martedì 25 febbraio 2020

WANDERLUST. CRONACA DI UN FALLIMENTO. CHILE 2020 _ 6.1


WANDERLUST. CRONACA DI UN FALLIMENTO. CHILE 2020 _ 6.1
Santiago. Doveva essere il trampolino di lancio verso il Sud ( Chico Sur e Chiloé), è stata invece causa e testimone di due giorni piuttosto brutti e del fallimento definitivo del nostro viaggio. Dopo aver visto Valparaiso non ci si può aspettare di essere emozionati da Santiago (anche le guide e i diari letti la indicavano come tappa logistica piuttosto che città meritevole di una visita approfondita). Lascio immaginare con che spirito la abbiamo visitata, più attenti a chi ci camminava dietro e di fianco che ai palazzi e ai luoghi attraverso cui passavamo.
Inizio con una foto non nostra, o perlomeno con una foto che raffigura quello che c'è nel ormai non più mio cellulare, e che ha stuzzicato il ladro: la metropolitana con le ruote di gomma (come Parigi) che non ho potuto fare a meno di fotografare dalla banchina estraendo con leggiadra incoscienza il cellulare dalla poco protetta tasca del giubbetto.
Questo il sabato.
Domenica dopo essere stati inutilmente in aeroporto a cercare un ufficio IBERIA (questa compagnia, sempre deludente, non ha un ufficio nell'aeroporto di Santiago!) e dopo aver passato del tempo in B&B a disdire le prenotazioni fatte e a cercare un altro volo (con LATAM -Iberia ci chiedeva circa €3.500 per poter cambiare data. Complimenti IBERIA, vedremo di evitare il più possibile questa compagnia prossimamente) siamo andati a fare un giro in Santiago, dal palazzo presidenziale della Moneda fino alla Chascona (la casa di Neruda a Santiago) per poi rientrare andando a prendere ancora la Metropolitana  vicino alla nostra zona.
Abbiamo visto una città che si caratterizza per: palazzi blindati (Cattedrale compresa), economia informale, sporcizia, homeless, devastazione in alcune zone.
Le prime fotografie riprendono la Moneda da Plaza de la Ciudadania ( il lato che frontegga Alameda – come è conosciuta Avenida O'Higgins) sia dal lato di Plaza de la Constitucion. Da lì ci siamo mossi verso Plaza de Armas dove sorgono alcuni importanti edifici e da dove si diramano i viali pedonali pieni di ambulanti che vendono di tutto e di persone che al nostro passaggio decidevano di sgranchirsi le gambe passeggiando accanto a noi...
Lasciata l'area pedonale, faticosa per la costante tensione di valutare chi avessimo a fianco o dietro, ci siamo diretti verso la Chascona (nelle foto la casa azzurra) ai margini del Parque Metropolitano, camminando lungo i vialoni che costeggiano il Mapocho, vera e propria discarica urbana. Lungo i vialoni, negli spazi ricavati vicino agli spartitraffico numerose tende di persone homeless.
Abbiamo visto la Chascona solo dall'esterno, ci siamo riposati un po' al parco e poi abbiamo intrapreso la strada del ritorno verso il B&B passando incroci vigilati da persone con la pettorina della municipalità intenti a regolare il traffico, non esistendo più i semafori divelti, come i lampioni, dai disordini che stanno continuando ancora in questi giorni. Devastare e imbrattare (non c'è un muro pulito) la propria città per protestare (peraltro considerato l'assurdo concentramento di ricchezze in poche mani e la mancanza di uno stato sociale) contro chi questa stessa città forse la vede dall'altro del suo elicottero è una strategia della quale fatico a comprendere il senso profondo. L'area della fermata di Baquedano della Metropolitana (chiusa) è letteralmente devastata. Ai margini di questa grande piazza sorge un grattacielo che è difeso a terra da una serie di protezioni che comprendono il filo spinato e che ha in cima l'eliporto dove arrivano gli elicotteri.


































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