Nei
nostri prossimi itinerari difficilmente mancherà l'acqua (che tutto
sommato, pur con il cambiamento climatico in corso e l'inaridimento di parte degli ambienti terrestri, ancora non è difficile da
trovare).
Penso
che questa nostra sia una passione abbastanza comune. L'acqua,
rimanendo nel campo sensoriale, è un beneficio per tutti i cinque
sensi.
Amo il suono dell'acqua, dal mormorio del ruscello al
frastuono incessante che accompagna il visitatore di Iguazù, amo la
vista dell'acqua, dall'infinito dell'oceano al riflesso nella
pozzanghera, amo l'odore dei posti di mare, come pure la sensazione
che le brezze marine offrono al tatto (dell'immergersi nel mare non è
neanche da dire).
Nel passato fermarsi con il camper a mangiare nel
nord della Francia in un golfo dove assistere al rito delle maree,
prendere un albergo con vista lago a Bellagio, giocare con l'aquilone
sulle spiagge del nord dello Jutland, o vedere il Tori che emerge dal
mare a Mihajima sono state alcune delle esperienze indelebili nella
mia mente. Alle Azzorre avrei passato ore a guardare le onde
dell'oceano infrangersi contro le rocce vulcaniche di Pico.
Quindi
nelle prossime mete, anche nel periodo intermedio prima di riprendere
i viaggi, la scelta di mete d'acqua sarà compresa negli itinerari.
Penso che il periplo dei laghi Lombardi, con sconfinamento nelle
regioni adiacenti sarà compresa nei progetti. Tra i laghi ho una predilezione visiva per il Lago di Como, perché la conformazione di
chiusura in mezzo a monti che si elevano direttamente dalle rive lo
rende scenograficamente così drammatico da essere incomparabile.
L'interesse
per l'acqua è anche finalizzato a conoscere e apprezzare gli
interventi antropici, spesso impattanti ma ineludibili. Intendo
riferirmi, per esempio, a traghetti e porti, alla navigazione
turistica e commerciale.
Ora
abbiamo molte meno occasioni di provare l'esperienza del ferry,
l'ultima occasione è stata quando abbiamo traghettato dalla Nuova
Scozia al New Foundland in Canada (ma senza auto).
Ma nei tempi
passati, quando giravamo l'Europa con Auto + Caravan o Camper, ne
abbiamo presi molti. E le procedure di imbarco nei porti del Nord era
uno dei momenti preferiti. Generalmente il tempo era freddo, ventoso,
con pioggia. Nuvole basse correvano incessanti nel cielo, si udivano
i rumori metallici delle navi e dei macchinari mischiati con gli
stridii dei gabbiani. Spesso approfittavamo dei tempi di attesa per
pranzare sulla VS o sul camper (quando si pranzava in caravan spesso
il passaggio dall'auto al caravan era sufficiente per prendere una
bella botta di freddo).
Sono
affascinato dai porti, che ai miei occhi da profano sembra un
ambiente “aggrovigliato” dove appare impossibile trovare un ordine
e che invece deve essere uno degli ambienti di lavoro più coordinati
che ci sia. Nei prossimi itinerari da WANDERLUST due sono gli
ambienti che mi piacerebbe riuscire a visitare: un porto commerciale
e un cantiere navale.
Vorrei vedere, per esempio, il posto di Trieste
(dove hanno messo gli occhi i cinesi) che secondo le ricerche fatte è
il porto commerciale più grande d'Italia. Chissà se si possono fare
visite guidate del porto. Anche Genova è un bel porto. Quando
abbiamo visitato Genova abbiamo preso il traghetto Navebus che dal
Porto antico porta a Pegli e si vede il porto dal mare. Genova e
Trieste sono due città nella quali torneremo nel periodo di mezzo.
I
cantieri dove si costruisco le navi commerciali da migliaia di
tonnellate di TEU sono un altro ambiente che vorrei visitare. Ma per
questo non saprei dove andare. Forse in Corea?
(continua) (foto iniziale: ci arrivo)
(continua) (foto iniziale: ci arrivo)
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