WANDERLUST.
CRONACA DI UN FALLIMENTO. CHILE 2020 _ 6.1
Santiago.
Doveva essere il trampolino di lancio verso il Sud ( Chico Sur e
Chiloé), è stata invece causa e testimone di due giorni piuttosto
brutti e del fallimento definitivo del nostro viaggio. Dopo aver
visto Valparaiso non ci si può aspettare di essere emozionati da
Santiago (anche le guide e i diari letti la indicavano come tappa
logistica piuttosto che città meritevole di una visita approfondita).
Lascio immaginare con che spirito la abbiamo visitata, più attenti a
chi ci camminava dietro e di fianco che ai palazzi e ai luoghi
attraverso cui passavamo.
Inizio
con una foto non nostra, o perlomeno con una foto che raffigura
quello che c'è nel ormai non più mio cellulare, e che ha stuzzicato
il ladro: la metropolitana con le ruote di gomma (come Parigi) che
non ho potuto fare a meno di fotografare dalla banchina estraendo con
leggiadra incoscienza il cellulare dalla poco protetta tasca del
giubbetto.
Questo
il sabato.
Domenica
dopo essere stati inutilmente in aeroporto a cercare un ufficio
IBERIA (questa compagnia, sempre deludente, non ha un ufficio
nell'aeroporto di Santiago!) e dopo aver passato del tempo in B&B
a disdire le prenotazioni fatte e a cercare un altro volo (con LATAM
-Iberia ci chiedeva circa €3.500 per poter cambiare data.
Complimenti IBERIA, vedremo di evitare il più possibile questa compagnia
prossimamente) siamo andati a fare un giro in Santiago, dal palazzo
presidenziale della Moneda fino alla Chascona (la casa di Neruda a
Santiago) per poi rientrare andando a prendere ancora la Metropolitana vicino alla nostra zona.
Abbiamo
visto una città che si caratterizza per: palazzi blindati
(Cattedrale compresa), economia informale, sporcizia, homeless,
devastazione in alcune zone.
Le
prime fotografie riprendono la Moneda da Plaza de la Ciudadania ( il
lato che frontegga Alameda – come è conosciuta Avenida O'Higgins)
sia dal lato di Plaza de la Constitucion. Da lì ci siamo mossi verso
Plaza de Armas dove sorgono alcuni importanti edifici e da dove si
diramano i viali pedonali pieni di ambulanti che vendono di tutto e
di persone che al nostro passaggio decidevano di sgranchirsi le gambe
passeggiando accanto a noi...
Lasciata
l'area pedonale, faticosa per la costante tensione di valutare chi
avessimo a fianco o dietro, ci siamo diretti verso la Chascona (nelle
foto la casa azzurra) ai margini del Parque Metropolitano, camminando
lungo i vialoni che costeggiano il Mapocho, vera e propria discarica
urbana. Lungo i vialoni, negli spazi ricavati vicino agli
spartitraffico numerose tende di persone homeless.
Abbiamo
visto la Chascona solo dall'esterno, ci siamo riposati un po' al
parco e poi abbiamo intrapreso la strada del ritorno verso il B&B
passando incroci vigilati da persone con la pettorina della
municipalità intenti a regolare il traffico, non esistendo più i
semafori divelti, come i lampioni, dai disordini che stanno
continuando ancora in questi giorni. Devastare e imbrattare (non c'è
un muro pulito) la propria città per protestare (peraltro
considerato l'assurdo concentramento di ricchezze in poche mani e la
mancanza di uno stato sociale) contro chi questa stessa città forse
la vede dall'altro del suo elicottero è una strategia della quale
fatico a comprendere il senso profondo. L'area della fermata di
Baquedano della Metropolitana (chiusa) è letteralmente devastata. Ai
margini di questa grande piazza sorge un grattacielo che è difeso a
terra da una serie di protezioni che comprendono il filo spinato e
che ha in cima l'eliporto dove arrivano gli elicotteri.