro quarto piano.




































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