WANDERLUST. L’OCEANO E LE ISOLE. BREVE VIAGGIO
NELL’ARCIPELAGO DELLE AZZORRE. DIVENTARE VECCHI
CAPITOLO 10
Giovedì 25 Luglio. Pico, Vila Holanda, dopo cena
C’è qualche vantaggio nel diventare vecchi (oltre a quello
per nulla banale di aver la possibilità di diventare vecchi) acquisendo la
consapevolezza chele riserve di energia quotidiana spendibile diminuiscono. Per
esempio nei viaggi. Il programma giornaliero è già più rilassato in partenza e
nel corso della giornata può non essere rispettato al 100% senza che questo
fatto provochi drammi o risentimenti.
Ci si concentra di più sul benessere della qualità con cui
si visitano posti nuovi piuttosto che sulla quantità di posti nuovi visti. Non
abbiamo più alcun cinturone su cui segnare le tacche per enumerare le mete
raggiunte.
Oggi è stato un giorno così.
Dopo una abbondante colazione siamo partiti per la Montagna
di Pico, strada trovata con un po’ di fatica (notizia per chi ama ancora le
cartine cartacee: la cartina della guida turistica Dunant è tutt’altro che
precisa!) Una strada bellissima che lascia in breve tempo i boschi per
immettersi in un paesaggio di muretti di pietra a secco e di mucche (nella
parte più alta della strada le mucche transitano o sostano anche sulla sede
stradale). La strada arriva fino alla base della partenza delle escursioni alla
cima del Monte Pico, ci troviamo a circa 1.200 metri s.l.m. e l’aria frizzante
invita ad utilizzare per la prima e forse ultima volta il pile. Scendendo ci
siamo diretti verso al Gruta das Torres (il più lungo tunnel vulcanico delle
Azzorre parzialmente visitabile). Questo luogo è indicato solo dalla strada
regionale. Noi abbiamo cercato di raggiungerlo andando per deduzioni e ipotesi,
con il risultato di perdere un po’ di tempo ma contemporaneamente di percorrere
bellissime strade di campagna.
Scendere con il caschetto e la torcia nel tunnel vulcanico è
stato piacevole e divertente. Abbiamo capito molto poco delle spiegazioni della
guida (difficoltà nostra per scarsa conoscenza dell’inglese, ma anche una guida
che ho avuto l’impressione non parlasse un buon inglese e non lo scandisse con
attenzione verso i clienti).
Significativo il momento in cui ci ha chiesto di spegnere le
torce e di rimanere, per un paio di minuti in silenzio. E’stato molto bello non
vedere nulla e sentire solo le facce cadere dalle stalattiti. Mi è però venuta
in mente la sorte di prigionieri politici di regimi dittatoriali sbattuti in carceri
buie per tempi indefiniti e completamente in balia dei loro persecutori.
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