martedì 11 agosto 2020

WANDERLUST _PORTOGALLO 2020 _ DECIDIAMO NOI _ CAP. 15

 WANDERLUST _PORTOGALLO 2020 _ DECIDIAMO NOI _ CAP. 15

Da Elvas a Manteigas passando per Marvao, Castelo de Vide e Monsanto ci sono più di 320 chilometri (compreso un passo tra Covilha e Manteigas che sale a 2000 metri). Questo ha reso le visite a questi tre villaggi eccessivamente veloci e poco approfondite. La solita dicotomia tra cercare il tempo limitato e il desiderio di vedere più posti. Hai voglia di essere saggio e ragionare sulla bellezza del turismo lento e del godimento rilassato dei posti che visiti. Quando hai una settimana a disposizione per visitare un luogo che non è alle porte della tua abitazione non resisti, oltre a un certo limite, alla tentazione di aggiungere anche questo paese, di fare anche questa deviazione. Con il tempo, invecchiando e consapevole della sempre minore resistenza, il raggio di movimento e il chilometraggio delle ferie è sempre progressivamente diminuito. Occorre togliere un vincolo, quello del tempo, per poter viaggiare, altrimenti si rimane sempre un po' turisti. Lo stimolo a questa riflessione è particolarmente forte riguardando le fotografie di Monsanto. Questo particolare e incredibile villaggio avrebbe meritato una sosta più lunga, anzi quando ci torneremo (perché in Portogallo torneremo, ci sentiamo bene in questo Paese che raffiguro, in via antropomorfica, come un amico senza smancerie che ti accoglie con semplicità non promettendoti più di quanto possa dare, ma dandoti ciò che promette) faremo in modo di dormire colà una notte.

Saramago non usa parole dolci iniziando la visita di Monsanto. "Mito nazionale, modello innocente di un portoghesismo avvelenato da obiettivi di ruralismo paternalistico e conservatore ( il viaggiatore detesta gli aggettivi, ma li usa quando non se ne può fare a meno), Monsanto è qualcosa di meno e qualcosa di più di quanto ci si aspetta". No voglio fare supposizioni astratte per le quali non ho elementi di fondamento, però intuisco che ci sia un po' di ritrosia considerata la storia recente di Monsanto. Per descriverla ci rifacciamo alla Lonely. "Nel 1938 la dittatura di Salazar indisse una gara nazionale per identificare il villaggio 'più portoghese' della nazione. audacemente abbarbicato sul roccioso versante di una collina sopra le pianure della Beira Baixa, Monsanto ottenne facilmente il titolo. Ed è facile comprenderne la ragione. Le case, molte delle quali sono addossate a grossi massi che sono stati incorporati nella struttura degli edifici, sembrano spuntare direttamente dalla montagna. Sul villaggio incombe una massiccia fortezza costruita, almeno in parte, prima dell'invasione dei Mori. Dalla rocca si godono vedute semplicemente sbalorditive della pianura.

Io conosco da tempo ormai il Portogallo democratico, quello Stato che condivide con l'Italia il giorno più importante e più bello, il 25 Aprile, simbolo per entrambi di liberazione. Non ho il background di Saramago. Di fronte a Monsanto semplicemente sbalordisco. Con un rammarico. Lo abbiamo visitato con troppa fretta ( mi ripeto). Tanto che succede un fenomeno strano. Abitualmente le fotografie dei posti che ho apprezzato mi deludono perché, vuoi per mia imperizia, vuoi perché la fotografia non è l'amigdala, generalmente non contengono la "bellezza" che ho percepito. Guardando le fotografie di Monsanto invece mi sembra di cogliere una bellezza che sul posto (per stanchezza, per il caldo, per la fretta) non ho saputo cogliere pienamente.

tutte le foto sono di Monsanto. Le ultime due per riprendere quanto scrivevo nel capitolo precedente sulla abitudine dei portoghesi di parcheggiare dovunque

















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