mercoledì 22 aprile 2020

WANDERLUST (after... if ) WE COULD _9


WANDERLUST (after... if ) WE COULD _9

Forse il Wanderlust è ereditario?
Aprendo una scatola con alcuni ricordi dei miei genitori, cercando altro, ho trovato alcuni “documenti” turistici di mio padre su un suo viaggio a Londra nel 1956. 
Ovviamente quando era in vita mi sono ben guardato dal chiedergli di raccontarmi di questo suo viaggio (e degli altri che ha fatto in gioventù). Ora che vorrei farlo non posso più.
Sono contento che si siano conservati. Immagino che se li ha tenuti vuol dire che ci teneva.
Ora a Londra possiamo andare e tornare in giornata quasi (beh, non proprio “ora”, in questi anni intendo). Nel 1956 (appena 11 anni dopo la fine della Guerra) forse non lo era.. Se il WANDERLUST è una malattia ereditaria, l'ho presa e spero di trasmetterla.

martedì 21 aprile 2020

WANDERLUST (after... if ) WE COULD _8


WANDERLUST (after... if ) WE COULD _8

If we could... then Cabo de Hornos.
Quando si riprenderà a viaggiare? Non è possibile saperlo. Diverse sono le variabili e, oggettivamente oggi la priorità. Ma il WANDERLUST è una malattia dalla quale non si (vuole) guarire. La razionalità e le responsabilità la tacitano, come è giusto, ma non la sopprimono. Il pensiero rimane libero. Soprattutto si è liberi sapendo e scegliendo che ci sono al momento problemi più importanti. Sapendolo si può pensare. E programmare. Programmare è un atto velleitario. Non sappiamo se ci saremo domani mattina. Questa è consapevolezza della precarietà del nostro esserci, della fragilità del nostro essere. 
Programmare per me vuol dire; se in un certo momento di verificano certe condizioni, saprò cosa fare potendolo fare. Se non potrò, rimarrà un bel pensiero e sarà stato bello anche solo programmarlo. (è vero, ma io non lo credo. Mi arrabbierò moltissimo se non lo realizzerò. Ho fatto la tirata da saggio, ma io sono molto irrazionale e incazzoso!)
E quindi se le condizioni lo consentiranno, credo non prima di due o tre anni, e potremo tornare a viaggiare, considerandolo una specie di “nuovo inizio”, mi piacerebbe che la prima meta fosse CABO DE HORNOS.
Magari raggiungendolo con le navi di Australis (sulle quale abbiamo già viaggiato trovandoci benissimo)
Abbiamo un conto aperto con Cabo de Hornos. Qualche anno fa siamo arrivati proprio di fronte all'isola, ma le condizioni del tempo e del mare hanno fatto scegliere al capitano di non consentire lo sbarco. Non è stato piacevole arrivare a 15.000 chilometri da casa e non fare gli ultimi 100 metri. Ci siamo rimasti leggermente male. 
Ci siamo ripromessi di tornare. Non ci dispiacerebbe neppure rivedere il canale di Beagle, la via dei Ghiacciai e Baia Wulaia. Non abbiamo visto posti più belli nei nostri viaggi. Si aveva la dolorosa consapevolezza di non riuscire a fissare sulla retina e nell'amigdala tutta la clamorosa bellezza che ci circondava. Eravamo come sopraffatti.









