Secondo giorno (prima parte)
Lunedì 3 ottobre, Riserva dello Zingaro
Tornando dalla Riserva dello Zingaro, poco dopo s. Vito lo Capo c'è un'edicola isolata in mezzo ai campi, sul lato della strada, tra un ulivo e piante di fichi d'India.
L'edicola non è tenuta benissimo. Però è nel suo complesso affascinante, forse anche per la sua decadenza e solitudine.
Lo è tanto che oggi, quando mi sono fermato con l'auto, che è rossa, e quindi un po' impattante, ho visto che dall'altra parte c'era un'altra persona come me intenzionata a fotografare lo costruzione.
Ci davamo reciprocamente fastidio, immagino io di più con l'auto rossa sulla linea dell'obiettivo.
Alla fine l'altro si è allontanato. Avrà fatto le sue foto o sarà stato infastidito dalla mia presenza?
Bella e fascinosa l'edicola, però seminascosta sotto un fico d'India una borsa di plastica piena di rifiuti. L'ho fotografata. Non è il primo caso che noto, Un po' di lassismo nel tenere cura degli spazi comuni e indifferenza al decoro degli spazi pubblici. Un po' aria di casa (ma l'esperienza Argentina mi dice che è aria di buona parte del mondo).
Presso il paesino di Macari c'è una bellissima caletta (tanto bella che sulla strada che sale al promontorio hanno aperto un'area di sosta per poter ammirare il panorama. La costa della caletta è percorribile a piedi, attenzione ai vetri perché l'area è un po' disseminata di bottiglie rotte.
Come ovunque la trasandatezza e l'egoistico disinteresse per gli spazi di tutti disturba. Disturba a Trezzo, disturba "macari (cit. Camilleri) a Macari.
Le fermate dei bus di linea extraurbana sono indicate dalla tabella (spesso senza palina e senza pensilina) Non mi è sembrato di vedere nessun portaorari
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