WANDERLUST. L’OCEANO E LE ISOLE.
BREVE VIAGGIO NELL’ARCIPELAGO DELLE AZZORRE. TERCEIRA E I TORI
CAPITOLO 12 .3
Sabato
27 luglio. Tardo pomeriggio. Ostello
Terceira è diversa da Pico, molto meno drammatica, più
distesa. Gli appezzamenti sono suddivisi sempre da muri di pietra a secco, una
pietra chiara di dimensioni più grandi rispetto a quella usata a Pico.
Abbiamo visto anche allevamenti di tori (ad Angra c'è una
Plaza de Tors e una arena. Avevo lontane riminiscenze che una qualche forma di
corrida è praticata anche in Portogallo – fa un po' strano dire Portogallo qui
in mezzo all'Oceano).
Sono presenti anche mucche di pezzame nero ma sono tutte ben
chiuse in ampi recinti. Non ci è capitato di dover disputare con loro la sede
stradale e il diritto di precedenza – sempre concesso in caso di incrocio con
toro!
La prima tappa è stata il Lagoa do Falcà (che è chiamato
anche – soprattutto da chi scrive i cartelli stradali – Lagoa dos Patas). Viene
presentato come un laghetto romantico. In realtà è poco più grande di una
fontana, con tavolini per il pic-nic (aree del genere con o senza lago si
trovano in gran numero e sono chiamate, se ricordo bene, Merendarie -bel nome
evocativo).
Oggi lo stavano attrezzando per ospitare una specie di CRE
acorese. Lo abbiamo salutato immediatamente per dirigerci verso le Furnas do
Enxofré che abbiamo visitato immersi quasi sempre in una fitta foschia. Siamo
riusciti ad individuare solo un paio di fumarole aiutati nell'individuazione
dalla percezione di aria calda salire dal mezzo della vegetazione.
Probabilmente con il sereno lo spettacolo del fumo che sale dal mezzo degli
arbusti assieme all'odore di zolfo sarebbe stato più godibile.