domenica 30 agosto 2020

WANDERLUST _ PORTOGALLO 2020 _ DECIDIAMO NOI _ CAP 20.2

 WANDERLUST _ PORTOGALLO 2020 _ DECIDIAMO NOI _ CAP 20.2

Comprendendo le Azzorre con questo viaggio abbiamo visitato il Portogallo per la quinta volta. Francia esclusa (che però gioca la carta Parigi,  per noi, per ora, la più straordinaria città del mondo) è il Paese che più abbiamo visitato nella nostra piccola storia di viaggiatori.

Non saprei spiegare bene perché questa preferenza, mi verrebbe da dire perché in Portogallo si sta bene, con i portoghesi ci si relaziona bene (mediamente, infatti nell'accettatore della filiale Ford "Coutinho" di Vila Real (Tras os Montes) ho trovato la più scortese e maleducata persona di tutti i nostri viaggi). Non è una visione riduttiva, per me è importante, come è stato importante - è una mia ossessione lo so, ma io credo che questo sia uno dei principali indici di civiltà di una nazione - trovare sempre WC per il pubblico puliti  e attrezzati ovunque. Vedo già lo sghignazzamento di amici e lettori che immaginano che io faccia viaggi per andare a utilizzare WC puliti. Li blocco subito unendomi alle loro risate. Se ci sono indici di civiltà chiari è pensabile che altri indici di uguale valore positivo si trovino anche in altre condizioni. Per proprietà transitiva e per cultura. E non mi addentro in paragoni perché chi mi conosce sa dove andrei a finire e non è questo il luogo o il caso. 

Abbiamo trovato natura, cultura, architettura, storia, urbanistica, cibo in modi, forme e gusto tale da farci sentire contenti di aver fatto quella strada, di aver visitato quei posti quando a sera ci coricavamo e velocemente facevamo un bilancio della giornata. 

Non abbiamo trovato i fiordi della Norvegia, i ghiacciai dell'Argentina, i musei di Parigi, le tracce storiche di Atene, ma abbiamo trovato (beh, le Azzorre sono un discorso a parte) sempre un ambiente piacevole, misurato, modesto non nel senso di povero ma di non urlato, che ha sempre offerto ciò che prometteva. Se nel futuro sarà possibile viaggiare cercheremo sicuramente mete che in qualche modo, per condizioni politica, per natura, per lontananza siano estreme, ma di certo quando avremo voglia di trovare un posto che ci offra piacevoli sensazioni il Portogallo rappresenterà una ottima meta.

Concludiamo con poche altre fotografie del Palacio Nacional de Sintra, tra le quali, visto che abbiamo parlato di WC, una immagine del gabinetto reale.

L'ultima foto non poteva essere che Antonella che si gusta l'ultimo Pastéis, Per conservare il più a lungo possibile il sapore del Portogallo
























sabato 29 agosto 2020

WANDERLUST _ PORTOGALLO 2020 _ DECIDIAMO NOI _ CAP 20.1

 WANDERLUST _ PORTOGALLO 2020 _ DECIDIAMO NOI _ CAP 20.1

Ci svegliamo con la nebbia! La nebbia dopo una settimana di assenza di nuvole nel cielo portoghese. Oggi la meta, prima di viaggiare verso l'aeroporto per il volo di ritorno, è il famoso Palacio Nacional da Pena. Lasciamo il nostro B&B rinfrancati da una colazione tanto gustosa quanto originale e prendiamo la strada che sale sulle colline dove è stato costruito questo particolarissimo palazzo. Leggo sulla raccolta a fascicoli del Corriere dedicata ai patrimoni UNESCO dell'Umanità che fu un tentativo di emulazione da parte di Ferdinando secondo nei confronti del cugino Luigi II di Baviera (sicuramente si riferisce a Neuschwanstein). Doveva riunire il meglio di ogni stile, e infatti si mescolano felicemente minareti arabi, torri gotiche, chiostri manuelini e cupole rinascimentali dai vivaci colori, donandogli un aspetto fantastico. Tutte caratteristiche che per noi rimangono sulla carta. Infatti a un bivio un poliziotto ci ha deviato verso Sintra perché la strada verso la collina era chiusa per pericolo di incendio. Probabilmente sapevano bene cosa stavano facendo, perché intuitivamente una mattina così umida non ci faceva temere, a noi inesperti, la possibilità di incendio. Un po' spiazzati, scendendo verso il centro storico, ci siamo trovati nei pressi del Palacio Nacional de Sintra. Avendo tempo a disposizione abbiamo deciso di entrare a visitarlo. Scelta assolutamente indovinata. Il Palazzo si è rivelato bellissimo e il nostro tour è stato un piacevole passare attraverso una serie di stanze e di ambienti stupendi. Mobili bellissimi (certe secretaire che mi hanno fatto sbavare), soffitti decorati, azulejos, letti a baldacchino elaboratissimi ma ugualmente fini. Molto bella la enorme cucina e all'esterno la Grotta dei bagni, decorata con azulejos.

