WANDERLUST _ TAIWAN 2023 _CAP 2.0
TAIPEI 23.11 h.6.13 San Want Residences
E’ finito che il primo pranzo taiwanese è stato di … cucina vietnamita.
Ma andiamo con ordine.
Arrivati finalmente a Tayouan dopo il lungo ma non
faticosissimo volo, abbiamo facilmente passato le formalità doganali,
acquistato la SIM locale e preso la MRT per Taipei. Numerose rete wifi free ci
sono state di supporto. Il treno della MRT silenzioso e pulitissimo ci ha
accompagnati in città fino alla Main station. Non abbiamo potuto prendere il
pass di tre giorni a Tayouan e lo abbiamo acquistato a Taipei. Abbiamo subito
sperimentato una attenzione e cortesia fuori dal comune. Per esempio alla Main Station
ci siamo messi davanti al cartellone con la mappa per capire come raggiungere
il nostro hotel. Subito si è avvicinato un ragazzo dell’assistenza per chiedere
di cosa avessimo bisogno. Si è dato da fare per consigliarci meglio (il
problema è anche che noi abbiamo riferimenti dei luoghi di Taipei traslitterati
per noi occidentali, sia nell’alfabeto sia nella dizione). Ci ha portati
all’ufficio dove è intervenuta una collega più esperta che ci ha dato una
cartina e ci ha indirizzato alla linea di Metro più utile. La linea Verde. Che,
aneddoto divertente non era vicina nell’intrico di tunne sotterranei ma sempre
ben segnalata a volte anche con i minuti a piedi mancanti. Arrivati alla linea
Verde siamo andati al box del controllore che (ho avuto la sensazione fosse
chiuso, ma quando ci ha visto arrivare ha tolto il cartello e ci ha ascoltato).
Ci ha mandato al box dell’altro ingresso e intanto ha avvertito la collega via
radio.
Per salire sulla metro si attende nelle corsie di attesa
come in Giappone, che lasciano libera l’uscita che scende dal vagone.
Saliti in superficie abbiamo faticato un po’ a capire dove
andare (il nome delle vie di Taipei sono indicate in cartelli, anche in
inglese, piuttosto piccoli. Ovviamente abbiamo trovato la via ma sbagliato la
direzione. Ci è costato un paio di blocchi fatti in andata e ritorno, con
l’aggravante di essere vestiti come siamo partiti da Trezzo (mentre qui fa
piuttosto caldo). Anche in questo caso è bastato fermarsi sul marciapiede con
la cartina aperta perché una persona si fermasse per aiutarci). Con un minimo
di fatica siamo arrivati all’albergo, piuttosto buono, abbiamo depositato i
bagagli e dopo un momento di sosta siamo partiti alla scoperta di Taipei.
Lo dico subito e così chiudiamo il discorso. Taipei è una
città non particolarmente bella. Anzi in alcuni spazi anche piuttosto brutta.
Il traffico è elevato, l’aria un po’ ne risente. E’ percorsa da migliaia di
motorini. E’ incredibile il numero di piccoli scooter che girano o sono
parcheggiati ovunque. E nonostante ciò, nonostante una ottima metropolitana e
numerosi bus, le auto sono tantissime.
Per prima cosa siamo andati a vedere il famoso ristorante
dove si fa colazione con latte di soia e altri piatti. Fu Hang Soy Milk. C’era
una fila fuori dall’ingresso di credo 100 metri o forse più! Immagino che gli
ultimi in fila avranno dovuto aspettare un paio di ore. Noi avevamo mangiato
poco prima di atterrare e non avevamo fame, più che altro la mia era curiosità.
Ma se è sempre così sarà impossibile provarlo.
Siamo allora ripartiti verso il parco 28 febbraio, che non
abbiamo trovato perché abbiamo percorso una via parallela e quando abbiamo
capito dove è veramente, sinceramente cominciamo ad essere stanchi e non siamo
tornati indietro. Siamo invece andati alla maestosa piazza della Democrazia,
compresa da una lato da una imponente porta ad archi, e vicino alla porta il
Teatro Nazionale e la Sala da Concerti nazionale costruiti in stile classico
cinese, bellissimo, mentre in fondo all’estremo opposto, si erge maestoso il
Memoriale di Chiang Kai-shek, il capo del Kuomitang sconfitto dall’Esercito
Popolare nella guerra civile e rifugiatosi nell’isola di Formosa. Abbiamo
assistito a un elaborato cambio della guardia e visitato il museo esibizione.
