giovedì 13 novembre 2025

12. WANDERLUST: JE ME SOUVIENS. TRA I COLORI D’AUTUNNO IN QUEBEC CON SGUARDO CURIOSO

  12. WANDERLUST: JE ME SOUVIENS. TRA I COLORI D’AUTUNNO IN QUEBEC CON SGUARDO CURIOSO

 28. Arrivare fino a Stanstead ha comportato una deviazione non breve, ma ne è valsa la pena. La Bibliothéque Haskell è una biblioteca binazionale, posta a cavallo del confine tra Stati Uniti e Canada. Peccato aver potuto visitare questi luoghi in questi tempi grigi. Probabilmente fino a poco più di un anno fa sarebbe stato possibile andare in Vermont per entrare dall'ingresso principale. Ora si deve entrare da Church Street in un ingresso per soli Canadesi e uscire dalla stessa parte. C'è stato un momento di ansia arrivando perché la strada (credo federale) 55 punta diritto alla dogana e io già cominciavo a chiedermi dove avessi sbagliato e come spiegare al doganiere che avrei dovuto tornare indietro, quando a meno di 200 metri dal confine a destra abbiamo visto la strada verso Stanstead centro per dirigerci verso la biblioteca

29. La biblioteca è molto bella e accogliente ed è piacevole visitarla, oltre la curiosità esotica di essere posta a cavallo di un confine rettilineo

29 Questo confine taglia i locali della biblioteca con una riga nera, a sinistra nella foto si è negli Stati Uniti e a destra in Canada. A me, non lo nascondo (e non nascondo la contraddizione con il mio internazionalismo), queste situazioni affascinano tantissimo. La libera circolazione in Europa e l'Euro sono conquiste stupende, ma il gusto di avere un portafoglio con più tasche per conservare le diverse banconote nei tour europei, girare con la calcolatrice in mano per convertire i prezzi visti nei negozi e i controlli doganali sono una nostalgia puramente idealizzata che non rinnego. 

30. Non abbiamo quindi mancato di farci fare una fotografia dal gentile bibliotecario con noi in posa in due Stati diversi, io negli Stati Uniti e Antonella in Canada (in questi giorni la scelta di Antonella è sicuramente migliore, ma entrambi speriamo che il buio finisca prima di essere troppo vecchi e poter tornare in uno Stato che amiamo) 

31. Fuori dalla biblioteca siamo andati sul confine che è rappresentato dai vasi di fiori e dai massi bianchi. Passava una coppia in Vermont e ho chiesto loro (solo per sentirmelo dire): "Scusate signori, voi siete negli USA; giusto? In Vermont" e lui mi ha risposto " Sì, ma non venire di qui che ti arrestano" facendomi il segno delle manette. "Non tema, gli ho rispoto ridendo, non ho la minima intenzione" E ci siamo salutati in allegria. Non ho avuto occasione, ma mi piacerebbe vedere foto di come era il confine prima di quest'anno.

32. Sono piccole innocue manie che stuzzicano la mia curiosità queste anomalie geografico/politiche. Penso che andare a cercarle potrebbe essere una delle attività possibili nei prossimi anni, pochi o (spero) tanti di tempo libero. 

33. Se tornerà la ragione e scalzerà l'ideologia feroce e aggressiva dai luoghi del potere tra non troppi anni (ma io sono pessimista, penso che l'era della ferocia e della prevaricazione durerà a lungo perché sta correndo sull'onda del consenso), torneremo a Stanstead (tanto tornare in Canada vale sempre la pena) per entrare dall'ingresso principale


domenica 9 novembre 2025

11. WANDERLUST: JE ME SOUVIENS. TRA I COLORI D’AUTUNNO IN QUEBEC CON SGUARDO CURIOSO

 11. WANDERLUST: JE ME SOUVIENS. TRA I COLORI D’AUTUNNO IN QUEBEC CON SGUARDO CURIOSO

21. Pranziamo con i formaggi della Fromagerie des Cantons e una baguette (del resto con che altro pane in Quebec?) a Farnham sulle rive del fiume in un piccolo spiazzo erboso e attrezzato chiamato Place du Phénix sulla riva destra del fiume Yamaska. Il sole rende la giornata tersa ma non caldissima, c'è un bel vento, ma è piacevole fermarsi in centro alla cittadina e trovare un luogo così, reso semplicemente confortevole da poche attrezzature ben tenute (ma, spiace dirlo, il bagno chimico era inutilizzabile).  I formaggi erano molto gustosi, probabilmente per chi come noi viene da terre che producono miriadi di formaggi straordinari non motivo di stupore per una scoperta eccezionale, ma considerato quello che spesso abbiamo trovato al Nord (Francia esclua) sicuramente una eccellenza.