Le sale più famose del Palazzo sono la Sala dos Cisnes, con il soffitto policromo decorato con 27 cigni dal collare dorato, la Sala dal Pégas, il cui soffitto è decorato con numerose gazze, ciascuna della quali tiene nel becco una pergamena con la parole Por Bem (a fin di bene). A fine di quale bene? La leggenda vuole che la regina sorprese Joao I ad amoreggiare con una dama di compagnia. Il Re, alla sopresa? indignata? leggermente furiosa? consorte, disse che quei baci erano a "fin di bene" (forse non ha specificato quale bene), e spiritoso (e anche padrone della situazione) ha ben pensato di arredare il soffitto del locale con questo motto (forse portandosi avanti per future opere di bene). Ho qualche dubbio che Antonella, in situazione analoga, mi consentirebbe di dipingere sul soffitto gazze con questo motto, probabilmente "dipingerebbe me sul soffitto".

Le prime foto raffigurano Sintra nebbiosa al punto che il Palacio de Pena non si vede. Dopo i desco apparecchiato per la colazione iniziano una serie di fotografie degli interni del Palacio Nacional. Un po' ora, un po' in un prossimo post, come mi è stato richiesto dall'amico di un amico che ha il timore concluda questo diario troppo velocemente.























giovedì 27 agosto 2020

WANDERLUST _ PORTOGALLO 2020 _ DECIDIAMO NOI _ CAP. 20

 WANDERLUST _ PORTOGALLO 2020 _ DECIDIAMO NOI _  CAP. 20

Lasciamo Batalha inebriati da tanta bellezza e ci dirigiamo verso Sintra, ultima città dove soggiorneremo prima del rientro.

Il percorso odierno prevede il passaggio alla famosissima Nazarè, ma sbagliamo momento e sbagliamo destinazione ( scegliamo la caotica cittadina che ci appare un carnaio di negozietti poco attrattivi, ristoranti, bagnanti piuttosto che le spiagge a nord del Sitio). Dopo una settimana di Portogallo interno e rurale l'impatto con questa località turistica è forte e destabilizzante. Non sappiamo bene cosa fare (abbiamo in costumi nello zaino, ma non ci viene voglia di fare il bagno). Ci limitiamo a una passeggiata verso il Sitio sul lungo mare e un ritorno sul bagnasciuga tanto per dire che abbiamo toccato l'Oceano. 

Unica nota particolare: ritroviamo le nuvole, tanto dense e basse da nascondere il promontorio in alcuni tratti. Il sole picchia comunque. Ritorniamo all'auto e ci dirigiamo via strada sul promontorio, dove ci perdiamo nei sensi unici senza senso, e quindi abbastanza scocciati facciamo un lungo percorso a piedi per giungere alla strada che porta al faro. Costeggiando il bordo sud del promontorio vediamo le spiagge che abbiamo percorso poco prima parzialmente nascoste da questi nuvoloni bassi, ma quando iniziamo la discesa al Faro ci sovviene che al ritorno la strada, non breve sarà da fare in salita. Improvvisamente il faro perde attrattiva, complice l'incazzatura di vedere le spiagge nord quasi deserte (e molto quindi tanto piacevoli alla vista quando amare per l'occasione persa - non abbiamo tempo ora). Decidiamo di tornare all'auto e di dirigerci verso Sintra. Dare una seconda possibilità a Nazarè di non essere ricordata come la "delusione dell'anno"? La daremo. Il Portogallo ormai per noi è una meta che sappiamo ricorrerà nel futuro, ci piace, ci troviamo bene. Allora torneremo, in inverno, sperando di trovare meno persone e più onde (che ammireremo solo!). In fondo abbiamo capito come funziona e non abbiamo perso completamente tempo. In un viaggio ci sta anche imparare qualcosa perchè si è sbagliato. 

