WANDERLUST.
CRONACA DI UN FALLIMENTO. CHILE 2020 _ 7
E
così siamo al consuntivo. Chiaramente il consuntivo non può che
essere fallimentare. Siamo partiti male e impreparati, abbiamo
sbattuto contro una realtà che abbiamo sottovalutato, che
conoscevamo poco (o che conoscevamo ma verso la quale non ci siamo
attrezzati), confondendo il Canada o il Giappone con il Chile. Tutto
sommato il prezzo pagato è stato poca cosa, scherzando possiamo dire
di aver fatto un week end lungo non ad Amsterdam o a Londra ma un po'
più lontano, a 12.000 km e impiegando, per andare e tornare, 50 ore,
raggiungendo la spettacolare Valparaiso (beh, Valparaiso … vorrei
dire una apparente enormità: è valsa il viaggio). Abbiamo fatto
esperienza (anche in tarda età non si smette di imparare, avendo
l'umiltà di scoprirsi ignoranti). Ora siamo pronti. Il Chile è
ancora un mistero per noi. Non voglio credere che sia solo la parte brutta
che abbiamo visto. Anche perché abbiamo visto tanta bellezza e persone cordiali. Siamo convinti che sia un Paese meraviglioso.
Ci
torneremo, presto.
Da Atacama a Cabo de Hornos.
Chiudo
con tre foto a mio avviso significative, che mischiano speranza con
la consapevolezza di un presente duro e difficile (rappresentato
dalla colorazione nera della bandiera Cilena, assieme a bellissime
immagini come possono essere una bella donna, una sorridente bambina
e un giocare con il vento e il cielo assieme al proprio aquilone). Il pellicano che vola verso Valpo ci precede.
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