WANDERLUST _ USA, IL WEST ... QUELLO FAR 😉
cap 21 prima parte
4 maggio Aeroporto di Los Angeles
Fase ansia numero N superata. Abbiamo superato il check in e i controlli di polizia e siamo al gate 225 in attesa del nostro volo. Nell'attesa ( una certa attesa, siamo arrivati con sufficiente anticipo come piace a me, ma questa volta visto le code e la lentezza dei passaggi anche Antonella ha dovuto ammettere che avevo ragione). Continuo a ripercorrere le ultime tappe del nostro viaggio. Abbiamo lasciato Las Vegas di primo mattino. Ci aspettava una tappa di circa 800 km con la visita della Death Valley. Poco tempo dopo aver lasciato Las Vegas il Nulla - bellissimo e affascinante - ci ha circondato. Siamo entrati nella Death Valley con poche persone ancora in giro facendo decine di miglia senza incrociare nessuno.
E' stato un altro spettacolo straordinario che si sovrappone alle nostre ormai provate capacità di immagazzinare e memorizzate tanti straordinari paesaggio e emozionanti sensazioni che abbiamo provato in questo viaggio.
Siamo prima saliti al Dante's View da dove si può dare uno sguardo complessivo sulla depressione sottostante. A quella depressione, sul bacino salito di Badwater siamo arrivati dopo, in un orario nel quale il sole, già caldissimo, non cuoceva ancora i turisti. La luce nitida di un cielo solo in parte velato (e meno male che un po' era velato!) dettagliava i contorni.
La lunghissima strada verso Three Rivers ci ha fatto attraversare diversi paesaggi californiani. Poco dopo la Death Valley abbiamo attraversato paesi che sembravano quasi "fantasma". Molte case non curtate, una enorme discarica di auto abbandonate e rottamate (una vera scenografia da film). Una stazione di servizio dove ci siamo fernati a mangiare petti di pollo impanati e fritti, molto buoni. Sembra che in questo luogo (il paese dove ci siamo fermati è Thorne) fosse lo sfruttamento del lago salato la fonte di reddito. L'impressione (assolutamente superficiale) è che questa zona sia economicamente in forte crisi. Raggiunta la zona di Baskerville siamo entrati nella "California orto d'America". Centinaia di frutteti ci hanno accompagnato fino all'inizio della strada che prendendo quota ci avvicinava al Sequoia NP.
Alternato, o meglio inserito per una decina di miglia o più, al frutteto abbiamo costeggiato quello che ci è apparso essere un campo di sfruttamento petrolifero della COMCO con decine e decine di pompe di svariate dimensioni.
(riprendo dopo il decollo)
Attraversata questa varia, ma sicuramente meno drammaticamente bella, parte della California, ci siamo fermati al nostro "ranch" di Three Rivers, a poche miglia dal Sequoia, dove avevamo prenotato.
Diversamente dalle altre sistemazioni, questo Ranch era organizzato in una ventina di casette bifamiliari distribuite attorno a una piccola piscina. Luogo ameno ma piuttosto parco nella offerta di servizi (per dire: non provvedono alla colazione).
Per sgranchirci le gambe dopo un giorno praticamente chiusi in auto abbiamo preso il sentiero verso il fiume. Stavo camminando davanti quando Antonella mi chiama e mi chiede di voltarmi ma di stare fermo. Avevo inavvertitamente superato un lungo serpente (non li conosco, non saprei dire se velenoso o no). Gli avevo letteralmente camminato sopra, mettendo il piede fortunatamente ad almeno mezzo metro oltre, senza averlo visto.
Il serpente era per metà sul sentiero, immobile, in attesa di capire cosa avessi intenzione di fare.
Io avevo intenzione di stare fermo. Già credo una fortuna che non avessi appoggiato il piede dove era lui ( tra l'altro con pantaloncini corti e gamba muscolosa e tonica bella pronta per i suoi denti) provocando la sua reazione.
Ho chiesto ad Antonella se, in caso mi avesse morso, sarebbe stata pronta a succhiare il sangue infetto dalla ferita e sputarlo via come si vedeva nei Western.
"Neanche per sogno" mi ha risposto.
Bene, ma non benissimo.