Ho apprezzato il fatto che i governanti di Taiwan abbiano chiamato Piazza della
Libertà questo spazio e che nelle sale del Mausoleo ci siano sale che ricordano
il movimento per portare Taiwan alla democrazia e alla libertà di parola perché
il passaggio dalla dittatura del Kuomitang a questa frizzante democrazia non è
stato facile e non scontato.
Terminata la visita, ormai esperti di MRT, abbiamo preso la
metropolitana per andare a vedere il bel tempio di Longshan. Il tempio era pieno
di visitatori e di cinesi in visita devozionale. All’ingresso un grande tavolo
era pieno di offerte devozionali (anche confezioni di dolci e scatole di
biscotti) e davanti al tempio numerose persone in preghiera. Molte lanciano a
terra delle semisfere rosse, continuamente, non abbiamo capito molto, la
sensazione che a seconda di come cadevano avevano una qualche significato.
La zona attorno, in particolare il vicolo delle erbe dove
vendono radici, non è molto bella. Ci siamo passati velocemente, anche se non
c’è mai la sensazione di pericolo. E siamo finiti nel mercato notturno di
Huazi, che aveva un po’ di spazi aperti, soprattutto di pedicure e manicure. E
per riacquistare energia abbiamo deciso di pranzare, e la scelta è caduta su un
ristorante vietnamita! Abbiamo preso due zuppe straricche di carne, verdure e
ramen. Molto buone.
Per la cronaca io credo di ricordare di aver preso Pah Bo
tai e Antonella Bun Cha Canh Thit Nurong. Mi sembra chiaro.
Dopo un veloce giro nel distretto storico di Bopiliao,
abbiamo ripreso la metropolitana per andare a vedere il tempio di Confucio.
Mentre attendavamo la metropolitana rigorosamente in fila, abbiamo visto una
addetta della metropolitana aspettare fuori fila l’arrivo del vagone. Quando si
sono aperte le porte è sceso un utente cieco, e lei era lì ad attenderlo per
accompagnarlo! Sapeva che sarebbe sceso. Io immagino che alla salita un collega
la abbia avvertita dove aveva lasciato l’utente cieco. Per fornirgli assistenza
in ingresso e in uscita.
Il tempio di Confucio (che non è una divinità) è ampio e
tranquillo, c’erano dei bimbi che facevano le prove per una manifestazione con
un ballo rituale di gruppo e abbiamo fatto da spettatori per qualche minuto. Il
tempio è composto da un gruppo di edifici, ma mentre in Longshan le divinità
sono rappresentata da statue e l’arredo è ricco e composito, in questo tempio
la sobrietà vige e le persone sono ricordate da tavolette con l’iscrizione del
loro nome.
Poiché nel viaggio precedente Antonella si era addormentata
in piedi, abbiamo pensato che per oggi fosse tempo di rientrare. Abbiamo voluto
provare con il bus, e anche in questo caso, non è stato sufficiente il tempo di
fermarsi a guardare la cartina che una ragazza si è offerta di aiutarci, ci ha
portato, con un po’ di confusione dovuta alla emozione che ci ha fatto temere,
alla fermata giusta del bus, mi ha fatto fotografare dal suo telefono il
percorso in cinese per farlo vedere all’autista, ha parlato con lei con
l’autista per assicurarsi che andasse nella giusta direzione. Sul bus altre due
persone hanno chiesto la nostra destinazione, dopo qualche difficoltà sono
riuscito a far vedere la meta, il signore che ci ha aiutato scendeva alla
stessa fermata e ci ha indicato anche la direzione (ma l’avevamo riconosciuta)
una volta scesi.
E finalmente siamo tornati in hotel. Un giorno piuttosto
lungo, ma si parte bene.
(le foto di questo capitolo sono di Antonella)
parte della coda per andare da Fu Hang Soy Milk |
Sala da Concerti nazionale |
Sala da Concerti nazionale |
Memoriale di Chiang Kai-shek |
Teatro Nazionale |
Sala da Concerti nazionale |
Memoriale di Chiang Kai-shek |
cambio della guardia |
tempio di Longshan |
Bun Cha Canh Thit Nurong (forse) |
Pah Bo tai (ancora forse. cucina vietnamita) |
distretto storico di Bopiliao |
tempio di Confucio |
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