martedì 22 marzo 2016

2016 DIARIO DI VIAGGIO IN ARGENTINA con Cile, Brasile e Paraguay. Cap 8 TIERRA DEL FUEGO

2016 DIARIO DI VIAGGIO IN ARGENTINA con Cile, Brasile e Paraguay. Cap 8 TIERRA DEL FUEGO


Sabato 20 febbraio, in attesa di entrare nel fiordo che porta al ghiacciaio Garibaldi.

Le considerazioni scritte precedentemente ci portano a fare considerazioni più generali sull'Argentina e sugli argentini.

Prima di partire ci siamo spesso detti che non potevamo usare come termine di paragone il Giappone. Però, poiché la nostra esperienza di viaggi lunghi è limitatissima, non ne possiamo fare a meno. Stabilito che sono due paesi differentissimi, la prima impressione, l'impressione della prima settimana
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ho sospeso un attimo, siamo arrivati davanti al ghiacciaio Garibaldi, il “nostro Garibaldi”, mentre cade della pioggia mista a neve. Abbiamo fatto un po' di foto e brindato con cioccolata calda e whisky (tornerò a casa più grasso di come sono partito!) Abbiamo fatto parecchie foto, e visto che è un ghiacciaio dedicato a Garibaldi, ne abbiamo fatta anche una con il logo di Trezzo
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Torniamo alla considerazione sull'Argentina. Ci sembra, per ora, al netto di una leggera vaghezza sulla puntualità, di aver trovato molta più precisione e organizzazione di quanto, forse per un eccesso di prevenzione presentuosa, avessi pensato. In compenso, fino ad ora, le piccole manchevolezze sono state superate grazie ad un enorme calore umano che abbiamo riscontrato nelle persone con cui abbiamo interagito, un calore umano che abbiamo percepito come spontaneo e sincero, non finalizzato alla edulcorazione delle carenze o alla promozione delle attività commerciali.

Persone come Pitu e Celia rimarranno nella nostra memoria.

L'arrivo ad Ushuaia è stato emozionante non solo perchè mettevamo piede per la prima volta in quella città il cui solo nome, quando l'ho scoperto sulle cartine geografiche mi dava un brivido di “estremo”, di “lontano”, di “ultimo”, ma anche perchè sulle montagne che circondano la città, l'aereo ha ballato parecchio.

Sbarcati incolumi abbiamo preso un taxi per l'ufficio di Autralis per fare il Check in.

Risolto tutto senza problemi, lasciati i bagagli dopo aver ripreso i giacconi che dalla prima sera a Buenos Aires avevamo riposto, siamo andati un po' in giro per la città.

Se guardiamo dal punto di vista puramente estetico, Ushuaia è una città piuttosto brutta. Costruita su una risicata costa, fondata probabilmente come avamposto militare e penitenziario, a quanto abbiamo potuto vedere originariamente era formata da due vie parallele al mare e una serie di brevi vie secanti in modo perpendicolare, secondo il sistema di suddivisione a “quadros” che sembra una costante delle città argentine.

Infatti quando abbiamo chiesto dove fosse l'ufficio turistico di Ushuaia (un grande edificio davanti al porto con infissa sulla parete esterna una I blu grande come il femore del dinosauro di Trelew -che probabilmente solo noi potevamo non vedere) ci è stata data questa indicazione: “quattro quadri da questa parte e poi due quadri verso il basso” -essendo Ushuaia costruita rubando terreno alle montagne, è una città in salita, e di conseguenza verso il mare è equivalente a dire verso il basso.

La via principale, ovviamente San Martin, è una succedersi di negozi di abbigliamento, souvenirs, ristoranti. Tutto appare incentrato sul turismo ( d'altronde su cosa potrebbe basarsi l'economia di questa città? Turismo, commercio, forse pesca, servitù militare...)

aeroporto di Trelew

Patagonia


Ushuaia

aeroporto di Ushuaia










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