lunedì 20 aprile 2020

WANDERLUST (after... if ) WE COULD _7


WANDERLUST (after... if ) WE COULD _7
Quale può essere il modo più sicuro per riprendere a fare viaggi, perlomeno nel periodo intermedio quando gli spostamenti saranno in un circondario che, per disciplina nostra, successo scientifico e fortunate condizioni complessive, potrà essere a raggio progressivamente nel tempo sempre un po' più ampio?
Ne parlavamo oggi con amici (rigorosamente on line). Perché non sappiamo bene immaginare come si regoleranno B&B, alberghi e campeggi.
Ci è venuto in mente che uno dei modi per proseguire, parzialmente, una specie di lockdown temperato (e di sicurezza di utilizzo esclusivo di ambienti) è il Camper.
E abbiamo pensato che ci sarà una possibile impennata di noleggio camper ( o di acquisti, anche se con l'impoverimento generale contrapposti ai costi esagerati del settore la vedo un po' difficile), forse calmierata da una impennata possibile ma non auspicabile dei prezzi.
In fondo un camper (proprio o, se noleggiato, sanificato) consente di avere cucina, bagno, letti, ambienti a proprio esclusivo utilizzo. Potrebbe rispondere a criteri o richieste di precauzione dei viaggiatori.
Mi chiedo come si regoleranno alberghi e B&B? Un giorno di sanificazione tra un utilizzo e il successivo della camera e l'altro? E le sale o gli ambienti per la colazione come verranno gestiti?
Anche i campeggi potrebbero dover studiare soluzioni? Mi chiedo come si attrezzeranno. Per esempio i bagni. Sono andato a fare un giro sul sito web del campeggio che frequento: l'Union Lido. Non ho trovato nulla di specifico relativo alla questione del distanziamento sociale. Certo hanno piazzole da 50 a 200 metri quadrati. Sono dimensioni che cosentono di stare ogni famiglia a due metri dalla famiglia successiva. L'accesso a supermarket e ristoranti sarà regolarizzato. Probabilmente dovranno intervenire sulle piscine. Ma una caratteristica dei campeggi è un utilizzo promiscuo dei bagni. Dove si va da soli (ovviamente) ma in sequenza.
Sono domande che ci si pone, come pure nell'ambito dei trasporti collettivi, per le quali si trovano pareri o proclami ma più difficilmente risposte normative già elaborate (o anche solo la comunicazione che sono sul tavolo degli organi deliberativi che dovranno fornire a noi e al fornitore di servizio le disposizioni)

domenica 19 aprile 2020

WANDERLUST (after... if ) WE COULD _6


WANDERLUST (after... if ) WE COULD _6

Torno all'acqua. Acqua non solo da “sentire” con i cinque sensi, bensì acqua da navigare. Per quanto si pensi più a Poldo che a Popeye vedendomi, la navigazione è una attività che mi attira.
Mi sembra che sulle navi commerciali ci sia possibilità, da verificare, di ottenere passaggi.
www.freightertravel.co.nz/
L'ideale sarebbe prendere una nave commerciale in Sudafrica diretta verso Tristan de Cunha.
Bene. Mettiamolo in agenda, temo non prima di una decina di anni (sperando che Tristan de Cunha continui a rimanere così difficile da raggiungere – ci sono purtroppo notizie della costruzione di un aeroporto)
Torniamo a progetti più realizzabili.
Il più semplice, quasi a “km.0”, è un sogno che ho da tempo. Quello di avere una barchetta a remi ormeggiata all'Adda. Mi sono rimaste in memoria le escursioni che facevo con i miei genitori quando all'Adda venivano affittate le barche a remi. Occorre dire che una canoa gonfiabile consentirebbe di poter esplorare altri fiumi e altri laghi, consentendo una mobilità che una barca rigida all'Adda non permetterebbe.
Allargando l'orizzonte un secondo progetto marinaio (di acqua salata o acqua dolce, indifferente) è l'esperienza di un periodo su una barca a vela. Anche in questo caso, il “must” potrebbe essere veleggiare in Nuova Zelanda.
Ma da milanese che apprezza anche il “piuttosto”, i laghi lombardi piuttosto che il nostro Mediterraneo sarebbero già un buon primo passo. Credo che passare qualche giorno su una barca a vela sia meno semplice di quanto da terra si possa immaginare, vorrei poterlo dire per esperienza e non per impressione.
Terzo progetto acquatico è in attesa di realizzazione da circa 30 anni. Una settimana in houseboat, o, come dicono in Francia, in penichette. Un vecchio camperista come me unirebbe il piacere di muoversi con la propria casa e il gusto di stare sull'acqua.
Non credo che sia l'esperienza della barca a vela sia l'houseboat siano progetti immediatamente realizzabili, occorre passare in una fase nella quale il distanziamento sociale (difficile da realizzare in barca a vela) sia annullato, e la libertà di movimento almeno in Europa sia consentita. 
Per l'houseboat, anche se ci sono possibilità anche in Italia, credo che non si possa evitare di andare in Francia o in Olanda. Mi ricordo ancora l'acquedotto navigabile di Briare. Ma curiosando sul web ho scoperto il sito https://www.ilturista.info/blog/10890-Gli_acquedotti_navigabili_piu_belli_d_Europa/
che ne presenta molti altri in tutta Europa, tra i quali la ruota di Falkirk vicino ad Edimburgo che abbiamo visto personalmente nel nostro bel tour in Scozia.
Lo abbiamo visto da terra credo quando con Giulia piccolissima abbiamo fatto i Castelli della Loira (27 anni or sono) e sono rimasto affascinato dalla originalità della situazione. Inoltre sicuramente andrei alla ricerca di chiuse. Le chiuse sono un'opera umana che mi affascina tantissimo. Non ricordo di averle provate dall'acqua, forse solo viste da terra. Ricordo di averle viste in Scozia forse vicino a Loch Ness (probabilmente pioveva), e in Svezia,
 quelle del Gota Canal. Ricordo di aver visto un bel veliero con bandiera canadese, con un equipaggio composto da un uomo e due donne. Secondo la sorte quall'uomo poteva sperare di trovare sull'Oceano bonaccia per far durare il viaggio il più possibile, o forti venti da Est per raggiungere il San Lorenzo il prima possibile.




