Lunedì 13 luglio
Chi mi conosce coglierà la contraddizione, ma
chi di noi, pur cercando di rimanere hombre vertical non è soggetto
a umane contraddizioni che smentiscono, date alcune circostanze,
atteggiamenti o modi di presentarsi?
Non vaneggio (non più del solito), e quindi
spiego.
Penso che l'apice delle colazioni le abbiamo
provate in Canada (in Nova Scotia o Newfoundland) quando negli
stupendi B&B si faceva colazione tutti assieme attorno allo
stesso tavolo serviti dai padroni di casa (non da dipendenti) e di
chiacchierava (faticosamente per noi, in inglese) dei viaggi e delle
rispettive provenienze (un giorno a Twillingate eravamo al tavolo tra
gli altri con una coppia dell'Alberta -credo di ricordare - e quando
ho chiesto al marito cosa si vivesse a -30, mentre la moglie
ridacchiava lui ci ha pensato un po' e poi mi ha detto: “Duramente,
ma ce la puoi fare”.
La pandemia ci ha tolto anche l'atmosfera del
buffet, che magari portava a momenti di impazienza quando il
tostapane era occupato da qualcuno che sembrava dover rifornire un
esercito, ma almeno ti dava quel senso di abbondanza per cui i viaggi
tra il tavolo e il ripiano delle vivande diventavano sempre più
numerosi (abbiamo imparato il piacere di prendere poco cibo ogni
volta). E soprattutto latte caldo e caffé a volontà, senza la
complicazione di spiegare cosa si desidera realmente.
Detto questo, e il tempo perso per spiegare
indica quanto sia importante per noi la colazione ( nelle recensioni
di booking è praticamente la prima recensione che andiamo a
leggere), dobbiamo dire che in questo breve viaggio le colazioni
hanno sempre mantenuto alti standard anche nei limiti posti dalla
pandemia. A partire da quelle predisposte dal 1869 Principe Real
House.
E allora rinforzati dalla colazione (che salgo
oggi ci ha consentito di saltare praticamente sempre il pranzo –
complici i 40° e più gradi di calore che chiedevano solo
idratazione) siamo partiti alla volta di Lisbona. Oggi niente musei
che sono chiusi il lunedì (quindi suggerimento: per tre giorni a
Lisbona pensare a un Giovedì/Sabato o Venerdì/Domenica con domenica
dedicata ai musei), bensì passeggiataper i quartieri della città (a
sera saranno circa 16 chilometri, e Lisbona non è una città
piatta!)
Un passo indietro.
Ieri abbiamo visitato la Igreja de Sao Domingo
(luogo dove venivano assassinate le vittime della inquisizione –
esecuzioni chiamate “autodafé” ) che è affascinante perché è
sopravvissuta a due terremoti (compreso quello famoso del 1755 –
ricordate il Candide di Voltaire?) e a un recente incendio. E
l'interno della chiesa porta i segni di tutti questi eventi.
E per ora ci fermiamo, continuerò nel capitolo
4 con il racconto del Lunedì.
foto 1,2 e 3. Igreja de Sao Domingos
foto 4. Antonella e la sua colazione (se la vizio troppo come la riporto sulla aircamping?)
foto 5. "venghi ragioniere, Lisbona la aspetta"
foto 6. Igreja de Sao Roque (Barrio alto)
foto 7. rua de Misericordia con Tram (rassegnatevi, saranno decine le foto con i Tram)
foto 8,9 e 10: Elevador de Bica.
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