Raggiungiamo Sintra, vedendo in lontananza il fumo di un incendio boschivo. 

Trovato il nostro B&B (HAPPY SINTRA GUEST HOUSE, Estrada Chao de Meninos 46. Consigliato) facilmente (ormai sembra che li sappiamo raggiungere fiutando la strada come dei lupi), anche se, come a Batalha, facciamo fatica poi a trovare l'ingresso (siamo entrati dalla parte "privata" del B&B, bene accolti comunque dalla simpaticissima padrona di casa), decidiamo di fare subito un giro esplorativo a Sintra per poi dirigerci verso Cabo de Roca, il punto più occidentale della parte continentale Europea, dove ci aspetta il tramonto sull'Oceano.

Sintra paga il pegno di essere l'ultima tappa di una settimana densa e fisicamente faticosa. Lasciamo la macchina al parcheggio dove, per assoluta dabbenaggine prendo una multa per mancato pagamento (avessi tentato di fare il furbo almeno, no, ho anche guardato in giro e mi sono convinto che fosse un parcheggio libero: sì, devo girare con la badante!), e percorriamo la lunga strada che costeggiando la collina ci porta nel centro storico dove guardiamo da fuori il Palazzo Nazionale,  e ci inerpichiamo fino alla lussuosa e strana Quinta da Regaleira.

Guardiamo dal basso il Palacio nacionale da Pena, rimandando la visita all'indomani ultima tappa prima di tornare in aeroporto.

E via, dopo una breve sosta in B&B per rinfrescarci, verso Cabo de Roca.

La strada, ci consiglia la proprietaria della casa, è semplice: prendere in direzione Cascais. Non mi preoccupo di guardare la cartina, che rimane in mano ad Antonella e ci immettiamo in direzione Cascais... fino a Cascais. 

Per fortuna oltre c'è l'Oceano. Non rimane altro che tenersi l'Oceano a sinistra e proseguire finché non troveremo l'indicazione. Ma non è questo a preoccuparci (alla fine abbiamo raddoppiato la strada, ma ora non possiamo sbagliare, a meno di non voler finire in acqua con l'auto), quando la nebbia fittissima che sale dall'Oceano. Abbiamo lasciato Sintra con un sole splendente. E dall'oceano avanza una nebbia gialle e fitta. A giudicare dalle persone che con le attrezzature da spiaggia stanno andando verso le auto parcheggiate un po' dovunque, è stato un avanzare improvviso, veloce e repentino quello di questa nebbia. Maturiamo la convinzione che probabilmente vedremo ben poco del tramonto. Ma decidiamo di raggiungere ugualmente Cabo de Roca. Per una volta tanto le nostre previsioni non sono smentite (essendo previsioni negativissime, era ovvio che non sarebbero state smentite). Insomma quale che sia l'Oceano con il quale mi confronto, sembra che mi sia sempre nemico. Quello Antartico a Cabo de Hornos mi ha cancellato il sogno dello sbarco sull'isola, questo Atlantico nasconde il sole per impedirmi di ammirare il tramonto.

Fa anche un po' freddo senza il sole. Ci fermiamo solo per divertirci un po' nel vedere il nostro sogno di rifare la foto al tramonto come una decina di anni fa infranto da questa densa e salmastra nebbia (dopo una settimana nel quale il cielo completamente sereno ha consentito al sole di abbrustolirci). Facciamo qualche foto nel grigio appiccicoso, e poi torniamo verso Sintra per cenare. Stanchi, appiccicosi e anelanti una doccia calda con acqua dolce abbiamo cenato al posto più vicino al B&B, all'Adega do Saloio che si è rivelato un ottimo ristorante.

Foto 1. Tramonto a Cabo de Roca

Foto 2. 3. 4. e 5. Nazarè, spiaggia sud (affollata) e spiaggia Nord (mancata, che disdetta)

Foto 6. B&B Happy Sintra Guest House

Foto da 9. a 10 Palacio Nacional

Foto 11. Sintra

Foto 12. Palacio Nacional de Pena

Foto 13.  14. e 15. Installazioni artistiche ed elaborazioni artistiche su installazioni artistiche

Foto 16. Torre dell'Orologio

Foto 17. 18 e 19. Quinta de Regaleira

Foto 20. Castelo dos Mouros

Foto 21. e 22. Cabo de Roca

Foto 23 e 24. Cena

Foto 25. Ingresso del nostro B&B