 

sabato 18 aprile 2020

WANDERLUST (after... if ) WE COULD _5


WANDERLUST (after... if ) WE COULD _5
 Circa 30 anni fa ci è capitato di passare la frontiera tra Norvegia e Finlandia. Probabilmente verso Naatamo (arrivavamo da Kirkenes, chi si ricorda il posto esatto). Ora la strada è asfaltata ma a quel tempo era sterrata e ricordo (spero bene) di una recinzione con un cancello aperto. Senza controlli, senza altra indicazione che forse un cartello e una bandiera per ciascuno dei lati. Non era una cosa comune. La frontiera, il confine. Una delle più artificiose, artificiali e fugaci tra le invenzioni umane ( consideriamo i confini eterni, ma quante volte sono cambiati nel corso breve della storia – cosa sono 6.000 anni nella storia della Terra?). 
Eppure fascinosa. Il colore delle righe di mezzerie sulla strada, le scritte e le forme sui cartelli, i fanali gialli delle auto francesi. E le targhe. Ma le targhe sono un capitolo a parte.
Delle tre caratteristiche peculiari che più mi incuriosiscono nei confini (i muri, le enclaves e i confini su strade secondarie) una sarà meta di ricerca nel periodo intermedio prima di riprendere a viaggiare seriamente: i confini, i posti di dogana su strade secondarie. Delle altre non andrò certo a vedere i muri della vergogna in Ungheria o altri paesi europei, e la enclave più curiosa che conosco Baarle-Nassau è un po' lontana e l'ho già vista (divertente, ma forse lo era di più quando c'erano ancora Fiorini e Franchi).

