lunedì 27 marzo 2017

YUNNAN 2017 _ WANDERLUST. Grattando il ghiaccio per cercare terra fertile. Cap 19.1

YUNNAN 2017 _ WANDERLUST. Grattando il ghiaccio per cercare terra fertile. Cap 19.1
Mercoledì 1 marzo 2017. Hotel Wangfu. Lijiang. Sera

Ormai questa città la conosciamo come le nostre tasche, nel senso che ogni tanto ci troviamo qualcosa di nuovo. In realtà la stiamo girando bene, dopo le iniziali difficoltà. Mancano dei punti di riferimento, anzi no, meglio essere più precisi, i punti di riferimento ci sono (il vecchio ponte, la Mu Mansion, dei pozzi per l'acqua...) solo che l'effetto stordente del succedersi di negozi sempre uguali manda in confusione. La cartina che ci ha dato l'hotel è fatta veramente male, imprecisa e non in scala. A ciò si aggiunge che le cartine murali di cui è disseminato il paese non sempre mettono il nord in alto, e con queste annotazioni abbiamo esaurito le problematiche di orientamento.

Di giorno ci si orienta con il sole, ma la sera, con la folla, le luci, i suoni (generalmente i ristoranti offrono musica dal vivo, di solito un ragazzo con abbigliamento e “mise” da “artista” che canta canzoni melodiche/cinesi) ci si confonde più facilmente. I ristoranti per attrarre i clienti fanno suonare l'artista vicino alla finestra aperta prospiciente la strada. In alcune vie, per il già espresso concetto di serialità, questo tipo di locali sono in sequenza e ciascuno offre la sua musica cercando una miscellanea confusione. Poi ci sono i locali per giovani, tutti infilati in successione in una unica via, peraltro stretta, dove vige la regola del kitsch estremo, elevato alla ennesima potenza, che già nel tardo pomeriggio sono attivi e dove vediamo ai tavoli i giovani cinesi persi nel loro smartphone.

Nel corso del viaggio credo di non aver mai visto un abitante dello Yunnan (o una persona in genere) leggere (perlomeno un libro). Lavoratori in azione a parte, vuoi i negozianti in attesa di clienti, vuoi la persona qualunque al parco, al bar, sul bus... due solo le azioni che compie: mangia o guarda lo smartphone.

Sul mangiare: una abitudine che a noi suona un po' strana. Il negoziate, i negozianti che tengono aperto con orario continuato fino a tardi, portano le loro azioni di vita nel negozio, e quindi ci mangiano anche. Ma non in modo appartato. No, mangiano al banco, o in fondo al negozio, generalmente piccolo e quindi a due metri dall'ingresso, quasi sempre aperto per la lunghezza della parete con porte amovibili, o fuori da esso se il tempo lo consente. Ricordo a Jianshui, quando stavamo rientrando da un breve giro preserale, che passando davanti ad alcuni negozi vedevamo le donne, sul marciapiede davanti, mettere il wok sulla piastra elettrica che ha sostituito il fornello e aggiungere olio per cominciare a far scaldare la cena.

Del resto abbiamo visto bambini fare i compiti su pile di merce utilizzati come improbabili tavoli.

Oggi siamo andati alla “Gola del salto della Tigre”, una profonda gola dove lo Yangtze acquista un carattere quasi torrentizio, incuneato tra le altissime pareti quasi a strapiombo. E' un posto molto bello, forse un po' eccessivamente sopravvalutato dalle guide, ma che abbiamo visto con piacere. A me la forza dell'acqua affascina sempre. Probabilmente nella stagione delle piogge lo spettacolo dovrebbe essere ancor più affascinante e maestoso. Ora la portata dell'acqua era minore, ma sempre energica e piacevolmente rumorosa. Trovo il rumore dell'acqua, sia la pioggia che cade, sia il ruscello che mormora, sia il rombo delle cascate il suono più affascinante. E non dimentico le onde che si infrangono.

Bene, la visita è stata lunga soprattutto perché la meta era piuttosto lontana da Lijiang. In teritorio Tibetano dello Yunnan (non in Tibet, ovviamente, ma nella provincia Tibetana dello Yunnan. I cartelli stradali e turistici erano in tre lingue, Cinese Mandarino, Inglese e Tibetano).

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