22. Questo spazio è un triangolo di verde che si incunea tra la rue Principale, il fiume e il ponte rue St.Paul (alle spalle di Antonella). Con poco, ma con una certa fantasia e intenzione di fare comunità, un paio di "sedie canadesi" per guardare il fiume, un originale camino attorno al quale porre delle panchine in modo non lineare come al solito vediamo da noi, ed ecco che l'area diventa un luogo godibilissimo. Tavoli dovunque sia possibile, per mangiare, per giocare a carte, per appoggiare il computer o la cartina come abbiamo fatto noi. Panchine che si guardano per sedersi e chiacchierare, poltrone canadesi che, anche se assicurate al suolo, possono essere spostate. Più duttilità e meno rigidità anche nell'arredo urbano

23. Abbiamo poi visitato un altro ponte coperto, in modo più sobrio, senza scenette alla Clint/Meryl. Il ponte Freeport a Cowansville. Come si vede qualche inizio di foliage comincia ad essere goduto


24. Un cartello stradale che troveremo molto spesso in Quebec e che, nell'attraversamento dell'incrocio così governato, anche a quattro vie, mi ha sempre un po' messo in difficoltà (e probabilmente fatto agire da prepotente involontario - va beh, probabilmente gli altri avranno pensato, guarda quelli che vengono dall'Alberta come sono prepotenti!). Facendo una ricerca con AI ho trovato queste indicazioni: La regola fondamentale è la "first come, first served" (chi arriva prima passa per primo).
Chi si ferma per primo va per primo: a)Il primo veicolo che arriva a un arresto completo all'incrocio ha la precedenza.
b)Se due veicoli arrivano contemporaneamente: Il veicolo alla destra ha la precedenza.
c)Se due veicoli arrivano contemporaneamente di fronte: Entrambi possono procedere dritto contemporaneamente. d)Se uno deve girare a sinistra e l'altro va dritto, chi va dritto ha la precedenza. e)Chi gira a destra ha la precedenza su chi gira a sinistra.
f)Comunicazione: In caso di incertezza, è comune stabilire un contatto visivo o usare gesti delle mani per comunicare le intenzioni e cedere il passo.
Ecco, io temo di essere passato spesso direttamente alla lettera f), con una buona comprensione da parte dei quebecois incontrati

25. Lo ammetto, in questi casi anche nella vecchiaia torno un po' bambino. Non credo di farlo mai in Italia, forse neppure in Europa, ma quando sono nel continente Nord Americano non resisto (non resistiamo perché è coinvolta anche Antonella) nel fermarci a un fast food e prendere un bicchierone di caffé da bere mentre procediamo in auto (il massimo è poi farlo dopo aver rifornito l'auto di carburante, quest'anno abbiamo fatto un solo pieno e non siamo riusciti). Su, diciamocelo, fa un po' entrare nella scenografia di un film. Fa sembrare quasi buono il caffé e piacevole berlo da quel buchino nel coperchio, anche quando il primo sorso se non stai attento ti ustiona la bocca.

26. l'Abbazia di St. Benoit du Lac è molto bella, più vista dall'esterno che dall'interno, molto asciutto e moderno. Ma anche l'esterno un po' delude perchè per via della chiusura del parco della Abbazia, il lago praticamente è invisibile. Le immagini che si vedono sono prese con drone e quindi l'Abbazia si staglia sulla campagna circostante e sul lago con un colpo d'occhio tanto bello quando non godibile di persona quando si arriva. Non avendo alcun interesse religioso in relazione alla storia della Abbazia e di chi l'ha fondata, abbiamo trovato la visita meno interessante di quanto ci saremmo aspettati. Forse la parte più piacevole è stata la strada nei boschi fatta per arrivare


27. Ma il Quebec riesce a regalare sguardi e viste sempre gradevoli anche in piccoli angoli



10. WANDERLUST: JE ME SOUVIENS. TRA I COLORI D’AUTUNNO IN QUEBEC CON SGUARDO CURIOSO

10. WANDERLUST: JE ME SOUVIENS. TRA I COLORI D’AUTUNNO IN QUEBEC CON SGUARDO CURIOSO

15. Lasciamo Montreal a bordo della KIA che la società di noleggio ci ha consegnato in aeroporto. Una macchina con pochissimi chilometri che conserva l'odore tipico (e che tanto mi piace) delle auto nuove. Un'auto con la targa dell'Alberta (!). Se non capisce chi ci vede che si tratta di un noleggio penserà a quanti chilometri avremmo fatto per giungere in Quebec.

