giovedì 23 luglio 2020

WANDERLUST _ PORTOGALLO2020 _ DECIDIAMO NOI _CAP.5

WANDERLUST _ PORTOGALLO2020 _ DECIDIAMO NOI _CAP. 5

Tutte le lettere d'amore sono
ridicole.
Non sarebbero lettere d'amore se non fossero
ridicole.

Anch'io ho scritto ai miei tempi lettere d'amore,
come le altre,
ridicole.

Le lettere d'amore, se c'e' l'amore,
devono essere
ridicole.

Ma dopotutto
solo coloro che non hanno mai scritto
lettere d'amore
sono
ridicoli.

Magari fosse ancora il tempo in cui scrivevo
senza accorgermene
lettere d'amore
ridicole.

La verita' e' che oggi
sono i miei ricordi
di quelle lettere
a essere ridicoli.

(Tutte le parole sdrucciole,
come tutti i sentimenti sdruccioli,
sono naturalmente
ridicole).
Todas as cartas de amor são ridículas
Todas as cartas de amor são
Ridículas.
Não seriam cartas de amor se não fossem
Ridículas.

Também escrevi em meu tempo cartas de amor,
Como as outras,
Ridículas.

As cartas de amor, se há amor,
Têm de ser
Ridículas.

Mas, afinal,
Só as criaturas que nunca escreveram
Cartas de amor
É que são
Ridículas.

Quem me dera no tempo em que escrevia
Sem dar por isso
Cartas de amor
Ridículas.

A verdade é que hoje
As minhas memórias
Dessas(*) cartas de amor
É que são
Ridículas.

(Todas as palavras esdrúxulas,
Como os sentimentos esdrúxulos(**),
São naturalmente
Ridículas.)

Si inizia da Pessoa (un autore che conosco pochissimo, immeritatamente per lui e colpevolmente da parte mia) con un testo che sicuramente molti riconosceranno, perché in questo lunedì infinito, rientrando con il tram da Alfama, arrivando a Chiado si passa vicino alla zona dei teatri. Sulla destra, poco prima di sfociare nella piazza, si vede un piazzale nel quale una statua di Pessoa con un libro al posto della testa mi ha così attirato che quando siamo scesi ho trascinato Antonella a fare il periplo del caseggiato per raggiungerla (era facilmente accessibile da una scaletta che ovviamente non ho visto) e farmi fare una foto evocativa.
Rientrando a Chiado si passa davanti a quel bar dove c’è una statua di Pessoa seduto come al bar con una sedia vicino. Dodici anni fa, nel corso della nostra prima visita a Lisbona mi ero fatto fare una foto su quella sedia, e ovviamente pensate che avrei mancato di farmi fare una foto anche in questa occasione.
Oggi è stato il giorno delle fotografie con alcuni grandi della letteratura portoghese.
Quando siamo arrivati alla Cattedrale abbiamo deciso di fare un salto alla piazza delle Cipolle, dove sorge la Casa dos Bicos. Si tratta di una vecchia residenza di qualche ricco che ora è proprietà di una fondazione privata. Senza saperlo abbiamo trovato una esposizione dedicata a Saramago. (in realtà siamo entrati per approfittare dei bagni, in questi posti poco frequentati è molto più probabile trovare bagni puliti e riforniti – a posteriori occorre dire che in Portogallo è stata una precauzione inutile. Tutti i bagni pubblici che abbiamo usato, e io ho un’età che ormai ne uso molti (!), erano riforniti e puliti. Non so se sia per via del COVID, comunque: complimenti Portogallo. Secondo i miei criteri la civiltà di una nazione la si evince anche (molto) dalla pulizia dei bagni pubblici. Il Portogallo ha superato in pieno l’esame).
Abbiamo girato per i piani, mi sono fatto fare una foto davanti a una gigantografia di Saramago e una mentre indico il libro VIAGGIO IN PORTOGALLO che ci ha accompagnato per tutto il viaggio (e che purtroppo è stato più letto che vissuto, per la solita fretta di chi in poco tempo vuole fare tanti chilometri e vedere tanti posti distanti tra loro).
Nel precedente capitolo ho citato la Escalada Costa Castelo E’ una bellissima scala che collega Alfama con la parte bassa del quartiere lungo la quale abbiamo un po’ ritrovato lo spirito di Valparaiso. Infatti è un luogo che è diventato una esposizione di street art. Lungo tutto il percorso si è accompagnati da murales  in alcuni casi anche sufficientemente elaborati e belli.
Prima di rientrare abbiamo trovato la forza di visitare il Giardino Botanico dietro il Museo della Scienza. Lo abbiamo percorso con le gambe sempre più pesanti, ma la stanchezza non ci ha impedito di vedere la bellezza del posto. Una bellezza che purtroppo per chi come noi non distingue più o meno un albero dall’altro, è goduta in modo un po’ superficiale (ma a pensarci, non è necessario conoscere il nome latino di ogni alberto per consentire alla sensazione del bello, in modo un po’ misterioso e vago, di entrare nell’animo attraverso il nervo ottico). I fusti alti, diritti e nudi di alcuni alberi che avevano un ciuffo di foglie sulla altissima cime, o i rami contorti in curve e controcurve di altri, il lego solido o le foglie ampie di alcuni, o lo stelo sottile ma durissimo di altri (il bambù, questo l’ho intuito), sono comunque stupendi. Il sabato prima di partire Antonella aveva letto, assieme alla sue bravissime amiche, “L’uomo che piantava gli alberi” nella rassegna in Associazione, e le vicende di quel libro mi risuonavano nella mente mentre guardavo, ammirandoli senza conoscerli, tutti quegli alberi.  Penso che mi piacerebbe possedere un bosco. Una delle giornate che con più piacere ricordo è quella che abbiamo passato nel PARQUE NACIONAL TIERRA DEL FUEGO a Ushuaia Antonella ed io qualche anno fa.

Foto 1 e 2. Pessoa ed io
foto 3. Pessoa ed Antonella
foto 4. Casa dos Bicos
foto 5. e 6. Saramago (i suoi libri ) ed io
foto 7. Miradouro de santa Luzia
foto 8, 9, 10 e 11 Escalada Costa Castelo
foto 12. Elevador de Santa Justa (chiuso)
foto 13. Panorama dal Miradouro de santa Luzia
foto 14 e 15 Giardino Botanico

















Nessun commento:

Posta un commento