Mercoledì 1 marzo 2017. Hotel Wangfu. Lijiang. Mattino
Riprendo, in attesa di essere pronti per andare a fare colazione (non entusiasmante in questo Hotel). Raccontavo che nel rientrare siamo passati in un itinerario attraverso Lijiang che cerca di evitare le zone più “turistiche” (casualmente noi lo avevamo già fatto nella nostra passeggiata random il giorno prima). In questi angoli la città è bella, con poca gente e pochi negozi. Addirittura degli alberghi hanno predisposto camere che si affacciano su questi canali (ma a livello del marciapiede, così che se vuoi guardare i canali direttamente dal tuo letto, i passanti vedono te a letto!)
La sovrapposizione dei due itinerari, quello della guida e il nostro, mi fa temere che di simili itinerari a Lijiang ce ne siano pochi. La presenza del commercio lungo le vie della città danno un tocco di vita alle stesse ( ricordo certe vie di Praga o di Budapest di parecchi anni fa, grigie e sporche) ma occorre una certa misura.
Una alternanza di case abitate e di negozi e un minimo di buon gusto anche nella tipologia di negozi renderebbero questa città un gioiello … ma ai miei occhi. Però questa è una città cinese per i cinesi. Mi chiedo: a loro piace? E se piace, perchè? Forse i turisti, la maggior parte, sono di una generazione di 40/60enni, che probabilmente hanno ancora memoria di una Cina dove tale abbondanza di beni e di cibo erano sconosciute e quindi questa “esposizione di abbondanza” ha un significato positivo. Comunque un giudizio sarebbe una pretesa infondata. Come aver solo “scivolato” sul ghiaccio e aver preteso di aver trovato “terreno fertile”. Veramente è saggio solo “registrare” ciò che si vede.
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