venerdì 17 aprile 2020

WANDERLUST (after... if ) WE COULD _4

WANDERLUST (after... if ) WE COULD _4
Nei nostri prossimi itinerari difficilmente mancherà l'acqua (che tutto sommato, pur con il cambiamento climatico in corso e l'inaridimento di parte degli ambienti terrestri, ancora non è difficile da trovare).
Penso che questa nostra sia una passione abbastanza comune. L'acqua, rimanendo nel campo sensoriale, è un beneficio per tutti i cinque sensi. 
Amo il suono dell'acqua, dal mormorio del ruscello al frastuono incessante che accompagna il visitatore di Iguazù, amo la vista dell'acqua, dall'infinito dell'oceano al riflesso nella pozzanghera, amo l'odore dei posti di mare, come pure la sensazione che le brezze marine offrono al tatto (dell'immergersi nel mare non è neanche da dire).
 Nel passato fermarsi con il camper a mangiare nel nord della Francia in un golfo dove assistere al rito delle maree, prendere un albergo con vista lago a Bellagio, giocare con l'aquilone sulle spiagge del nord dello Jutland, o vedere il Tori che emerge dal mare a Mihajima sono state alcune delle esperienze indelebili nella mia mente. Alle Azzorre avrei passato ore a guardare le onde dell'oceano infrangersi contro le rocce vulcaniche di Pico.
Quindi nelle prossime mete, anche nel periodo intermedio prima di riprendere i viaggi, la scelta di mete d'acqua sarà compresa negli itinerari. 
Penso che il periplo dei laghi Lombardi, con sconfinamento nelle regioni adiacenti sarà compresa nei progetti. Tra i laghi ho una predilezione visiva per il Lago di Como, perché la conformazione di chiusura in mezzo a monti che si elevano direttamente dalle rive lo rende scenograficamente così drammatico da essere incomparabile. 
Ma probabilmente il mio è un pregiudizio piuttosto che un giudizio. Ambisco a poter rimandare la valutazione classificatoria quando avrò conosciuto anche i rivali in bellezza.
L'interesse per l'acqua è anche finalizzato a conoscere e apprezzare gli interventi antropici, spesso impattanti ma ineludibili. Intendo riferirmi, per esempio, a traghetti e porti, alla navigazione turistica e commerciale.
Ora abbiamo molte meno occasioni di provare l'esperienza del ferry, l'ultima occasione è stata quando abbiamo traghettato dalla Nuova Scozia al New Foundland in Canada (ma senza auto). 
Ma nei tempi passati, quando giravamo l'Europa con Auto + Caravan o Camper, ne abbiamo presi molti. E le procedure di imbarco nei porti del Nord era uno dei momenti preferiti. Generalmente il tempo era freddo, ventoso, con pioggia. Nuvole basse correvano incessanti nel cielo, si udivano i rumori metallici delle navi e dei macchinari mischiati con gli stridii dei gabbiani. Spesso approfittavamo dei tempi di attesa per pranzare sulla VS o sul camper (quando si pranzava in caravan spesso il passaggio dall'auto al caravan era sufficiente per prendere una bella botta di freddo).
Quando posso cerco sempre un ferry per traghettare l'auto (anche se ora purtroppo è solo un'auto).
Sono affascinato dai porti, che ai miei occhi da profano sembra un ambiente “aggrovigliato” dove appare impossibile trovare un ordine e che invece deve essere uno degli ambienti di lavoro più coordinati che ci sia. Nei prossimi itinerari da WANDERLUST due sono gli ambienti che mi piacerebbe riuscire a visitare: un porto commerciale e un cantiere navale. 
Vorrei vedere, per esempio, il posto di Trieste (dove hanno messo gli occhi i cinesi) che secondo le ricerche fatte è il porto commerciale più grande d'Italia. Chissà se si possono fare visite guidate del porto. Anche Genova è un bel porto. Quando abbiamo visitato Genova abbiamo preso il traghetto Navebus che dal Porto antico porta a Pegli e si vede il porto dal mare. Genova e Trieste sono due città nella quali torneremo nel periodo di mezzo.
I cantieri dove si costruisco le navi commerciali da migliaia di tonnellate di TEU sono un altro ambiente che vorrei visitare. Ma per questo non saprei dove andare. Forse in Corea?
(continua) (foto iniziale: ci arrivo)