16. Ci dirigiamo verso i Cantoni dell'Est (Cantons de l'Est _ il nome amministrativo è Estrie) sono una regione a sud del San Lorenzo al confine con il Vermont. Prima di programmare il nostro viaggio facendo i conti con i pochi giorni da disposizione e la vastità del luogo non conoscevamo questa regione. Ci ha incuriosito ed è apparsa un buon percorso tra le due principali città, Montreal e Quebec City, ma temevamo potesse essere un giorno un po' transitorio, poco interessante. Alla sera quanto abbiamo guardato i chilometri fatti, ci siamo accorti della differenza tra la percezione (circa 200) e la realtà (circa 400) tanto è stato piacevole viaggiare in questi luoghi ameni.




 

17. Tra le mete della giornata in primo piano i "ponti coperti" (stimolati dal famoso film con Eastwood e Streep), Nel abbiamo scelti pochi ovviamente, e due di questi sono stati una piacevolissima visita. Il primo (ed essendo il primo è stato anche quello che è rimasto più impresso), il Notre Dame de Stanbridge. Non potevamo fare a meno di divertirci in evocazioni cinematografiche



18. Le "fromagerie" (per patiti di formaggi quali siamo) sono state ben individuate (ovviamente non avendo altro che un'auto - avessimo avuto un camper sarebbe stato differente - ne abbiamo dovuto scegliere una, che ha fornito la base per il pranzo del giorno), la Fomagerie des Cantons, a Farnham.



19.Il paesaggio del Cantons de l'Est corrisponde alla idea preventiva con la quale siamo partiti alla loro scoperta: campi coltivati, foreste a perdita d'occhio con un piacevole inizio di foliage che mostra una stupenda tavolozza di colori, paesini composti da una "main street" sulla quale si affacciano belle case basse, spesso di legno, semplici e con la costante di non essere chiuse da muri o cancellate. Anche fuori dai centri abitati le case affacciano direttamente sulla strada oppure sono qualche decina di metri all'interno. Spesso a fianco i garage più bassi con le auto, quasi sempre p-up di generose dimensioni (posso dirle al netto dell'impatto ambientale? Bellissimi! - e frequentemente enormi RV pronti per l'uso-

20 Anche il cimitero (non ricordo di che paesino) si apre immediamente oltre il marciapiede. Semplicissimo, scarno, molto bello.

 

domenica 2 novembre 2025

9. WANDERLUST: JE ME SOUVIENS. TRA I COLORI D’AUTUNNO IN QUEBEC CON SGUARDO CURIOSO

 9. WANDERLUST: JE ME SOUVIENS. TRA I COLORI D’AUTUNNO IN QUEBEC CON SGUARDO CURIOSO

14.0 Ultimi sguardi a Montreal prima di lasciare la metropoli per dirigerci verso i Cantoni dell'est. Il giorno seguente quello in cui abbiamo scattato le ultime fotografie avremmo preso il bus 747, prima dell'inizio dello sciopero dei trasporti per andare all'aeroporto a ritirare la nostra auto. Il tragitto da e verso l'aeroporto in bus (linea 747) che viaggia in parte in corsia protetta e in parte in mezzo al traffico mi ha fatto pensare che è piuttosto strano che una metropoli come Montreal, che sembra vivere una perenne congestione del traffico sulle tangenziali esterne, non abbia una linea su ferro per raggiungere l'aeroporto internazionale è molto strano. Del resto è una città che, considerando la Grande Montreal, con 4 milioni di abitanti ha solo 4 linee di metropolitana. A me sembra che abbia un problema

14.1 La stessa metropolitana non appare molto moderna. I collegamenti tra le linee e gli itinerari di uscita ricordano molto Parigi. Lo stesso collegamento ideale viene suggerito dai treni con le ruote gommate. 

4.2 La città è piena di piste ciclabili. E qui il collegamento mi viene con l'Italia. Ma occorre dire che mentre in Italia, oltre a me, si contano sulle dite di una mano (non necessariamente fornita di tutte le dita) i ciclisti che rispettano le regole della strada e che per esempio si fermano con il semaforo rosso, in Canada ne ho visti molti di più essere responsabili e rispettosi, molti ma...non tutti.

