Martedì 1 Marzo, Posadas. Hotel HA Urbano. A bordo della piscina.
Gran momento di relax. La conferma che abbiamo impostato bene il programma delle ferie Questa è la terza settimana e non ci sentiamo stanchi. L'eccitazione dovuta alla consapevolezza di visitare una grande nazione (e una nazione “grande”),e per il poco che abbiamo visitato “un grande continente”, e la verifica giornaliera di aver saputo fare i conti con le nostre limitate forze ci danno sia l'energia di andare avanti sia la tranquillità dei passi che facciamo. Oggi secondo giorno dedicato alle rovine delle missioni gesuitiche. Quella più famosa: S. Ignacio Minì. Forse mi sbaglio confuso dal ricordo della bellissima giornata di ieri, però credo che a quelle del Paraguay manchi fondamentalmente la promozione turistica.
Complessivamente l'impatto che la visita alle missioni offre è notevole. Certo, si gratta solo la superficie del ghiaccio facendo un'ora di giro e scattando decine di foto. Si intuisce, e rimane la voglia di approfondire, un qualcosa di grandioso e tragico sotto. Fanno impressione, più che i resti delle chiese, le case dei Guaranì. Oggigiorno le celle dei penitenziari sarebbero ritenute troppo piccole per ospitare un detenuto se avessero le dimensioni delle case cui erano relegati i Guaranì. Se la missione aveva una popolazione di 3/400 Guaranì, in quanti vivevano in quei 10/15mq scarsi? Che cosa orrenda è stata il colonialismo e il voler sottomettere popoli e territori che non spettavano a noi europei. Che disastro ha prodotto la nostra ingordigia e l'utilizzo della tecnologia come strumento di supremazia, sopraffazione e prevaricazione.
Oggi abbiamo viaggiato con bus meno “caratteristici” di quelli paraguaiani.
(continua)
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