WANDERLUST. 29 SETTEMBRE_20 OTTOBRE. MALAYSIA E SINGAPORE 6
Rinfrancati dal meritato sonno, siamo pronti per andare a scoprire altri luoghi di Malacca. Ma prima dobbiamo scoprire dove fare la prima colazione. Il contrasto di volontà tra chi, come me, vorrebbe fare una prima colazione "locale" e chi ha bisogno del cappuccino per iniziare bene la giornata volge a favore (avevamo dubbi) della seconda opzione. Ma il luogo individuato, in fondo a Jonker Street, è chiuso (addirittura ci sembra abbandonato anche se in un passaggio successivo invece lo troviamo aperto - probabilmente siamo troppo antelucani per le abitudini di Malacca) e quindi ci dirigiamo verso un locale sulla parte opposta della strada.
Leggo da diario manoscritto: " dopo aver fatto una buona e abbondante, anche se non economica, prima colazione in un bar che ha il nome di Ng Sian Seng e che dice di supportare i rifugiati, abbiamo attraversato Little India per raggiungere Villa Sentosa e fare un giro nel villaggio malese di Kampung Morten. E' stato piacevole camminare sotto i portici delle shophouse indiane in mezzo a ghirlande di fiori pronte per i templi e ad esposizioni di vestiti da cerimonia, eleganti, secondo la moda indiana."
Riprendo il racconto da casa. Prima di dirigerci verso Little India abbiamo sia pur velocemente visitato la Masjd Kampung Kling con la sua mescolanza di stili diversi. Questa Moschea è posta ai margini del distretto turistico.
Raggiungiamo Villa Sentosa cercando di rimanere il più possibile sul lungo fiume, bel percorso tranquillo e sonnolento in queste ore del mattino, che si risveglia chiassolo e brulicante di persone la sera. Nella tranquillità del giorno capita di fare incontri inaspettati "nel" fiume.
Riprendo il manoscritto
"La difficoltà è camminare con questo caldo.
Dopo aver visto, da fuori, era chiusa (Villa Sentosa è una casa privata, la visiti chiedendolo al proprietari, che in quel momento erano assenti) - affacciata sul fiume in un ansa dello stesso che fa un giro su se stesso- prima di affrontare la Butik China con il suo enorme cimitero per poi dirigerci verso il santuario Poh Teng Temple, ci siamo fermati per concederci una Coca Cola in una trattoria. Vicino a noi si sono sedute due affamate signore indiane che hanno ordinato ricchi e succulenti piatti (peccato aver fatto colazione da poco) che si consumano raccogliendo in un piccolo pastone ogni boccone utilizzando la mano destra.
L'effetto Coca Cola non è durato tanto e il sole e la stanchezza non ci hanno concesso di apprezzare adeguatamente il grande cimitero con tombe cinesi di Butik China.
Non era nostra intenzione scavallare la collina ma guardarla dalla strada dal basso, ma il pericolo causato dalla mancanza di marciapiede (non c'è molta attenzione ai pedoni) ci ha convinto a mettere un piede davanti all'altro inerpicandoci per la piccola (ma la sensazione del momento l'ha resa molto più impervia!) collina per scende dalla parte del tempio.
Abbiamo fatto qualche foto, per conservare la memoria di un luogo affascinante e che riesce a resistere, abbiamo letto, alle speculazioni edilizie."
Anche rientrando siamo transitati in vie un po' lontane dal trittico dove si ammassano la maggior parte di turisti, e questo è il bello di muoversi a piedi per raggiungere i vari luoghi che si visitano. Si può godere di scorci che un passaggio in auto su taxi o Grab non consentirebbe. Si compensa la fatica con il piacere della vista di minore artificiosità.
Rientriamo verso il centro per la seconda parte della giornata.
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