Riprendiamo a viaggiare dopo il fallimento del Chile. E, complici i tempi difficili, questo viaggio prevede una sua dose d'ansia. Duplice. Il fallimento pesa, la scelta del Portogallo non è casuale. E' come fare un giro tra amici. Tranquilli, semplici, modesti ma affidabili. Un ottimo posto per rimettersi alla prova e ritrovare i meccanismi un po' ingrippati.
Le fotografie sono molte, anche noi probabilmente siamo vittime della sindrome da smartphone. Quindi le foto precedono un po' il dipanarsi del racconto.
Domenica 12 luglio. Aeroporto di
Malpensa. In attesa del volo per Lisbona.
Partiamo. Verso il Portogallo.
L'aeroporto appare frequentato, sia pure in misura molto minore
rispetto all'affollamento di recente memoria. Egoisticamente potrei
far rilevare il piacere di non fare fila al check in ed essere
velocemente serviti da uno scorbutico e annoiato impiegato, e pure di
aver passato quasi in solitudine il varco di controllo e quindi di
aver sfilato la cintura dai pantaloni con calma senza ansia e senza
incastrarla nei passanti dovendo far intervenire Antonella. Però non
si può dimenticare che ciò non è motivato dalla scelta di non
inquinare volando (contraddizione nella quale noi cadiamo in pieno
facendole iniziative di #Azioneclima a Trezzo e poi scegliendo
l'aereo come veicolo per le vacanze), bensì dalle conseguenze della
pandemia che è ancora fortemente attiva tra noi (leggevo poco fa sul
Manifesto preoccupanti notizie da Israele, dove sembra abbiano perso
un po' il controllo -e stupisce che ciò accada proprio in Israele).
Come con l'associazione Amici del Gabbiano abbiamo deciso di
affrontare a muso duro, come dice il grande Bertoli, la sfida del
Covid. (rispetto delle leggi, rispetto delle regole, ma non ci
lasciamo chiudere in casa senza poter scegliere tutto ciò che
possiamo scegliere e quindi abbiamo messo in piedi la rassegna SERE
D'ESTATE SERE DESTATE chiamando gli amici ad essere con noi
protagonisti della rinascita culturale della nostra comunità), allo
stesso modo, anche noi due personalmente rispettiamo tutte le regole
-mascherina anche quando è faticoso e può apparire contro-intuitivo,
e distanziamento. Anche se troppe persone sembrano prendere
sottogamba e con superficialità le norme non capendo che il problema
esiste ancora ed è ancora pericoloso.
Allora vogliamo essere padroni del
nostro destino, rimanere contagiati dell'unica malattia che ci piace,
il wanderlust, e non mancare di fare il nostro, pur piccolo e breve,
viaggio.
Certo, abbiamo la consapevolezza di
essere dei privilegiati (perché abbiamo il lavoro e una minima
tranquillità economica) per poterlo fare. Ma siamo anche consapevoli
di una lunga storia di “frugalità" che ci consente di non
dover sperare in nessun recovery fund, potendo contare sulle nostre
risorse.
Abbiamo scelto il Portogallo come meta
di questo breve break che ci concediamo prima di, spero, poter
tornare a lavorare con la intensità precedente il lockdown.
Non in Italia? Potrebbe chiedere
qualcuno. Come mai non ci siamo fatti travolgere dalla retorica
nazionalista? Potrei dire che ci sentiamo europei e ogni parte
dell'Europa è un po' la nostra patria. Mi piacerebbe poter avere un
passaporto, prima di morire, con scritto nella riga della
nazionalità: EUROPEO. C'è anche un motivo meno nobile. Quando tutto
andava bene non mi sono mai sentito considerato un connazionale dalle
strutture turistiche che mi ospitavano, quanto una spugna da spremere
fino all'ultima goccia. Ora non mi sono sentito vincolato
particolarmente da un afflato solidaristico.
fotografie:
1. si inizia a scrive il diario
2. fino all'ultimo dare soddisfazione ai propri followers
3. aereo quasi vuoto
4. 1869 Prìncipe Real House, Lisbona
5. subito a cercare i Pastéis del Nata (Real Principe Restaurante _ R. da Escola Politécnico
6. Alfama vista dal Miradouro Sao Pedro da Alcantara
7. Alfama vista dal Miradouro Sao Pedro da Alcantara
8. altro "must" da cercare subito: gli elevador. Questo Elevador de Gloria
9. altro "must" da cercare subito: gli elevador. Questo Elevador de Gloria
10. Elevador de Lavra, la prima funicolare su strada del mondo, inaugurata nel 1884
11. Elevador de Lavra, la prima funicolare su strada del mondo, inaugurata nel 1884
12. Alfama vista dal Miradouro Sao Pedro da Alcantara al tramonto
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