domenica 30 ottobre 2016

GRATTANDO IL GHIACCIO _SICILIA OCCIDENTALE (TRAPANESE) sesto giorno – prima parte

GRATTANDO IL GHIACCIO _SICILIA OCCIDENTALE (TRAPANESE)
sesto giorno – prima parte
Venerdì 7 ottobre ore 22.50 sul volo Ryan Air (in ritardo)

In partenza qualche flash, qualche grattata di ghiaccio.

Abbiamo visto solo un piccolo ritaglio di questa grande isola. Non so se ciò che abbiamo visto può essere riprodotto par paro per tutta l'isola. Se così fosse, per bellezza naturalistica, amenità di paesaggio, gradevolezza di clima, gustosità di gastronomia e cordialità delle persone nei rapporti interpersonali, la Sicilia potrebbe (dovrebbe) essere la regione più ricca d'Italia. Invece. Nei pochi dialoghi sull'argomento (che combaciano con i commenti sentiti a Palermo qualche anno fa) la colpa dei problemi è dei Siciliani (gli altri ovviamente!).
Io non lo so.
Non ho fatto un'analisi sociologica, come dico ho grattato il ghiaccio.
Ho trovato una notevole riluttanza e ostilità verso i gabinetti pubblici. Strano perchè in un ambito turistico la predisposizione e cura di queste strutture dovrebbero essere una delle principali preoccupazioni. Invece, o guasti, o fetidi, o fetidi e guasti, pochi, sprovvisti di ciò che serve. Non ricordo di poterne salvare uno, dal bar del centro di Trapani, ai parchi archeologici o naturalistici. All'aeroporto Birgi di Trapani.

Ci sono posti che si presentano con un ottimo decoro, ma anche aree che mi ricordano le strade secondarie delle mie zone: nastri stradali che corrono in messo a banchine cosparse di rifiuti.

Un fatto, forse isolato, comunque singolo in quanto ad avvistamento mi ha colpito oggi (ed è un fatto che racconta degli uomini e dei bambini di oggi, non dei siciliani): siamo sul lato orientale del centro storico di Trapani, rientriamo dalla piccola spiaggia dove sono esposti gli ex voto dei marinai. Ci passa davanti una macchina, sul sedile posteriore un bambino mangia da un enorme pacchetto di patatine (e avrebbe fatto meglio ad astenersi), pochi metri più avanti, ha finito le patatine e getta tranquillamente dal finestrino sul selciato il pacchetto vuoto.

Il parco archeologico di Selinunte, notevole in quanto ad incuria anche per altri aspetti (la vegetazioni incolta e selvaggia che quasi copre le rovine è un elemento paesaggistico studiato e voluto o solo un frutto del pressapochismo e del disinteresse?) credo abbia due presenze di wc, delle quali uno senza luce (ma rintracciabile grazie alla puzza). Mi sembra che ci si concentri molto di più sul lucroso sistema dei trenini che scorrazzano i visitatori tra i vari siti su strade dissestate (affrontate anche a velocità pericolose se il guidatore è richiamato al telefono di raggiungere in fretta il capolinea perché un altro gruppo è pronto per partire). Tanto che la biglietteria non è in grado di fornire una mappa dell'area che la biglietteria interna del trenino fornisce liberamente (dopo aver pagato l'oneroso biglietto).

Mi chiedo se l'attrattiva della Sicilia sia tale per cui anche senza offrire un servizio, i turisti si presentano in gran numero, Non mi sembra molto lungimirante, ma nel breve forse funziona.













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