WANDERLUST. L’INFINITO VIAGGIARE, LA MAI DOMA CURIOSITA’ _3
QUEL TACCUINO PERFETTO DA SCEGLIERE PRIMA DI PARTIRE
Paolo Rumiz, inviato di Repubblica e gran viaggiatore quest’anno pubblica una serie di cinque articoli (di quelli, lo sappiamo, che i giornali pubblicano d’estate per avere abbastanza fogli da riempire con la pubblicità e che però se ben fatti sono piacevoli da leggere) contenenti suoi consigli per viaggiare leggeri. Ieri l’articolo del giorno era dedicato, nel titolo e nella parte finale, alla scelta del taccuino.
Mi sono sentito coinvolto, come spero siano coinvolti tanti miei amici.
Ma il teorema più spiazzante riguarda il taccuino. Non esiste un tipo di block-notes buono per tutte le stagioni. La sua taglia è determinata dal tipo di viaggio. Spostamenti veloci richiedono pagine piccole dove annotare frasi fulminanti. Viaggi lenti ti lasciano tempo di riempire pagine spaziose con riflessioni articolate. Per afferrare la complessità del dialogo con un saggio della Montagna servirebbe un unico grande lenzuolo talmudico. Ora, siccome non esiste viaggio uguale a un altro, ecco che la scelta del block-notes va decisa sulla base della formula che segue.
Se T è la taglia del block-notes e V la velocità dello spostamento, ecco che T è inversamente proporzionale a V, dunque V e T, moltiplicati fra loro, devono dare sempre lo stesso numero. Il che ha sorprendenti effetti collaterali. Se sbagli taccuino, e lo prenderai troppo grande, il viaggio rallenterà per obbligarti a una visione più analitica. T aumenta e V diminuisce. Viceversa, se T è troppo piccola, sei costretto ad aumentare il valore di V. Esattamente come un fotografo che attraversa paesaggi immensi e che, sbadatamente, invece del grandangolo s’è portato per sbaglio un teleobiettivo. A quel punto non gli resta che rassegnarsi a un procedere guardingo nella speranza di catturare preziosi dettagli anziché il Tutto. A questo punto direte che sono matto. Forse avrete ragione. Ma il bello deve ancora venire.
GRATTANDO IL GHIACCIO: In questo blog cerco di raccontare i nostri viaggi con l'ambizione di grattare un po' il ghiaccio, su cui scivoliamo abitualmente come turisti, facendo una piccola fatica: quella di sforzarsi di "leggere" (con i miei limitati strumenti culturali) le società nelle quali viviamo per pochi giorni WANDERLUST: desiderio di viaggiare, di fare di nuove esperienze, vedere nuovi posti e vivere la libertà e l'emozione di essere stranieri.
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