mercoledì 16 marzo 2016

2016 DIARIO DI VIAGGIO IN ARGENTINA con Cile, Brasile e Paraguay. Cap 6 PENINSULA VALDES



2016 DIARIO DI VIAGGIO IN ARGENTINA con Cile, Brasile e Paraguay. 
Cap 6 PENINSULA VALDES

17 Febbraio 2016. Mattino. Sulla strada per la Peninsula Valdes.



Siamo a bordo del minibus della agenzia che organizza la visita guidata alla Peninsula Valdes. Ieri abbiamo deciso di prendere un pacchetto turistico sia per la Peninsula sia per Punta Tombo.
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 Ho sospeso la scrittura per guardare il paesaggio ed ascoltare le spiegazioni di Gabriela, rese in uno spagnolo chiaro e comprensibile.

Il paesaggio, che se ho ben capito è chiamato Meseta è un infinito succedersi di erba secca e cespugli. Monotono? Non direi... quando si è in Patagonia!

Dopo aver visitato il centro di interpretazione, dove mi sono fatto timbrare il diario, siamo andati direttamente a Punta Norte. Purtroppo non abbiamo visto Orche ed Elefanti Marini, bensì Leoni Marini divisi in famiglie lungo una grande spiaggia (ne parlerò in un post successivo)

Improvvisamente, guardando il mare, l'Oceano e indicando diritto ho detto ad Antonella: "la c'è l'Africa" (non è esattamente vero perchè temo che Puerto Piramides, dove ci trovavamo in quel mentre, guardi a sud più che ad est, ma non fa nulla).

In quel momento ho realizzato che questo viaggio significava per noi un'altra "prima volta"; la prima volta che superavamo la linea dell'Equatore. Eravamo quindi in quella parte del mondo che si definisce Australe, o all'estremo Down Under (è vero, quì si preferisce "la fine del mondo", che è ancora più evocativo e meno legato a una relazione britannica).

Io sono un po' feticista delle parole: "la fine del mondo", "down under", "Patagonia".

Ho avuto un momento di commozione pensando che ero nelle condizioni di salute e di benessere, avendo due figli stupendi che ci consentono di allontanarci senza problemi, di poter fare un viaggio del genere (per noi eccezionale), io assieme ad una donna straordinaria che si fa leggere negli occhi la sua felicità nel vedermi felice.

Mi rendo contro che non è una condizione normale.

E' una condizione eccezionale che non è data per sempre, non dipende da me, che può finire in ogni momento senza che nessuna entità o persona si senta in dovere di darmi una spiegazione.

Io penso che viaggiare sia veramente uno stupendo modo di vivere. C'è tanta bellezza in giro, c'è tanto da vedere e da scoprire, c'è anche il non bello da capire anche per sapere se rientra nelle nostre possibilità prendersene cura almeno un po'(forse mi aiuterebbe a scalfire un po' il mio egoismo), c'è tanta differenza da comprendere e questa differenza ( di cultura, di lingua di abitudini, di consuetudini, di lineamenti, di colore, di cibo , di architettura, di urbanizzazioni...) è parte del bello.

Torniamo alla escursione odierna. Dall'Italia eravamo convinti di noleggiare l'auto. Ma qui sul posto, quando ancora non riuscivamo a prelevare, eravamo un po' preoccupati e con il morale un po' basso. Abbiamo preferito fare una scelta che non ci è abituale e andare in agenzia.

Era come una sensazione di insicurezza, la consapevolezza se vogliamo che sto invecchiando e la accettazione, un po' sofferta è vero, di questa condizione.

Da una parte devo dire che la scelta si è rivelata positiva. eravamo in pochi, una decina, la guida era una signora più o meno della nostra età, ma ne ho già parlato. Insomma tutto bene.

E' opportuno che aggiunga, a quanto scritto precedentemente, che siamo riusciti a vedere , a trecento metri di distanza, 3 elefanti marini, così immobili da confondersi facilmente con le pietre. Erano presso la piccola pinguinera della Peninsula Valdes (di pinguini dovremmo fare un'abbuffata domani).

Quando siamo partiti una delle frasi che ci ripetevamo era: "non stiamo andando in Giappone" E allora, tra le altre precauzioni, ci siamo procurati diversi rotoli di carta igienica (anche su suggerimento della Lonely), perchè sappiamo bene che la croce o la delizia del turista sono le condizioni in cui si trovano i bagni degli alberghi, B&B e località visitate. Per ora, comprendo che siamo solo ai primi giorni e potremmo essere smentiti (non lo saremo; nota in fase di redazione), dobbiamo dire che è vero che l'Argentina non è il Giappone, ma può tranquillamente dare una gran lezione all'Italia

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