mercoledì 19 febbraio 2020

WANDERLUST _CRONACA DI UN FALLIMENTO CHILE 2020_2

WANDERLUST _CRONACA DI UN FALLIMENTO CHILE 2020_2

Diventa un po' difficile ricopiare ora, alla luce di quanto è accaduto, le note scritte sul diario di viaggio, in aereo, ai gate, nei luoghi di soggiorno. In quei momenti si prospettava un viaggio mediamente lungo, ora alla fine si tratta di riportare impressioni e fotografie del "week end lungo" più "lontano" che ci sia capitato di fare! Ma sono piccole considerazioni, impressioni e immagini che valgono. Perché il Chile che abbiamo potuto vedere ci è piaciuto. E sicuramente ci torneremo. Sinceramente, ammaestrato dall'esperienza, ripulito da questo bagno di umiltà che il fallimento odierno ci ha imposto, sarei pronto a partire entro brevissimo tempo per il Chile, impostando la preparazione in modo diverso. Come mi ha scritto un amico (tra i tanti che ci hanno manifestato simpatia e dispiacere), nel secondo tempo sapremmo ribaltare il risultato e goderci un Paese che probabilmente è meraviglioso. Per ora abbiamo l'immagine della stupenda Valparaiso negli occhi. Che città. Nelle guide viene citata una poesia di Neruda. Personalmente non conosco l'opera di Neruda, ma trovo che i versi che si citano siano quanto di più aderente a come si presente la città: “Sempre scossa dai terremoti, non smette mai di pettinarsi, le manca sempre il tempo di vestirsi” 
I colori, l'assembramento confuso di case una sull'altra,  alcune addirittura solo in parte sulla terra e in parte su palafitte, il senso di precarietà, la stessa sporcizia, i soprattutto i famosissimi (e molti anche stupendi) murales. Non credo ci aver visto un'altra città simile fino ad ora.
Ma non è il momento ancora di parlare di Valparaiso.
Tornando al viaggio, il volo è stato infinito. Questa volta Iberia ha offerto un servizio migliore rispetto al volo per l'Argentina. Una volta arrivati abbiamo fatto più di un'ora e mezza di attesa per il passaggio al posto di polizia non per controlli particolari ma perché c'erano aperti solo 4 box di controllo per 300/400 persone di diversi voli. Superato il controllo abbiamo preso il bus per Alameda. Il servizio bus funziona bene, anche a tarda ora. Il bus è della azienda TURBUS che ha un grande terminal proprio adiacente all'IBIS che avevamo strategicamente prenotato. E' interessante il sistema di presa in carico dei bagagli. Hanno un doppio sticker, uno attaccato sul bagaglio e uno consegnato al viaggiatore, in modo che all'arrivo si riconsegni il bagaglio al proprietario (in verità: Antonella stordita da 25 ore di viaggio non ricordava dove avevano messo i tagliandi ma abbiamo ugualmente avuto a disposizione i bagagli). L'IBIS è un discreto hotel che ha dalla sua proprio la posizione adiacente al terminal, quindi arrivando di notte, con le valige, si devono fare poche decine di metri per raggiungerlo (con la reception sempre aperta).
Finalmente in Chile. Leggo sul diario che a un certo punto scrivo di aspettarmi che una volta in territorio Cileno mi sarebbe salita l'adrenalina. Questo è un sintomo che non è stata la solita partenza. Di solito parto con l'adrenalina già a mille. Sentivo una preoccupazione di fondo, una preoccupazione dovuta al fatto che non mi sentivo padrone del viaggio. In ogni caso, il giorno dopo prendiamo il TURBUS per Valparaiso. Come già sperimentato in Argentina si viaggia benissimo sui bus di lunga percorrenza in Sud America. Posto "semi cama" (vuol dire che il sedile si abbassa ma non completamente), viaggio tranquillo. arriviamo al nostro B&B piuttosto presto (da notare che al terminal di Valparaiso ci sono - come pure a Santiago - giovani che assistono i viaggiatori. A noi una giovane ha trovato il taxi e ci ha anche detto la cifra massima che avremmo dovuto pagare), e così prima di prendere possesso della camera ci siamo riposati un po' sulla terrazza del B&B e abbiamo cominciato ad avere le prime vedute di questa città.
Ora alcune foto del viaggio, del terminal di Santiago e le prima di Valparaiso.














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