É sempre così. Quando cominci ad orientarti in una città, con i punti di riferimento ben fissati e alcune abitudini che cominciano a confermarsi (io sono abitudinario, mi da sicurezza) … è l'ora di lasciarla.
Ci si trovava bene a Puerto Madryn. Alla mattina colazione gestita da Maurizio, credo fratello minore di Pitu, bellissimo ragazzo con una “faccia da schiaffi” che ha conquistato subito Antonella, forse perchè le ricordava un'altra “faccia da schiaffi” lasciata in Italia. Poi escursione in posti meravigliosi. Rientro, una bella doccia, due chiacchiere con Pitu, che è un'ottima conversatrice e una deliziosa padrona di casa, oppure qualche pagina di diario.
Infine si esce per la città e si conclude con la cena da Ambigù e il caffè da Havanna dove insegniamo due parole di italiano alla graziosissima Candelaria, la giovane carina cameriera la quale, in cambio, armata di pazienza e di menù illustrato (che non manca mai nei locali argentini) mi spiega le differenze tra le diverse tazze di caffè. La nostra preferenza, visto che il caffè macchiato qui da Havanna è accettabile, va per la tazza “jarrido”, quella mediana.
Poi si torna passeggiando verso casa passando a fare gli ultimi acquisti (il Carrefour chiude alle 22.00).,
Un giorno ho fatto anche il bagno in mare, anzi in Oceano. Ora, mi ha detto Pitu quando le ho chiesto come mai ci fossero tanti cileni a Puerto Madryn – nota: prime targhe cilene vista dal vivo- che non è esattamente vicino per loro, che i cileni vengono qui perchè il Pacifico è freddo. Freddo? Quindi l'Atlantico sarebbe caldo? Io ho resistito in acqua 30 secondi. Non di più. Ma allora il Pacifico cosa è, acqua un centesimo di grado prima di ghiacciare? Puerto Madryn ha una lunga e balla spiaggia e la città si apre lungo tutto il lungo mare. Un molo, il molo nuovo, accoglie le navi da crociera.
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