giovedì 16 aprile 2020

WANDERLUST (after... if ) WE COULD _3


WANDERLUST (after... if ) WE COULD _3
 Un itinerario che abbiamo in agenda da tempo è il percorso misto ferrovia/pedonale tra Domodossola e Locarno. La ferrovia Centovalli-Vigezzina (www.vigezzinacentovalli.com).
Va bene! Lo ammetto, non riesco a fare a meno di attraversare un confine. Passare una dogana.
Una curiosa contraddizione per uno Europeista come me, con il sogno nel cassetto di vedere l'Europa elevarsi nell'unificazione in un solo Stato ( beh, di quelli di Visegrad farei a meno, anche se uniti agli altri perderebbero la loro parassitaria arroganza). Una contraddizione lo ammetto, ma il passaggio di una dogana, il timbro sul passaporto, il calcolo del cambio con l'Euro di una moneta diversa sono sale che insapora il WANDERLUST.
Capitava, quando ero giovane, di avere in tasca Franchi Svizzeri, Marchi Tedeschi, Franchi Francesi e Belgi, Fiorini Olandesi (con le monete da 2,50 fiorini), o secondo un altro itinerario, Corone Danesi, Svedesi, Norvegesi e Marchi Finlandesi. Una bella nostalgia. Solo una nostalgia. Avanti verso l'unificazione politica e fiscale dell'Europa.
Torniamo alla Ferrovia Centovalli-Vigezzina. Mi attira anche perché rappresenta un intreccio tra ferrovia ed escursione. Non sono l'uomo che guardava passare i treni, ma non nego di sentire il fascino delle rotaie. Forse perché abito lontano da qualsiasi via ferrata, sono troppo poco vecchio per avere ricordi simili a Trezzo e sono troppo scafato per credere alle invenzioni degli imbonitori abduani)
Le stazioni ferroviarie, come del resto tutti i “capolinea” del trasporto collettivo, hanno un fascino particolare.
Un sogno che faccio, junganamente ad occhi aperti, ricorrente è quello di recarmi in Stazione Centrale a Milano e scegliere, in base all'uzzo del momento, la destinazione della prima tappa e mantenere lo stesso criterio di scelta giorno dopo giorno per il periodo scelto di viaggio. Occorre prestare attenzione alle persone metodiche e banali, che se ne escono con queste mattane.
Le stazioni ferroviarie. Mi attirano tanto quelle delle grandi città affollate da moltitudine dirette per ogni dove (ma mi ritrovo a guardare le persone in attesa e gli incontri, immaginandomi storie e sentimenti dietro ogni abbraccio), quanto mi attirano le stazioncine disperse, silenziose per gran parte della giornata.
 Il Giappone è una nazione da visitare in treno. Sì, il Giappone da questo punto di vista offre una molteplicità di esperienze, anche nei treni, dagli stupendi Shinkansen ai trenini a due carrozze dove l'aria condizionata è sostituita da ventilatori agganciati al soffitto (http://www.nihonjapangiappone.com/pages/info/trasporti/shinkansen.php )


(la foto iniziale, ci arrivo, dopo) (continua)

mercoledì 15 aprile 2020

WANDERLUST (after... if ) WE COULD _2


WANDERLUST (after... if ) WE COULD _2

Quindi una parte del WANDERLUST nel 2020/2021 potrebbe essere dedicato all'Italia. Non è la ripresa del “viaggio” come ultimamente intendevamo, ma è buon modo per fare di necessità virtù. Sarà un biennio forzosamente modesto. (Modesto anche per modo di dire, credo che sarà in realtà ricchissimo)
Questo stile di soddisfacimento del WANDERLUST potrebbe anche essere un buon approccio al “viaggio lento”, caratteristica che contrasta con una ansia pantagruelica verso le mete da raggiungere, i posti da visitare che mi ha un po' caratterizzato, ma anche un po' limitato nella buona pratica di grattare il ghiaccio e che, per quanto temperata nel procedere inesorabile dell'invecchiamento, non è completamente domata.
Può sembrare un paradosso che questo desiderio del “viaggio lento” sorga ora quando evidentemente il tempo a disposizione per quel 90% di mondo che non ho ancora visto diminuisce con un ritmo accelerato (e questa pandemia, sempre ammesso che mi lasci un po' di futuro, mi ruba anche un paio di anni). Chi può dire se la vecchiaia acuisce il desiderio di compensare con la qualità il forzoso abbandono della quantità o se questa è una giustificazione da volpe esopica. Nel dubbio propendiamo per la saggezza, tanto chi puà smentire?
Abbiamo imparato a valorizzare le guide turistiche. Diventa oggettivamente sempre più difficile basarsi sulle guide cartacee (io uso ancora quelle) per capire cosa vediamo. Leggere, guardare e capire se guardo ciò di cui ho letto la descrizione... mamma mia. Certo non siamo certi che la guida ingaggiata sia sempre valida. La lettura preventiva è sempre necessaria. Insomma ci si difende. Noi inoltre non amiamo il gruppo. Nel limite del possibile la scelta sarà come abbiamo fatto in Cina: una guida solo per noi. Di quelle regolari, evitando, anche qui finché è possibile i free-tour gratis salvo mancia finale dove probabilmente concorri a sostenere l'evasione fiscale e la concorrenza sleale. In realtà in Chile abbiamo utilizzato Tours4tips che è un free tour. Bravissimi per carità, e in Chile credo che l'economia informale sia un mezzo di sostentamente in uno Stato dove l'1% della popolazione possiede la stragrande maggioranza delle ricchezze nazionali. Ma in Chile, e non credo lo rifaremmo, riflettendoci. Peccato perché sono stati veramente bravi e ci hanno mostrato una Valparaiso (città straordinaria che consigliamo) che noi non avremmo mai visto.
Torniamo al “viaggio lento”. Una diversa esperienza di viaggio lento che mi piacerebbe fare è quella della escursione a piedi di più giorni. Per carità non i trial che fanno alcuni amici. Escursioni brevi, non impegnative, anche facendoci portare i bagagli da un rifugio all'altro. Solo per provare un tipo di viaggio che per noi rappresenterebbe una vera novità. Non ho certo l'intenzione di fare il Cammino di Santiago (anche perché per me l'unico itinerario possibile sarebbe quello che parte da Santiago e termina in Francia!) 
(la foto iniziale, ci arrivo, dopo)

