2016. DIARIO DI VIAGGIO IN ARGENTINA con Chile, Brasile e Paraguay. Cap. 18.4 RITORNO A BUENOS AIRES
Venerdì 5 Marzo. BA Ezeiza, aeroporto Pistarini, gate 11
Sono al gate pronto per l'imbarco. Abbiamo circa un'ora di anticipo. Come sempre. E come sempre non capisco perchè continuo a viaggiare così (!). Io sono un tipo da gruppo UTET. E' dalle 4 di questa mattina che, sia pure a fasi alterne, sono sveglio. Sul taxi che veniva in aeroporto ho cominciato ad avvertire il progressivo prosciugarsi della saliva e l'aumentare delle palpitazioni. IO Aeroporto Antonella correva a venti metri da me tanto veloce era il mio passo che tale si è mantenuto finchè non abbiamo raggiunto il nostro gate.
Anche in uscita il controllo frontaliero argentino ci ha fotografato e ha preso l'impronta del pollice destro.
Anche al check in abbiamo incontrato un'altra argentina di origine italiana che chi ha spiegato le pratiche in uno spagnolo infarcito di termini italiani. Palesemente questa facilità di comunicazione è stata una dei motivi che hanno contribuito alla buona realizzazione del viaggio.
Credo che se viaggeremo negli USA dovremo cercare di aumentare la conoscenza e la comprensione dell'inglese. Se viaggeremo, per esempio, in Laos, Cambogia e VietNam, beh, avremo la tranquillità che qualsiasi preparazione risulterà inutile.
L'altro ieri prima di andare in Plaza de Mayo abbiamo visita la... come dire... fantasmagorica libreria Ateneo Grand Splendid, quella che ogni tanto appare su FB o su qualche magazine.
E' veramente spettacolare. Chi ha avuto l'idea di acquistare quel teatro e trasformarlo in libreria ha avuto un'idea geniale.
Le luci, gli scaffali dove si espongono migliaia di libri, i palchi ancora riempiti con scaffali e libri e cd musicali, il bar sul palco centrale, infondo entrando, e i salottini dove, come abbiamo visto, le persone leggono i libri esposti come in una biblioteca (credo con una ottima scelta di marketing: crea l'ambiente, aumenta l'aspetto culturale senza penalizzare quello commerciale, esprime un ottimo messaggio agli altri visitatori); tutto rende magico questo ambiente.
Credo siamo stati almeno un'ora in questa libreria, girandola, fotografandola, respirandola, ammirandola. Purtroppo avevano solo libri in spagnolo. Abbiamo acquistato un CD musicale, di tango.
Abbiamo cercato un libro fotografico come abitualmente facciamo quando viaggiamo all'estero, ma non ne abbiamo trovati. Non che mancassero. Credo, ragionandoci, che l'ostacolo sia stato emozionale. Le foto di questi libri erano, ai nostri occhi – o forse lo erano davvero – sbiadite, opache. Ci piace pensare che quelle immagini su carta fossero in contrasto con le vivide, reali, luminose immagini di ciò che abbiamo visto con i nostri occhi che sono ancora impresse nella nostra retina interiore.
Siamo convinti che una volta a casa e scaricate le oltre 2000 foto che abbiamo scattato, queste ci risulteranno deludenti per non essere riusciti a riprodurre, a catturare nei bit ciò che avremmo voluto trasmettere ai nostri amici.
Sarà un viaggio che rimarrà dentro di noi e che sarà difficile spiegare e far comprendere agli amici che vorranno ascoltarci.
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