venerdì 5 agosto 2016

WANDERLUST. L'INFINITO VIAGGIARE, LA MAI DOMA CURIOSITA' _4

WANDERLUST. L'INFINITO VIAGGIARE, LA MAI DOMA CURIOSITA' _4

Il suono dei nomi delle città.
Ho iniziato a leggere LA SOGNATRICE DI OSTENDA di  Eric-Emmanuel Schmitt stimolato dalla performance dell'amico Marco Cereda ieri sera alla Cascina Elav (nell'ambito dei giovedì dedicati alla lettura organizzati da Quintospazio di Debora Schillaci).
Trovo subito in prima pagina questo breve capoverso
"Tutto cominciò a Ostenda in un timido e fresco mese di marzo.
Avevo sempre sognato di andare a Ostenda.
Quando viaggio, prima che dal luogo stesso mi lascio sedurre dal suo nome. Le sillabe di cui è composto risuonano a distanza, nitide a migliaia di chilometri come se provenissero da sopra i campanili, e il loro suono ne evoca l'aspetto".

Qualcosa di simile mi accade quando penso a un viaggio. Nella lontana memoria mi ritorna in mente il suggestivo e affascinante nome di NORDKAPP , Capo Nord, la fine della rete stradale europea. Il nome, nel suo aspetto roccioso suggestionava la fantasia facendo prevedere ciò che veramente era, una roccia a precipizio sul mare e dopo il nulla fino all'Artico.
Per rimanere a tempi più recenti. quest'anno ho avuto il piacere di visitare una città che da sempre è risuonata mitica nella mia mente, sin da quando da giovane guardavo affascinato atlanti e cartine: USHUAIA.
Non solo perché è presentata come la città più meridionale del mondo (sono tutte caratteristiche, quelle ultimative, che mi attirano) ma anche per il nome così poco spagnolo. Le città argentine che conoscevo avevano tutte più o meno un nome spagnoleggiante (Buenos Aires, Cordoba, Rosario, Posadas...) Ushuaia aveva un nome esotico in una terra esotica in un continente per me esotico. Cosa di più. E come il personaggio di Schmitt, ho scelto Ushuaia per il suono (rimanendo poi estasiato per il resto)

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