mercoledì 21 agosto 2019

WANDERLUST. L’OCEANO E LE ISOLE. BREVE VIAGGIO NELL’ARCIPELAGO DELLE AZZORRE. DIVENTARE VECCHI


WANDERLUST. L’OCEANO E LE ISOLE. BREVE VIAGGIO NELL’ARCIPELAGO DELLE AZZORRE. DIVENTARE VECCHI
CAPITOLO 10
Giovedì 25 Luglio. Pico, Vila Holanda, dopo cena
C’è qualche vantaggio nel diventare vecchi (oltre a quello per nulla banale di aver la possibilità di diventare vecchi) acquisendo la consapevolezza chele riserve di energia quotidiana spendibile diminuiscono. Per esempio nei viaggi. Il programma giornaliero è già più rilassato in partenza e nel corso della giornata può non essere rispettato al 100% senza che questo fatto provochi drammi o risentimenti.
Ci si concentra di più sul benessere della qualità con cui si visitano posti nuovi piuttosto che sulla quantità di posti nuovi visti. Non abbiamo più alcun cinturone su cui segnare le tacche per enumerare le mete raggiunte.
Oggi è stato un giorno così.
Dopo una abbondante colazione siamo partiti per la Montagna di Pico, strada trovata con un po’ di fatica (notizia per chi ama ancora le cartine cartacee: la cartina della guida turistica Dunant è tutt’altro che precisa!) Una strada bellissima che lascia in breve tempo i boschi per immettersi in un paesaggio di muretti di pietra a secco e di mucche (nella parte più alta della strada le mucche transitano o sostano anche sulla sede stradale). La strada arriva fino alla base della partenza delle escursioni alla cima del Monte Pico, ci troviamo a circa 1.200 metri s.l.m. e l’aria frizzante invita ad utilizzare per la prima e forse ultima volta il pile. Scendendo ci siamo diretti verso al Gruta das Torres (il più lungo tunnel vulcanico delle Azzorre parzialmente visitabile). Questo luogo è indicato solo dalla strada regionale. Noi abbiamo cercato di raggiungerlo andando per deduzioni e ipotesi, con il risultato di perdere un po’ di tempo ma contemporaneamente di percorrere bellissime strade di campagna.
Scendere con il caschetto e la torcia nel tunnel vulcanico è stato piacevole e divertente. Abbiamo capito molto poco delle spiegazioni della guida (difficoltà nostra per scarsa conoscenza dell’inglese, ma anche una guida che ho avuto l’impressione non parlasse un buon inglese e non lo scandisse con attenzione verso i clienti).
Significativo il momento in cui ci ha chiesto di spegnere le torce e di rimanere, per un paio di minuti in silenzio. E’stato molto bello non vedere nulla e sentire solo le facce cadere dalle stalattiti. Mi è però venuta in mente la sorte di prigionieri politici di regimi dittatoriali sbattuti in carceri buie per tempi indefiniti e completamente in balia dei loro persecutori.

















Nessun commento:

Posta un commento