domenica 18 agosto 2019

WANDERLUST. L’OCEANO E LE ISOLE. BREVE VIAGGIO NELL’ARCIPELAGO DELLE AZZORRE. FLASHBACK

WANDERLUST. L’OCEANO E LE ISOLE. BREVE VIAGGIO NELL’ARCIPELAGO DELLE AZZORRE. FLASHBACK
CAPITOLO 8
Mercoledì 24 luglio Sera. Ristorante Casa Ancora (consigliato da Gabriele). Sao Roque.
Mentre Antonella attende il suo bicchiere di vino verde del quale non può fare a meno (!), riprendo il racconto del giorno a Sao Miguel, quando abbiamo lasciato Furnas dopo aver mangiato da Tony’s. Abbiamo deciso di saltare gli altri bagni termali e ci siamo diretti verso la cosa nord per vedere le piantagioni di tè di Cha Gorreana. L’ambiente è bellissimo, posto tra l’oceano e le colline dove volendo si può fare un piccolo trail tra le piantagioni ( l’ingresso a Cha Gorreana è meno “bello” perché, soprattutto venendo da Est, è praticamente invisibile e l’inversione di marcia per tornare indietro non vicina e non agevole). La fabbrica, visitata senza guida, non ci ha colpito molto. Terminata la visita era ora di dirigerci verso Quinta Nossa Senhora de Lourdes dove ci attendeva Anselmo. Per una volta non abbiamo dovuto cercare la meta sotto un diluvio o di notte (come ci capiterà nei giorni seguenti). E allora quale è stato il trucco per mandarci in confusione (ancor più in confusione di quanto normalmente non siamo già)? Abbiamo trovato con facile intuizione la Rua Igreja (le chiese in questi paesini spiccano). La abbiamo percorsa lentamente guardando i numeri civici (il nostro era il 132). Ma… dopo il 120 la via finiva e ne iniziava una nuova con una nuova numerazione. Torna indietro elencando in modo poco urbano tutti i santi e le madonne che conosciamo.
Niente da fare.
Rua Igreja quella è.
Una telefonata ad Anselmo che ci invitava a proseguire lungo la via (anche se cambiava nome, ma di questo Anselmo non sembrava aver cognizione) ha svelato l’arcano.
Dopo un paio di numeri civici forestieri rua Igreja riprendeva con indifferente serenità a chiamarsi rua Igreja e a proseguire la numerazione, indifferente alla intromissione a monte.
Così abbiamo raggiunto il B&B dove Anselmo ci attendeva per mostrarci la camera.
Come nel caso della proprietà di Ana Margarida, l’ingresso della proprietà di Anselmo non dice molto. Un piccolo cancello. Che svela un giardino, una bella casa padronale, un vialetto che si innalza su una piccola collinetta in fonda al quale troviamo una piscina, una sala comune, un piccolo ambiente utilizzato per la degustazione del vino e arredato a museo delle “cose di un tempo”, e dietro a tutto la nostra piccola (ma pulita) camera. Unica nota negativa un box doccia così piccolo che per potermi muovere dentro mi sono diviso in due se sono entrato metà alla volta)
Dopo un bagno in piscina e dopo aver cenato ( solito pane e formaggio), alla sera siamo scesi sulla costa (battuta da un vento fortissimo) per fare un giro a una delle numerose feste che abbiamo visto animano le sere Acorensi.
Non ci siamo fermati molto, giusto il tempo per assistere alla esibizione di un gruppo di danze folkloristiche che (come ha detto il loro capo) si è esibito anche sul Continente.
Ecco, una cosa un po’ mi spiace. La fretta della visita, l’ostacolo della lingua, il non poter capire cosa voglia dire essere portoghesi ed europei dispersi in mezzo all’Atlantico.
Un piccolo assaggio lo abbiamo avuto. Sull’auto, una VW UP, che ci hanno dato in aeroporto a Pico rimane accesa una spia. Essendo l’aeroporto, oltre che minuscolo, anche vicino, piuttosto che telefonare e non capirsi, siamo andati direttamente. L’impiegata dell’autonoleggio ci ha tranquillizzati. Sono al corrente ma il pezzo di ricambio (un semplice fusibile) deve arrivare da, penso, Sao Miguel, perché la VW non ha un concessionario sull’isola.

(le foto sono tratte dall'ultima tratta del primo giorno a Pico, quando nel tardo pomeriggio ci siamo diretti verso le piscine naturali di Santo Antonio- dove abbiamo visto come si cambia l'acqua in piscina -!- e poi alla sera a cena all'ottimo ristorante Casa Ancora di Sao Roque do Pico)






















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