14.3 Ancora qualche murale sui muri degli edifici. In particolare l'ultimo, che riproduce la famosa ragazza della fotografia di Steve McCurry, è dipinto sui muri di un edificio che ospita un ristorante Afghano che purtroppo non abbiamo provato (ma quando torneremo non lo mancheremo)


 

14.4 Questo ristorante, dal nome Kabul, aveva questo messaggio: "portate il vostro vino". Abbiamo pensato che trattandosi di un ristorante nel quale, per motivi religiosi, fosse servita solo acqua, chi desiderasse bere vino fosse accettato ma che dovesse portarselo personalmente. Invece ci sembra di aver visto anche in altri luoghi fuori da alcuni ristoranti, cartelli simili. Non sappiamo se è una consuetudine canadese. Magari chi legge queste righe e sa la risposta al dubbio, può scriverla.

14.5 Insomma, è ora di lasciare Montreal, nella quale ci siamo trovati molto bene e che salutiamo con affetto, e andare a scoprire qualche altro piccolo pezzettino di Quebec.






sabato 1 novembre 2025

8. WANDERLUST: JE ME SOUVIENS. TRA I COLORI D’AUTUNNO IN QUEBEC CON SGUARDO CURIOSO

 8. WANDERLUST: JE ME SOUVIENS. TRA I COLORI D’AUTUNNO IN QUEBEC CON SGUARDO CURIOSO

13.0 Una ultima occhiata all'Ile Ste.-Heléne allietati dal sole luminoso e poi rientriamo nell'isola principale (Montreal è un arcipelago di isole)



13.1 Quasi per caso abbiamo visitato la biblioteca di Montreal. E' stata una disattenzione non programmarla (di solito cerchiamo di visitare sempre le biblioteche o le librerie e i cimiteri dei posti che visitiamo, nella grandi città prediligiamo le biblioteche e i cimiteri monumentali, nei luoghi più piccoli e lontani dalle metropoli cerchiamo le piccole librerie - che ci ricordano la nostra Il gabbiano - e i piccoli cimiteri) ed è stata una fortuna capitarci vicino e quindi consentirci di cogliere l'occasione.


13.2 Abbiamo avuto l'impressione di aver trovato una bellissima biblioteca. Bella nello stile architettonico con ambienti belli e accoglienti con  materiali di costruzione caldi e confortevoli.


13.3 Due elementi che a mio avviso rappresentano un valore aggiunto. Entrando a piano terra sulla sinistra una cafeteria dove poter prendere qualcosa da mangiare o bere mentre al tavolino si legge un libro preso in prestito o si passa il tempo utilizzando il proprio computer. A un piano superiore una serie di comode poltroncine davanti ad ampie vetrate dove sedersi a leggere inondati dalla luce e guardando la città sotto.



13.4 Chi mi conosce sa quanto mi piacerebbe che anche nella nostra biblioteca ci fosse una piccola cafeteria che non fosse prendere un caffé in un bicchiere di plastica o di materiale riciclabile e quanto consideri la veranda che ora è il (ben ristrutturato) locale di accoglienza sprecata nell'uso attuale mentre potrebbe essere una confortevolissima zona di lettura guardando non i tetti dei palazzi di Montreal ma alberi e a pochi passi il fiume.

13.5 Abbiamo potuto anche riempiere la borraccia dell'acqua in biblioteca (non al lavandino in bagno).



7. WANDERLUST: JE ME SOUVIENS. TRA I COLORI D’AUTUNNO IN QUEBEC CON SGUARDO CURIOSO

7. WANDERLUST: JE ME SOUVIENS. TRA I COLORI D’AUTUNNO IN QUEBEC CON SGUARDO CURIOSO


12.0 Dopo la pausa al Caffé Olimpico dove, come ha testimoniato Antonella, le squadre di calcio di Milano sono esposte nel giusto ordine di importanza (per chi fa finta di non capire, in verticale dall'alto verso il basso), rifocillati con bagel e cappuccino ci siamo diretti verso il Marche Jean-Talon, altro famoso mercato di Montreal. 





12.1  Abbiamo visitato il mercato nel pomeriggio, quindi in un momento di calma, forse, come tutti i mercati, il momento migliore per visitarli è il mattino. E' stato comunque una passeggiata più gradevole rispetto al freddo Atwater. Tanti colori, tanti prodotti, e qualche indicazione utile sul mitico Succo d'Acero

12.2 La Biosphere (gigantesca cupolo geodetica progettata dall'architetto Richard Buckminster Fuller per il padiglione degli Stati Uniti per l'EXPO del 67, ora un museo dedicato all'ambiente) sull'isola Ste.-Heléne nel parco Jean-Drapeau era chiusa per lavori di manutenzione, ci siamo allora diretti verso Trois Disques dove ci siamo seduti sulle immancabili sedie canadesi per guardare lo skyline di Montreal