(continua 21 febbraio)
Qua e la trovi gruppi di persone, per lo più anziani, intenti a ballare, o a muoversi in esercizi di Tai Chi, o in un padiglione a cantare. Vuoi da soli, vuoi in gruppo, avevano comunque la spontaneità dell'autonomia. Non erano allievi di “un corso”, come capita da noi in estate, con un docente o un allenatore, piuttosto persone che si ritrovavano a condividere luoghi e tempi per un piacere comune, magari spinti da una amicizia oppure il ritrovarsi stesso occasione della nascita di una nuova amicizia, o ancora finito il tempo del ballo ciascuno riprende la sua strada. (annoto che anche in piena città, al ritorno dal Carrefour, abbiamo visto un gruppo di donne che si era ritrovato per ballare assieme come al mattino avevamo visto nel parco). Non so se il termine ballare sia corretto. Sembrano più movimenti al ritmo della musica. Qualcosa che si avvicina alla ginnastica.
Avevo espresso il desiderio di mangiare i famosi “noodles al di là del ponte”, così la nostra guida ci ha portati in un ristorante centenario e famoso per questo piatto. La sala è una specie di self service ( in realtà a noi hanno portato i piatti al tavolo) dove, quando abbiamo pranzato noi, eravamo gli unici (osservati con curiosità) non cinesi. Brevemente: è una grande ciotola di brodo di pollo, molto caldo; assieme portano una serie di ingredienti, dall'uovo alla carne alle verdure, che metti nel brodo a cuocere (quelle che vuoi, io le ho messe tutte) e infine metti i noodles (spaghetti di riso). E poi se riesci a catturare qualcosa con i bastoncini, mangi. Con gusto, perché io li ho trovati molto buoni. Dopo i noodles ci hanno portato una serie di ciotoline (tante porzioni piccole) di diversi cibi, tra cui ricordo le arachidi cotte, la coda e gli intestini di maiale, il tofu e qualcosa d'altro. Un ottimo primo pranzo cinese.
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