WANDERLUST
(after... if ) WE COULD _5
Circa
30 anni fa ci è capitato di passare la frontiera tra Norvegia e
Finlandia. Probabilmente verso Naatamo (arrivavamo da Kirkenes, chi
si ricorda il posto esatto). Ora la strada è asfaltata ma a quel
tempo era sterrata e ricordo (spero bene) di una recinzione con un
cancello aperto. Senza controlli, senza altra indicazione che forse
un cartello e una bandiera per ciascuno dei lati. Non era una cosa
comune. La frontiera, il confine. Una delle più artificiose,
artificiali e fugaci tra le invenzioni umane ( consideriamo i confini
eterni, ma quante volte sono cambiati nel corso breve della storia –
cosa sono 6.000 anni nella storia della Terra?).
Eppure fascinosa. Il
colore delle righe di mezzerie sulla strada, le scritte e le forme
sui cartelli, i fanali gialli delle auto francesi. E le targhe. Ma le
targhe sono un capitolo a parte.
Delle
tre caratteristiche peculiari che più mi incuriosiscono nei confini
(i muri, le enclaves e i confini su strade secondarie) una sarà meta
di ricerca nel periodo intermedio prima di riprendere a viaggiare
seriamente: i confini, i posti di dogana su strade secondarie. Delle
altre non andrò certo a vedere i muri della vergogna in Ungheria o
altri paesi europei, e la enclave più curiosa che conosco
Baarle-Nassau è un po' lontana e l'ho già vista (divertente, ma
forse lo era di più quando c'erano ancora Fiorini e Franchi).
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