Quando visito monumenti universalmente
considerati dei capolavori dell'umanità sono preso da mille dubbi.
Sono condizionato dal sapere che ciò che sto
vedendo è bellissimo, e quindi lo vedo come tale perché sono in un
certo senso obbligato a riconoscerlo come tale, oppure invece
sinceramente i miei sensi ne riconoscono la bellezza in modo sincero
perché così la percepisco (ma in base a canoni o a valori
naturali?).
Ma se non la “sentissi” ci sarebbe
educazioni in grado di superare il primo step sensoriale e fami
capire la bellezza “nascosta” dalla ignoranza?
Insomma, faccio “oooooh” come tutti o
capisco e apprezzo in modo anche mediato, godendo con lo sguardo e
con il cervello?
Presumibilmente faccio “ooooh” anche se mi
atteggio (e fotografo) come uno che capisce. Spero solo di fare finta
abbastanza bene.
Se, per esempio, Baia Wulaia dal punto di
vista naturalistico rimane per me l'apice della armonica e
contemporaneamente drammatica bellezza della natura, che ricordo
ancora oggi come allora fossi quasi turbato dalla c consapevolezza di
non riuscire a tradurre e definire nell'animo quel coacervo confuso
di emozioni che la vista di quello spettacolo mi stimolava passando
dal nervo ottico all'amigdala, il Mosteiros dos Jeronimos in
Portogallo è stato, assieme a un altro posto che scopriremo più
avanti, uno dei due manufatti umani che mi hanno scosso e che ho
percepito (e mi interesso poco, conscio della mia reale enorme
ignoranza, se condizionato o solo a livello superficiale) come
bellissimo.
Non posso che riportare ancora una volta le
parole di Saramago (che pure vedremo non si fa tanto soggiogare,
contrariamente al sottoscritto, dal Mosteiro) “ Il Monastero dos
Jeronimos è una meraviglia di architettura”
(continua)
foto 1 e 2. Il Mosteiro dos Jeronimos visto dal Padrao dos Descobrimentos
foto 3,4 e 5. Facciata fronte Tejo con particolare del portale est
foto 6 e 7. Particolari del chiostro
Nessun commento:
Posta un commento