(continua)

martedì 14 aprile 2020

WANDERLUST (after... if) WE COULD _ 1

WANDERLUST (after... if) WE COULD _ 1



Molteplici sono i desideri e le aspettative che una persona, pur dotata di ragionevole senso della misura o di una razionale dose di pessimismo non annichilente, elabora per poter considerare la propria vita moderatamente soddisfacente. Escludendo in questo ambito, in questo raccontarsi, le “aspettative alte” ( salute, famiglia...), tutto ciò che riguarda i libri e la lettura ( oggetto di annoiamento pubblico in altri – altri... non “un altro”!!!- blog, targhe di automobile (ulteriore blog), mi concentrerei su una sindrome piacevole e stimolante: il WANDERLUST. Il viaggiare inteso come “necessità dell'animo” prodromo alla soddisfazione si una pur lieve curiosità di scoprire cosa c'è dietro l'angolo, sotto il ghiaccio.
Ora, in pieno lockdown, parlare di viaggi e di programmazione degli stessi può (forse è) sembrare una evazione consolatoria un po' stucchevole. Evidentemente prima del 2022, ad essere ottimisti (e io non lo sono) non credo ci sia neppure da pensarci. E ovviamente nulla ci fornisce la certezza che a)sarò vivo e avrò in qualche modo superato la minaccia del COVID (e se quella sarà superata, ci sono altre mille spade di Damocle che pendono sulla nostra testa. Vivere è una faccenda pericolosa) b) avrò ancora quale minimo di benessere che mi concede tale programmazione. Si aprono davanti a me due opzioni . Pensare che a) e b) non si verificheranno. E allora chiudiamo il computer e arrivederci, anzi addio. Pensare che a) e b) si verificheranno e allora avanti con giudizio.
Non so se ci sarà chi perderà tempo a leggere queste facezie. Io scriverò cosa mi piacerebbe poter programmare in campo WANDERLUST. Potrebbe anche che ci sarà chi mi darà suggerimenti, proporrà novità, invierà correzioni. Ben vengano.
Il 2020 ce lo siamo giocati. La ripresa sarà cauta, lenta, ci sarà da lavorare e risparmiare, si dovranno applicare comportamenti sociali attenti e nell'autunno (finché non si trova il vaccino) probabilmente potremmo trovarci di fronte un nuovo momento critico e, se non avremo implementato strumenti adatti, qualche nuova restrizione.
Ma ci fosse la possibilità di muoverci, per il 2020, e magari per buona parte del 2021, vorrei dedicarmi a visitare l'Italia. Che non conosco.
Prioritariamente, ma non esclusivamente, una viaggio alla scoperta e al godimento delle forme di arte. Quadri, sculture, palazzi. Sto leggendo in questo lockdown, per diletto, un manuale per scuola superiori di storia dell'Arte, che parte dal Rinascimento. E mi sto appassionando. Io sono ignorantissimo in materia.
Fa quasi piacere sapersi ignoranti perché si conserva lo stupore quando si impara qualcosa. Preoccupa un po' la quantità di motivi per cui ci si può stupire nelle diverse discipline. (la foto iniziale, ci arrivo, dopo)
(continua)